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Prospettive di unificazione dello status di filiazione

La persona umana è al primo posto nella gerarchia di valori fatta propria dalla Costituzione. Il valore “persona umana” costituisce la parte caratterizzante l’ordinamento giuridico, tanto da garantirne l’armonia e l’unitarietà d’intenti, e la famiglia nel suo aspetto sociale e nel suo riflesso giuridico si lega inscindibilmente all’esistenza, alla dignità e alla personalità di ciascuno dei suoi componenti. Con tale premessa comincia la relazione al disegno di legge delega governativo n°2514, presentato in data 12 aprile 2007 ed approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 16 marzo 2007, il quale si propone l’obiettivo di accogliere, finalmente in modo compiuto, il severo monito espresso già alcuni anni or sono da autorevole dottrina, secondo il quale “i figli sono figli, e basta!”. Infatti, a più di trent’anni dalla riforma del diritto di famiglia, il sistema normativo della filiazione si basa ancora sulla distinzione tra filiazione legittima e filiazione naturale, distinzione che si sperava di poter eliminare con il presente disegno di legge. Esso, infatti, si compone di tre articoli, il primo dei quali apporta modifiche alla disciplina dei rapporti tra genitori e figli per renderla più consona al concetto attuale di famiglia “puerocentrica”. Il Titolo IX, Libro I, c.c (Della potestà dei genitori) viene rinominato “Dei diritti e dei doveri dei figli e delle relazioni tra genitori”, e il vecchio art. 315 c.c viene sostituito da uno nuovo rubricato “Diritti e doveri dei figli”, il quale, accanto ai già riconosciuti diritti di mantenimento, educazione ed istruzione, aggiunge quello dell’assistenza morale, ed inoltre afferma il diritto del figlio di crescere nella propria famiglia, quello di avere rapporti con i parenti e di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano. Ma la novità più importante è contenuta nel successivo nuovo art. 315-bis in cui si statuisce che tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico e che le disposizioni in tema di filiazione si applicano a tutti i figli senza distinzioni, salvo che si tratti di disposizioni specificamente riferite ai figli nati nel matrimonio o fuori del matrimonio. L’art. 2 contiene una delega al governo per la revisione complessiva delle disposizioni vigenti in materia di filiazione e successione in modo da attuare pienamente, e con coerenza sistematica, il principio di eguaglianza. Infatti, dato che l’intervento dovrà incidere su numerose norme sparse nel corpo dell’ordinamento, vi è la necessità di affidarne l’opera al governo in una visione complessiva altrimenti difficilmente realizzabile. L’obiettivo da raggiungere assume grande rilevanza anche dal punto di vista sociale, perchè recepisce un’esigenza ormai comunemente sentita: fare cadere le ultime barriere, presenti nell’ordinamento, che discriminano la persona in base alla sua nascita. L’interruzione anticipata della legislatura non ha permesso l’approvazione del presente disegno di legge grazie al quale poteva dirsi giunto a compimento il cammino intrapreso dal legislatore con la riforma del ’75, proseguito poi con la l. 54/2006, al fine di dare attuazione al dettato costituzionale dell’art. 30,3° comma, nel quale si afferma solennemente: «La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima».

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~ 3 ~ PREMESSA La persona umana è al primo posto nella gerarchia di valori fatta propria dalla Costituzione. Il valore “persona umana” costituisce la parte caratterizzante l’ordinamento giuridico, tanto da garantirne l’armonia e l’unitarietà d’intenti, e la famiglia nel suo aspetto sociale e nel suo riflesso giuridico si lega inscindibilmente all’esistenza, alla dignità e alla personalità di ciascuno dei suoi componenti. Con tale premessa comincia la relazione al disegno di legge delega governativo n°2514, presentato in data 12 aprile 2007 ed approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 16 marzo 2007, il quale si propone l’obiettivo di accogliere, finalmente in modo compiuto, il severo monito espresso già alcuni anni or sono da autorevole dottrina, secondo il quale “i figli sono figli, e basta!”. Infatti, a più di trent’anni dalla riforma del diritto di famiglia, il sistema normativo della filiazione si basa ancora sulla distinzione tra filiazione legittima e filiazione naturale, distinzione che si sperava di poter eliminare con il presente disegno di legge. Esso, infatti, si compone di tre articoli, il primo dei quali apporta modifiche alla disciplina dei rapporti tra genitori e figli per renderla più consona al concetto attuale di famiglia “puerocentrica”. Il Titolo IX, Libro I, c.c (Della potestà dei genitori) viene rinominato “Dei diritti e dei doveri dei figli e delle relazioni tra genitori”, e il vecchio art. 315 c.c viene sostituito da uno nuovo rubricato “Diritti e doveri dei figli”, il quale, accanto ai già riconosciuti diritti di mantenimento, educazione ed istruzione, aggiunge quello dell’assistenza morale, ed inoltre afferma il diritto del figlio di crescere nella propria famiglia, quello di avere rapporti con i parenti e di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano. Ma la novità più importante è contenuta nel successivo nuovo art. 315-bis in cui si statuisce che tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico e che le disposizioni in tema di filiazione si applicano a tutti i figli

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Informazioni tesi

  Autore: Sonja Sekanic
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze dei servizi giuridici
  Relatore: Romana Pacia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 29

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Parole chiave

costituzione
persona umana
status filiazione

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