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Dillinger è morto di Marco Ferreri. Un viaggio nella critica cinematografica attraverso la fortuna e la ricezione del film.

Il lavoro ricostruisce la fortuna critica del film capolavoro di Marco Ferreri "Dillinger è morto", dal dibattito scaturitosi dopo la sua uscita nelle sale (1969) agli approfondimenti successivi. Il saggio è corredato da un regesto dettagliato con tutti gli articoli presi in considerazione.

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4 1. INTRODUZIONE 1.1. MARCO FERRERI. L’OPERA Marco Ferreri nasce a Milano nel 1928. Inizia a lavorare come rappresentante di liquori ma ben presto si accosta al mestiere del cinema. Dopo aver girato una serie di cortometraggi pubblicitari, fece le sue prime vere esperienze cinematografiche in Spagna, dove conobbe il giovane umorista castigliano Rafael Azcona, che diventerà il suo sceneggiatore. La loro collaborazione si materializzerà nei primi lungometraggi di Ferreri, le sue tre commedie spagnole: El pisito (1958), Los chicos (1959) e El cochecito (1960); già in esse si nota quello che diventerà la componente essenziale dei suoi film: la condanna della borghesia attraverso il sarcasmo e l’ironia. In seguito Ferreri tornerà in patria, il suo primo lungometraggio italiano, dopo la parentesi nel progetto di Cesare Zavattini Gli adulteri con l’episodio Le italiane e l’amore, sarà L’ape regina (1962), pellicola che prende di mira con ferocia l’istituzione del matrimonio e che ebbe numerosi problemi con la censura. Il cinema “scomodo” di Ferreri vedrà, l’anno successivo, l’amputazione da parte del produttore Carlo Ponti del finale de La donna scimmia (1964), uno sguardo sul rapporto fra i sessi premiato con il Nastro d’argento come miglior soggetto originale. Oltre a collaborazioni in alcuni film “di gruppo” (nel 1964 con l’episodio Il professore in Controsesso, e nel 1965 con L’uomo dei 5 palloni in Oggi, domani e dopodomani), Ferreri emerge con Marcia nuziale (1966), un film a episodi sul matrimonio e la vita di coppia, L’harem (1967), la messa in scena di un gioco femminile con tre uomini, ma soprattutto con Dillinger è morto (1969), lavoro sulla solitudine e sull’alienazione dell’uomo contemporaneo bombardato dai media. In seguito Ferreri si cimenta prima in un’indagine sul futuro (Il seme dell’uomo, 1970), poi in una favola kafkiana che diventa condanna al mondo della Chiesa cattolica (L’udienza, 1972). Dello stesso periodo è La cagna (1972)

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Pacini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Progettazione e gestione di eventi e imprese dell'arte e dello spettacolo
  Relatore: Alessandro Bernardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 81

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Parole chiave

alienazione
critica cinematografica
dibattito critico
dillinger è morto
dillinger est mort
marco ferreri
michel piccoli
rafael azcona
regesto
reificazione
sandro bernardi
storia del cinema

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