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Il suono nel cinema

L’argomento della Tesi volge ad indagare le potenzialità del suono nel cinema e le sue grandi proprietà comunicative ed espressive sviluppatesi tramite tecniche sempre più raffinate di registrazione e riproduzione. Il metodo utilizzato per la trattazione del soggetto di questa Tesi si basa sulla ricostruzione storiografica delle tecniche di incisione e di diffusione del suono cinematografico, da prima di Edison sino alle più recenti tecnologie digitali. La dissertazione si divide in tre capitoli tra le origini del suono e la sua integrazione con il cinema, gli sviluppi moderni legati alla stereofonia, fino alla rivoluzione digitale che ci accompagna fino ai giorni nostri.
Nel primo capitolo sono affrontati gli esperimenti iniziali di registrazione e riproduzione sonora applicati al cinema, partendo dalla preistoria della registrazione sonora con il fonoautografo di Leon Scott De Martin Ville per passare ad Edison e proseguendo con altri esperimenti di fondamentale rilievo per la sincronizzazione tra film e la registrazione sonora. Scoperte come la prima registrazione magnetica, o come il brevetto italiano del fotofonografo, oppure il cronophone, sono elementi significativi per capire i primi passi mossi nell’evoluzione del cinema sonoro tramite le tecnologie applicate. In una moltitudine di esperimenti che si avvicendarono sino dalla nascita del cinema stesso, diventa difficile fissare un momento preciso o una personalità di riferimento a cui attribuire la nascita del cinema sonoro. Ufficialmente il 1927 fu il momento consacrato dal primo film sonoro Il cantante di Jazz. Dopo l'uscita del film, molti furono gli attori, registi, critici e addetti ai lavori che si sono schierati contro. Anche il grande Charlie Chaplin sostenne appassionatamente che «L'essenza del cinematografo è il silenzio», ma il sonoro era appena stato inventato e successivamente fu egli stesso a realizzare vari film sonori addirittura scrivendone le musiche. Anche il critico tedesco Rudolph Arnheim, sosteneva che il sonoro era «la fine del cinema come arte». D'altro canto, i cineasti a favore, accolsero l’avvento del sonoro come una scienza del futuro.
Nel 1928, con il Manifesto dell'asicronismo, gli autori Ejzenštein, Pudkovin e Alexandrov sostenevano la validità del sonoro e si preoccupavano di individuare nuove è più perfette forme di montaggio, a sostegno della drammaturgia filmica. Con il 1930 il suono si standardizzò in un unica traccia monofonica riportata sul bordo esterno della pellicola 35 mm., tra il fotogramma e le perforazioni.
Nel secondo capitolo si affronta il suono nel cinema moderno avvalendosi di una descrizione più particolareggiata ed espressiva dei sistemi di produzione e riproduzione sonora. È sull'onda del secondo conflitto mondiale, a cavallo della metà del XX secolo, che il sonoro nel cinema si evolve con la consapevolezza di uno strumento d’integrazione più verosimile e maggiormente sensazionale. Particolare attenzione è dedicata infatti a quest'epoca caratterizzata dalla rivoluzione del supporto magnetico, dall'alta fedeltà ed, infine, dalla stereofonia che, a partire dagli Anni Cinquanta, segnò una vera e propria esplosione del sonoro nel cinema. Il suono registrato con un doppio canale e appositamente diramato in sala consentiva di dare un effetto di profondità sonora finora senza eguali.
Nell'ultimo capitolo si affronta il suono nel cinema contemporaneo e vengono descritte le diverse classificazioni dei suoni ad opera di alcuni dei maggiori critici e teorici del suono come ad esempio Michel Chion. Nell'ultimo ventennio l'evoluzione del suono è attraversata da una vera e propria metamorfosi, il grande salto dai supporti analogici ai supporti digitali, che offrono una serie di vantaggi qualitativi ed estetici grazie a questa nuova tecnologia. Basti pensare alla figura professionale del sound designer , incaricato di dare senso, realtà e concretezza sonora al film.

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2Introduzione L'evoluzione delle tecniche e delle tecnologie legate al suono hanno enormemente condizionato la storia del Cinema. La colonna sonora, utile complemento dell'arte cinematografica, ha subito le innovazioni tecniche, culturali e scientifiche che hanno segnato la storia del XX secolo. L’argomento di questa Tesi volge ad indagare le potenzialità del suono nel cinema e le sue grandi proprietà comunicative ed espressive sviluppatesi tramite tecniche sempre più raffinate di registrazione e riproduzione. Il metodo utilizzato per la trattazione del soggetto di questa Tesi si basa sulla ricostruzione storiografica delle tecniche di incisione e di diffusione del suono cinematografico, da prima di Edison sino alle più recenti tecnologie digitali. La dissertazione si divide in tre capitoli tra le origini del suono e la sua integrazione con il cinema, gli sviluppi moderni legati alla stereofonia, fino alla rivoluzione digitale che ci accompagna fino ai giorni nostri. Nel primo capitolo sono affrontati gli esperimenti iniziali di registrazione e riproduzione sonora applicati al cinema, partendo dalla preistoria della registrazione sonora con il fonoautografo di Leon Scott De Martin Ville per passare ad Edison e proseguendo con altri esperimenti di fondamentale rilievo per la sincronizzazione tra film e la registrazione sonora. Scoperte come la prima registrazione magnetica, o come il

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Halip
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Discipline delle Arti Musica e Spetrtacolo
  Relatore: Franco  Prono
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 96

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