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Suspense d'appartamento. Edward Hopper e Alfred Hitchcock

L'intento di questa tesi è stabilire un rapporto tra alcuni film di Alfred Hitchcock e alcuni quadri di Edward Hopper, principalmente opere in interno. Si indaga il fenomeno della suspense e del voyeurismo, sia da un punto di vista cinematografico che da un punto di vista pittorico, sottolineando le affinità tra i due autori e i rispettivi media artistici.

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Prese nella loro totalità, le produzioni artistiche che andremo a trattare, rappresentano due esempi di unità e coerenza narrativa, protagonisti assoluti del panorama cinematografico e pittorico del Novecento. In un certo senso si può parlare di una continua rivisitazione di alcuni temi o motivi ricorrenti che diventeranno i tratti caratteristici e inconfondibili di una certa Maniera, i cui capiscuola sono, per il cinema, Alfred Hitchcock e, per la pittura, Edward Hopper. Entrambi sembrano raccontare le varie sfaccettature di un unico personaggio, di una sola vita, offrendoci un’indagine approfondita di quella che sembra essere una sola realtà, spesso spiata in modo furtivo, dall’occhio di un voyeur. Il tema del voyeurismo, infatti, risulta essere un ingrediente essenziale, soprattutto per il cineasta, che ne fa uno dei motivi più frequenti nei suoi film. Si ricordi a questo proposito, la scena iniziale di Notorious, L’amante perduta (Notorious, 1946), o alcune scene al Bate’s Motel in Psycho (Psycho, 1960), durante le quali si vede Norman (Anthony Perkins) spiare Marion Crane (Janet Leigh) attraverso una fessura nel muro, nascosta dietro ad un quadro. Il più noto ed esplicito omaggio al Voyeurismo, realizzato da Alfred Hitchcock, è sicuramente La finestra sul cortile (Rear window). Film del 1954, vera e propria opera “metafisica” che raggiunge le vette del cinema puro, in quanto il tema principale è proprio “il guardare”, trattato con molta sensibilità ed allo stesso tempo con dei toni ironici, da commedia. Nel caso di Edward Hopper è interessante notare come tutta la sua opera sia costruita con un punto di vista tipico del voyeur, fin dai nudi giovanili, si pensi a Nudo che sale sul letto (Nude crawling into bed) datato 1903-05 o a Interno d’estate (Summer Interior) (fig. 1) del 1909. Le figure femminili, raffigurate in un interno cittadino, quasi sempre davanti o vicino ad una finestra, vengono spiate in situazioni anonime, che appartengono alla sfera privata. Sono dei momenti d’intimità che non hanno niente di straordinario o sensazionale, tanto che sono ritratte in pose sgraziate, senza malizia, anzi, con una goffaggine tenera, 1 quasi infantile. Oltre a farci sentire dei voyeur in quanto osservatori del quadro, nel corso del tempo, Hopper trasforma anche i suoi personaggi in guardoni, ritraendo sempre più spesso i protagonisti rivolti verso una finestra aperta, intenti a guardare qualcosa che purtroppo esce dal nostro campo visivo. Si pensi, per esempio a Le undici di mattina (Eleven a.m.) ( fig. 2 ) del 1926. Il nudo femminile con finestra in interno cittadino, sarà un tema molto caro a Hopper, che egli arriverà a sviluppare fino a concretizzarlo in un motivo fondamentale della sua opera. 1 I. Kranzfelder, Edward Hopper 1882-1967 Visione della realtà, Taschen, Köln, 2006, p.38. 1

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Informazioni tesi

  Autore: Elena Selmo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: DAMS - Arti Visive
  Relatore: Stefano Ferrari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

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