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Andalusia Low Cost: il turismo backpacker come nuovo modello di viaggio

Il progetto “Andalusia low-cost” nasce da un viaggio personalmente effettuato nel Novembre 2007. Prima della partenza ho raccolto le informazioni necessarie all’organizzazione del viaggio, leggendo materiale sulla regione andalusa e studiando il fenomeno del turismo backpacker. Ho poi proceduto alla prenotazione dei voli aerei e degli ostelli, facendomi per questi ultimi aiutare nella scelta dagli utilissimi commenti presenti sul network dei viaggiatori di Hostelworld.
E poi finalmente giunse il momento della partenza…Da osservatrice diretta del fenomeno e delle città visitate sono giunta ad alcune conclusioni e considerazioni su questa meta in merito alla sua attrattiva in relazione al turismo backpacker.
Parlando strettamente delle città del tour ho notato che quelle più ricche dal punto di vista del turismo giovanile sono Malaga, Siviglia e Granada. Esse offrono ampie possibilità di scelta sia per quanto riguarda gli alloggi sia per quanto concerne le attività adatte a questo target a partire da cultura, vita notturna e divertimento; pertanto le città sopra citate possono secondo me essere considerate assolutamente adatte ad un turismo di tipo backpacker.

Il turismo backpacker non è molto considerato dai principali canali di vendita di viaggi, quali, ad esempio, le agenzie. Esso nasce e cresce da un turismo di tipo indipendente e per questo, ad oggi, è venduto senza intermediari: il viaggiatore “zaino in spalla” acquista essenzialmente da solo, tramite internet, sia il trasporto che l’alloggio. Considerando questa tipologia di turismo e pensando alla sua declinazione “pura”, non è, a mio parere, possibile trovare e mettere in atto possibilità di vendita. Sicuramente si potrà giungere a considerazioni generali quali quelle fatte, per esempio da Tony e Maureen Wheeler, scrittori e fondatori della casa editrice Lonely Planet, la “Bibbia” dei viaggiatori indipendenti (oggi appartenente alla Bbc che ne detiene il 75%): “I backpacker continuano ad essere una categoria molto importante per noi: questi nomadi globali sono spesso pionieri che aprono nuove mete turistiche e nuovi mercati. Probabilmente non continueranno a fare le vacanze con lo zaino in spalla per sempre, ma di certo rimarranno viaggiatori appassionati".
I professionisti del settore hanno inoltre capito che il turismo backpacker racchiude un grosso potenziale: esso può essere considerato infatti un investimento a medio e lungo termine: inizialmente i giovani scoprono il paese spendendo poco, poi, se soddisfatti, ritornano in un secondo tempo con le loro famiglie, soffermandosi più a lungo e spendendo di più.
Ci si potrebbe ora fermare qui, aspettando e sperando che i backpackers facciano ritorno nei luoghi precedentemente visitati oppure si potrà riflettere su cosa si possa fare subito per rendere effettivamente vendibile questa tipologia di viaggio.
Il turismo backpacker potrà essere sviluppato, come precedentemente accennato, andando a puntare non sul target di “backpacker puro” ma creando un ibrido tra viaggiatore e turista tradizionale. Questo significherebbe prendere alcuni elementi del primo e alcuni del secondo tipo di turismo, puntando cioè sull’aspetto del risparmio economico e dell’importanza nel conoscere altre persone per quanto riguarda quello backpacker e alcuni elementi del tipico turista tradizionale cui non “disturba” spostarsi in gruppo e magari con una guida. Il fattore comune ad entrambe le tipologie sarà invece quella di conoscere il posto in cui ci si reca, essere quindi un viaggiatore consapevole, istruito ed informato. Il turista in questione non sarà né avventuriero al cento per cento né tanto meno turista di massa, quanto piuttosto un turista/viaggiatore, amante delle nuove scoperte e dello stare insieme.

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5 Capitolo 1 1. Origini e Storia del Viaggio Indipendente Il turismo indipendente o “disorganizzato” – di cui il backpacking costituisce la modalità prevalente, ha acquisito una popolarità crescente fra i giovani e adulti negli ultimi decenni, passando così da fenomeno marginale e stile di vita alternativo a fenomeno consolidato ed esperienza socialmente accettata. Fra i fattori che hanno reso questo stile di viaggio più accessibile e praticabile rispetto al passato possiamo identificare in primo luogo gli sviluppi economici e politici del nuovo mondo globalizzato – ad esempio la nascita delle compagnie aeree low-cost (es. Ryanair; Easyjet), e la flessibilizzazione dei percorsi professionali e in generale dei percorsi di vita. Cambiamenti economici, politici, culturali e sociali quindi, che hanno portato alla normalizzazione di questa tipologia di viaggio. Ma da dove trae origini questo modo di viaggiare? Tra le forme contemporanee di turismo, il viaggio indipendente è quella che mantiene più saldamente i legami con il turismo giovanile del passato, e, contemporaneamente, quella che eredita ed incarna i tratti tipici del viaggio moderno. I precursori diretti di questa pratica turistica possono essere rintracciati in alcune forme storiche di viaggio a lungo termine degli ultimi secoli, che spesso vengono considerate come radici del turismo in generale. In primo luogo, il Grand Tour aristocratico, lungo viaggio nell'Europa continentale effettuato dai ricchi giovani dell'aristocrazia britannica, che ebbe massima espansione nei secoli XVI e XVII. Destinato a perfezionare la loro educazione, questo viaggio poteva durare da pochi mesi fino a 8 anni. Durante il Tour i giovani, imparavano a conoscere la politica, la cultura, l'arte e le antichità dei Paesi europei, passando il loro tempo tra escursioni turistiche, studio ed acquisti. L’eredità del Grand Tour nel turismo

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Informazioni tesi

  Autore: Sonia Di Pietro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Scienze del turismo
  Relatore: Adriano Biella
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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