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Scavo meccanizzato di gallerie: previsione della qualità del marino nell’ottica del suo riutilizzo

I grandi progetti di opere pubbliche attualmente in fase di progettazione o realizzazione destinati alla movimentazione di merci o persone, sono sempre più spesso realizzati in galleria per diminuire gli impatti sul territorio.
Vi sarà dunque nei prossimi anni una grande quantità di aggregati da valorizzare come risorsa e non come rifiuto, grazie anche alla nuova legislazione italiana riguardante il materiale proveniente dallo scavo di gallerie riutilizzabile come sottoprodotto per reinterri, rilevati, rimodellazioni , riempimenti o nei processi industriali in sostituzione dei materiali di cava.
Una grande quantità di questo materiale sarà ottenuto da scavi meccanizzati ed in particolare mediante l’uso di TBM, vista la loro velocità di avanzamento; per questo motivo negli ultimi anni si stanno effettuando studi riguardo sia le caratteristiche del marino ottenibile con queste macchine sia la possibilità di un suo riutilizzo.
In questa tesi si è effettuato uno studio sulla possibilità di correlare la penetrazione dei dischi nella roccia prevista dai più utilizzati modelli previsionali riguardo appunto la penetrazione con la distribuzione granulometrica del marino escavato, caratteristica che condiziona il riuso del materiale ed un eventuale impianto di trattamento.
Si è inoltre valutata la possibilità di riutilizzo del materiale proveniente dal cunicolo esplorativo Aica del Tunnel di Base del Brennero, attualmente in fase di realizzazione con TBM, come aggregato per il calcestruzzo.

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1 –Il marino come risorsa 4 1.1 Il marino come risorsa Le opere pubbliche attualmente in fase di costruzione e progettazione per la movimentazione di persone o di merci sono previste per lo più in galleria, allo scopo di ridurre gli impatti sul territorio, basti pensare alla costruzione della rete ferroviaria ad alta velocità che dovrà collegare l’Italia con i paesi confinanti dell’arco Alpino. Nei prossimi anni è dunque evidente attendersi una grandissima quantità di materiale proveniente da tali scavi e al contempo una grandissima richiesta di conglomerati necessari al rivestimento delle gallerie stesse e per le opere accessorie che inevitabilmente si affiancano ai tunnel quali fondazioni, strade,viadotti. La necessità di inerti legati a questi grandi progetti non è solo limitata a quelli per il confezionamento del calcestruzzo, basti pensare ai conglomerati necessari per la costruzione di rilevati, alla necessità di posizionare ballast ferroviario o bitume di tipo stradale. Il riutilizzo dello marino, se idoneo, da queste semplici considerazioni risulta una scelta quasi d’obbligo, ma negli anni passati tale riutilizzo è stato impedito sia dalla sua qualificazione giuridica che lo considerava come rifiuto, sia dagli operatori economici che recepivano come concorrente scomodo l’immissione di tale prodotto sul mercato. Spesso, per la grande disponibilità di riserve di ghiaia di tipo alluvionale, la lavorazione del materiale di scavo risulta essere antieconomica, ma il recupero di questo materiale offre dei vantaggi considerevoli: - possibilità di raggiungere l’autonomia di approvvigionamento di materiali inerti per il cantiere; - riduzione dei trasporti per lo smaltimento dei materiali di scavo e per l’acquisizione di inerti necessari; - possibilità di vendere a terzi il materiale in esubero; - riduzione dell’impatto ambientale determinato dalla messa in discarica di grandi quantità di materiale scavato rendendo anche migliori i rapporti con le Autorità e le Comunità locali. Attualmente, alla luce delle modifiche normative dettate dal D.Lgs. 4/2008, correttive del Testo Unico Ambiente D.Lgs. 152/2006, che hanno introdotto il concetto di “sottoprodotto”, qualificando le terre e rocce da scavo come materiali da gestire ed utilizzare per scopi produttivi e non come rifiuti; inoltre le recenti modifiche apportate

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Informazioni tesi

  Autore: Maurizio Pepino
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Politecnico di Torino
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Pierpaolo Oreste
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 152

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Parole chiave

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