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Il sogno messo in scena ne ''La Rigenerazione'' di Italo Svevo

A differenza dei vari vecchi, vegliardi, vecchioni, che popolano la sua ultima produzione narrativa, Svevo sembra privare Giovanni Chierici dello strumento formidabile della scrittura. Solo apparentemente però, in quanto il protagonista della Rigenerazione può ugualmente sfruttare alcune delle potenzialità delle “parole di carta” grazie ai sogni che gli sono concessi. Infatti è possibile individuare nelle produzioni oniriche di questo vecchio-giovane una serie di caratteristiche e funzioni che si ricollegano all’orizzonte della scrittura, della quale ripopongono i salutari effetti. Anche in questo caso l’efficacia della scrittura rientra nella complessa sfera delle operazioni terapeutiche.

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1. Breve archeologia del teatro di Svevo 1 La rigenerazione, l’ultima commedia e l’ultima opera compiuta di Italo Svevo, si pone come una delle tappe finali del tortuoso percorso della produzione letteraria dello scrittore. Un percorso che, 2 per quanto risulti maggiormente guidato da una sorta di vocazione romanzesca, non ha mai potuto rinunciare al genere drammatico. Sarà infatti il teatro il genere che Svevo sceglierà per muovere i suoi primi passi letterari, privati e insicuri al punto da far rimanere lo stesso autore «sempre in dubbio sulla riuscita dei suoi 3 tentativi». Il teatro gli offrirà un’area alternativa e separata, quasi clandestina, dove lasciare sopravvivere un piccolo spazio vitale per una letteratura colpevole e poco remunerativa nella fase di (apparente) silenzio. E, infine, è questa la “forma” in cui calerà, seppur con nome mutato, un personaggio indentificabile come “il” personaggio di Svevo, Zeno Cosini, e lo farà recuperando una serie di temi che dalla Coscienza convergono nella produzione teatrale (e in particolar modo ne La rigenerazione) per poi conchiudersi definitivamente nelle Continuazioni. Il teatro è per Svevo una passione disordinata ma costante che, incentivata dall’intensa vita teatrale di una città come Trieste, crocevia di varie correnti culturali, e dopo essersi corroborata con l’esperienza di critico all’ «Indipendente», preme per ricevere una forma. E l’avrà: Svevo nell’arco di tutta la vita si dedica alla stesura e alla risistemazione di ben tredici pièces. Ma, scrittore che non pubblica, Svevo è anche drammaturgo che non rappresenta: i suoi drammi non sono pensati per essere realmente portati sul palcoscenico. Così come suggerisce Ghidetti, già dai primi testi, il 4 destino della produzione drammaturgica di Svevo sembra essere quello di un «teatro in poltrona». Un silenzio nel silenzio. Ciononostante l’attenzione di Svevo al teatro è già testimoniata in fase giovanile: suo fratello Elio registra la redazione di alcuni testi teatrali nel suo diario. E’ ancora grazie a quelle preziose annotazioni che siamo informati circa la sua possibile adesione alla scuola verista, che in quegli 1 I. Svevo, La rigenerazione, in Teatro e Saggi, Tutte le opere, vol. III, a cura di F. Bertoni, Mondadori, Milano, 2004, pp. 616-767. 2 Cfr. G. Debenedetti, Saggi 1922-1966, a cura di F. Contorbia, Mondadori, Milano, 1982. «In Svevo […] il proposito di fare il romanzo non si scopre mai come partito preso o come frutto di un’ elaborazione volontaria. Si capisce che lui non saprebbe scrivere altro che romanzi. Il romanzo fa parte del suo temperamento di scrittore». 3 E. Ghidetti, Italo Svevo. La coscienza di un borghese triestino, Editori Riuniti, Roma, 1980, p. 93. 4 Ibid., p. 94.

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Gamuzza
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere
  Relatore: Ferdinando Amigoni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 55

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Parole chiave

continuazioni
coscienza di zeno
freud
interpretazione dei sogni
letteraturizzazione
riparazione
sogno
sogno messo in scena
svevo
teatro
traumdeutung
vecchio-giovane

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