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La percezione del rischio radiologico da parte dell’utenza e riflessioni sui processi di comunicazione

L’idea di fare un lavoro sulla percezione del rischio radiologico da parte del pubblico nasce da una curiosità e da un esigenza. La curiosità è quella di capire cosa pensano le persone in merito ai raggi X; che livello di conoscenza esse hanno della radiologia e del rischio radiologico; con quale spirito affrontano un esame radiologico, sia esso una semplice RX articolare o un esame più impegnativo in dose, come una TC.
La curiosità diventa esigenza di comunicazione sul rischio, quando di fronte al fenomeno del notevole incremento delle prestazioni radiologiche cosiddette inappropriate con conseguente aumento dell’esposizione al rischio radiologico della popolazione e innalzamento della spesa sanitaria - ci si chiede come mai le persone sono terrorizzate all’idea di avere un centrale nucleare vicino casa, con bassissimi rischi per la salute, ma non esitano a sottoporsi ad un esame TC per un banale mal di testa. Ho avvertito quindi, la necessità di capire come le persone percepiscono il rischio radiologico per potere individuare delle idonee strategie comunicative impiegabili dai professionisti sanitari per ridurre, per quanto possibile, il rischio per la popolazione. Il presente lavoro si focalizza sul tema della percezione del rischio, concedendosi qualche incursione nel campo della comunicazione del rischio e presentandone alcuni spunti di riflessione, come peraltro indicato nel titolo stesso.

Nella primo capitolo, dopo una definizione dei concetti di rischio e pericolo, ho trattato il tema della percezione del rischio, inquadrandolo in una prospettiva capace di restituire la visione secondo gli approcci classici delle scienze sociali e della psicologia. Sono offerti cenni storici sugli studi intorno alla percezione del rischio, dall’approccio tecnico scientifico del cognitivismo alla teoria psicometrica e alla teoria simbolico culturale. Segue un analisi di quelle caratteristiche del rischio che sono capaci di influenzarne la percezione.
Nel secondo capitolo ho inquadrato il concetto della comunicazione sul rischio, definendone le tipologie, gli obiettivi, gli elementi di cui essa si compone e si presentano le indicazioni per una corretta comunicazione del rischio. Infine viene presentata un analisi sul ruolo che i mezzi di comunicazione di massa ricoprono nella comunicazione di informazioni scientifiche. Accenno poi alle dinamiche di notiziabilità e ai limiti del mezzo.
Nel terzo capitolo ho affrontato il tema specifico del rischio radiologico, ho presentato le dosi efficaci delle più comuni procedure diagnostiche, ho descritto brevemente gli effetti delle radiazioni ionizzanti e con cenni di radio-epidemiologia e di radio-protezionistica. Dopodiché tratto il tema dell’incremento delle prestazioni radiologiche e dell’appropriatezza delle indagini, cercando di individuarne le cause. Segue un paragrafo in cui si analizza il fenomeno della cosiddetta medicina difensiva, ed uno sulla acquisizione del consenso informato. Si conclude il capitolo cogliendo degli spunti di riflessione sulla comunicazione del rischio radiologico e dando dei suggerimenti per una efficace conduzione.
La parte fondamentale del lavoro viene affrontata nel quarto capitolo: con la descrizione dell’indagine sulla percezione del rischio radiologico da parte del pubblico svolta nelle sale d’attesa di tre servizi di radiologia, di sanità pubblica, di altrettante città italiane. Vengono definite le motivazioni e gli obiettivi dello studio, il campione esaminato ed il questionario. Sono quindi presentati i dati raccolti con la griglia informativa e ne viene fatta una analisi in relazione alle seguenti tematiche:
a) livello soggettivo di informazione in merito alle radiazioni ionizzanti: quanto mi sento informato?
b) conoscenza obiettiva da parte del pubblico in materia: quanto ne so di radiologia e radiazioni ionizzanti?
c) livello percepito dal pubblico della comunicazione del rischio ad opera dei sanitari: i professionisti della salute mi informano esaurientemente sul rischio?
d) livello percepito dal pubblico del rapporto rischio/beneficio;
e) livello percepito della rischiosità delle radiazioni ionizzanti;
f) livello di fiducia nei confronti della scienza e della medicina nella gestione del rischio;
g) livello di fiducia delle istituzioni nella gestione e riduzione del rischio.
In conclusione vengono proposti spunti di riflessione e suggerimenti sulla corretta informazione/comunicazione del rischio radiologico.

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PRESENTAZIONE Svolgo l’attività di tecnico sanitario di radiologia medica (TSRM), e sono quotidianamente chiamato a rispondere a esigenze informative su tematiche radiologiche da parte di pazienti, ma anche da parte di altri professionisti sanitari. Il TSRM, in quanto operatore in prima linea è un comunicatore per contingenza, per dovere deontologico e per obbligo legislativo, ma ancor prima egli è un attento ascoltatore. In quanto tale, in questi anni ho raccolto sul tema “raggi X”, le più variegate impressioni e opinioni del pubblico, talvolta puntuali e competenti tal altra volta fantasiose ed aneddotiche. L’idea di fare un lavoro sulla percezione del rischio radiologico da parte del pubblico nasce da una curiosità e da un esigenza. La curiosità è quella di capire cosa pensano le persone in merito ai raggi X; che livello di conoscenza esse hanno della radiologia e del rischio radiologico; con quale spirito affrontano un esame radiologico, sia esso una semplice RX articolare o un esame più impegnativo in dose, come una TC. La curiosità diventa esigenza di comunicazione sul rischio, quando di fronte al fenomeno del notevole incremento delle prestazioni radiologiche cosiddette inappropriate con conseguente aumento dell’esposizione al rischio radiologico della popolazione e innalzamento della spesa sanitaria - ci si chiede come mai le persone sono terrorizzate all’idea di avere un centrale nucleare vicino casa, con bassissimi rischi per la salute, ma non esitano a sottoporsi ad un esame TC per un banale mal di testa. Ho avvertito quindi, la necessità di capire come le persone percepiscono il rischio radiologico per potere individuare delle idonee strategie comunicative impiegabili dai professionisti sanitari per ridurre, per quanto possibile, il rischio per la popolazione. Il presente lavoro si focalizza sul tema della percezione del rischio, concedendosi qualche incursione nel campo della comunicazione del rischio e presentandone alcuni spunti di riflessione, come peraltro indicato nel titolo stesso.

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Informazioni tesi

  Autore: Domenico Di Francesco
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Scienze delle professioni sanitarie tecniche diagnostiche
  Relatore: Vinicio Serino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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Parole chiave

approccio socio culturale
appropriatezza delle indagini
caratteristiche del rischio
codice deontologico
cognitivismo
comunicazione del rischio
consenso informato
deficit model della comunicazione del rischio
euristica
giustificazione e ottimizzazione rx
governamentalità
linee guida diagnostica mediante immagini
medicina difensiva
modello orchestrale
modello telegrafico
paradigma psicometrico
percezione del rischio
public understanding of science
radioprotezione
rischi ambientali, sanitari, economici, finanziari
rischio e pericolo
società del rischio
sociologia del rischio
teoria simbolico culturale

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