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Digital divide: per un approccio critico

Indovinello. C’è una situazione che accomuna tutti i new media ma nessuno la sa definire. Può manifestarsi a livello locale ma anche globale. Altro indizio: tutti la vivono ma nessuno le sa dare un nome. Che cos’è?
La risposta non è molto semplice: digital divide. Nessuno lo conosce come tale ma è noto. Meglio: nessuno lo conosce e lo sa definire, ma molti lo vivono quotidianamente e lo maledicono. Tutti ne fanno esperienza e ne parlano ma senza saper dargli un nome. In altri termini può essere riassunto in un’affermazione che, purtroppo, ho ripetuto diverse volte: “Ma quando me la portano l’ADSL qua in campagna? Non è mica possibile viaggiare col modem a 56 K! Metterci dieci minuti per controllare la casella postale è ridicolo soprattutto se a neanche un chilometro da casa mia viaggiano tutti a quattro mega di velocità”. Tantissimi altri sparsi per il mondo hanno problemi simili, magari relativi alla mancanza di efficienza, o proprio alla mancanza fisica, di determinati new media. Nessuno però sa che proprio la differenza che separa coloro che possono usufruire di una tecnologia, da altri che non possono disporne si chiama “digital divide”. Ecco, quindi, un esempio di noto sconosciuto: almeno una volta nella vita tutti si sono scontrati con una situazione globalmente diffusa, il digital divide, vivendola sulla pelle ma nessuno la sa definire. Le pagine che seguono cercano, appunto, di indagare questo fenomeno attraverso un approccio critico. Il ragionamento che segue si svilupperà attraverso tre capitoli.
Il primo di questi rappresenta un’inquadratura teorica della questione. Dopo un excursus storico che stabilirà le tappe fondamentali dell’evoluzione del digital divide, si cercherà di parlare del tema dell’inclusione ed esclusione digitale, e sociale, cinicamente determinate dalla possibilità o meno di avere accesso alle ICT. Verranno anche descritte le tre dimensioni nelle quali il divario digitale si manifesta: intramoenia, globale e glocale. Questo lavoro si pone l’obiettivo di analizzare la questione attraverso una prospettiva globale.
Il secondo capitolo vedrà come indiscusso protagonista il telefono cellulare, che si potrebbe definire il primo new media di massa, valla luce della diffusione globale che sta facendo registrare. Dopo alcune riflessioni relative proprio alla diffusione a tappeto del telefono cellulare, analizzata per macroaree, si tratterà il tema dei fattori che determinano il divario rispetto al dispositivo mobile. Questi fattori sono stati raggruppati in tre categorie relative, la prima, al contesto nel quale questa tecnologia viene fruita, alle caratteristiche peculiari ed ascritte dell’individuo, la seconda, ed infine la terza che riguarda le conseguenze che comporta l’ubiquità del telefono cellulare. Più in generale in questa parte del lavoro si cercherà di centrare il tema del divario digitale su caratteristiche socio-culturali incorporando i dati strutturali dentro queste.
Il terzo ed ultimo capitolo riguarda un’analisi approfondita del tema del divario digitale all’interno del continente africano.

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5 Introduzione Un noto sconosciuto “I filosofi hanno solo interpretato il mondo in vari modi; ma il punto ora è di cambiarlo”. Karl Marx1 Indovinello. C’è una situazione che accomuna tutti i new media ma nessuno la sa definire. Può manifestarsi a livello locale ma anche globale. Altro indizio: tutti la vivono ma nessuno le sa dare un nome. Che cos’è? La risposta non è molto semplice: digital divide. Nessuno lo conosce come tale ma è noto. Meglio: nessuno lo conosce e lo sa definire, ma molti lo vivono quotidianamente e lo maledicono. Tutti ne fanno esperienza e ne parlano ma senza saper dargli un nome. In altri termini può essere riassunto in un’affermazione che, purtroppo, ho ripetuto diverse volte: “Ma quando me la portano l’ADSL qua in campagna? Non è mica possibile viaggiare col modem a 56 K! Metterci dieci minuti per controllare la casella postale è ridicolo soprattutto se a neanche un chilometro da casa mia viaggiano tutti a quattro mega di velocità”. Tantissimi altri sparsi per il mondo hanno problemi simili, magari relativi alla mancanza di efficienza, o proprio alla mancanza fisica, di determinati new media. Nessuno però sa che proprio la differenza che separa coloro che possono usufruire di una tecnologia, da altri che non possono disporne si chiama “digital divide”. Ecco, quindi, un esempio di noto sconosciuto: almeno una volta nella vita tutti si sono scontrati con una situazione globalmente diffusa, il digital divide, vivendola sulla pelle ma nessuno la sa definire. Le pagine che seguono cercano, 1 “Tesi su Feuerbach n. 11” (K. Marx, 1888).

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Petrucci
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Giovanni Boccia Artieri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 111

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