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I costumi in Marie Antoinette di Sofia Coppola. Una lettura critica.

Il lavoro nasce da un interesse particolare nei confronti della regista Sofia Coppola, legato alla presenza di determinate tematiche e caratteristiche, tra le quali il lato intimistico costante nelle sue opere cinematografiche e l’attenzione al mondo femminile, in particolare quello dell’età adolescenziale. La regista propone in Marie Antoinette (2006) una versione inedita della biografia della regina di Francia, ponendo maggiore attenzione al suo percorso di maturazione verso l’età adulta piuttosto che agli sviluppi storici a lei contemporanei, sviluppi che hanno cambiato il corso della Storia, portando l’Europa alla modernità e a un nuovo concetto di Stato. Questa vena intimistica, che attraversa tutta la trilogia cinematografica della Coppola, raggiunge il suo culmine in questo lungometraggio, in cui la Rivoluzione Francese non diventa che un brusio di sottofondo nella trama.
In questo contesto delineato dal film, i costumi assumono un valore e un’importanza del tutto particolari poiché, oltre a contestualizzare la scena e ricreare l’ambientazione storica, veicolano altri messaggi, concorrendo a definire il profilo dei personaggi principali.
Ai fini di una corretta analisi filmica, per prima cosa diventa necessaria la conoscenza delle biografie di Sofia Coppola e di Maria Antonietta. La prima, per comprendere quali esperienze abbiano influenzato il suo stile da regista; la seconda, per conoscere gli eventi storici che la sovrana ha vissuto e che hanno provocato la sua fine così cruenta. Tutto questo ha dato vita al primo capitolo.
In seguito, nel secondo capitolo viene proposta l’esposizione delle principali tematiche e caratteristiche dell’opera: l’importanza del rito di passaggio, la solitudine come tema cardine del film, i riferimenti pittorici e artistici nel visual style della regista, e, infine, un’ipotesi di definizione del film. Partendo dall’ipotesi che il film sia “storico”, dovuto alla scelta della location per esempio, altre scelte, come i brani di musica di musica rock e dettagli anacronistici, lo rendono un film “aperto”, una rievocazione del Settecento, liberamente interpretata dalla regista.
Allo scopo di poter approfondire la ricostruzione storica dell’ambientazione e dell’abbigliamento realizzata nel film, nel terzo capitolo viene presentato, in forma sintetica, un profilo della storia del costume e dell’arredamento alla corte di Versailles durante il regno di Luigi XVI.
Nell’ultimo capitolo, il quarto, dopo aver ritratto la figura della costumista, Milena Canonero, vengono analizzati i costumi e i vari significati che essi veicolano all’interno del film. In numerose scene, sempre uguali a se stesse, girate per sottolineare la noia nelle giornate della regina, i costumi, mediante un significativo processo di narrativazzazione, permettono allo spettatore di percepire il passare del tempo. Essi assumono un ruolo preponderante nella definizione dei personaggi, contribuendo a delinearne la psicologia e il carattere. Infine, questo lavoro di analisi ha consentito di evidenziare come la scenografia e i costumi non abbiano avuto la funzione di riprodurre, in maniera mimetica, le fogge e il gusto del tardo Settecento, ma una loro interpretazione, una loro rivisitazione creata traendo ispirazione da diverse fonti iconografiche e musicali. Marie Antoinette di Sofia Coppola non è, dunque, un film storico tradizionale, ma l’esperienza di una teen ager sullo sfondo della Rivoluzione Francese.

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4 Introduzione Il lavoro nasce da un interesse particolare nei confronti della regista Sofia Coppola, legato alla presenza di determinate tematiche e caratteristiche, tra le quali il lato intimistico costante nelle sue opere cinematografiche e l’attenzione al mondo femminile, in particolare quello dell’età adolescenziale. La regista propone in Marie Antoinette (2006) una versione inedita della biografia della regina di Francia, ponendo maggiore attenzione al suo percorso di maturazione verso l’età adulta piuttosto che agli sviluppi storici a lei contemporanei, sviluppi che hanno cambiato il corso della Storia, portando l’Europa alla modernità e a un nuovo concetto di Stato. Questa vena intimistica, che attraversa tutta la trilogia cinematografica della Coppola, raggiunge il suo culmine in questo lungometraggio, in cui la Rivoluzione Francese non diventa che un brusio di sottofondo nella trama. In questo contesto delineato dal film, i costumi assumono un valore e un’importanza del tutto particolari poiché, oltre a contestualizzare la scena e ricreare l’ambientazione storica, veicolano altri messaggi, concorrendo a definire il profilo dei personaggi principali. Ai fini di una corretta analisi filmica, per prima cosa diventa necessaria la conoscenza delle biografie di Sofia Coppola e di Maria Antonietta. La prima, per comprendere quali esperienze abbiano influenzato il suo stile da regista; la seconda, per conoscere gli eventi storici che la sovrana ha vissuto e che hanno provocato la sua fine così cruenta. Tutto questo ha dato vita al primo capitolo. In seguito, nel secondo capitolo viene proposta l’esposizione delle principali tematiche e caratteristiche dell’opera: l’importanza del rito di passaggio, la solitudine come tema cardine del film, i riferimenti pittorici e artistici nel visual style della regista, e, infine, un’ipotesi di 3

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Informazioni tesi

  Autore: Carmen Cerretti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Relazioni pubbliche e pubblicità
  Relatore: Roberto Zemignan
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 111

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