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Neuropsicologia della tossicodipendenza

Esistono individui che sperimentano la droga e si fermano, altri le sperimentano, continuano nell’uso e divengono dipendenti. Qual è la differenza tra queste realtà? Perché alcuni individui diventano dipendenti e altri no? Quali sono le conseguenze della tossicodipendenza?
La mia tesi è centrata nell’affrontare non sul perché si diventa dipendenti dalle sostanza psicoattive, ma del come si arriva ad esserlo, avendo come punto di riferimento la TEORIA DEL MARCATORE SOMATICO di Damasio (1994).
Spiegherò quali sono i meccanismi neurali che sono alla base della dipendenza, le zone cerebrali maggiormente coinvolte, il circuito di ricompensa e, infine, le alterazioni delle funzioni cognitive accompagnate da alcune prove empiriche.

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PREFAZIONE termine inglese per indicare la tossicomania, addiction, deriva dal latino “condannare”, un tossicomane è infatti, in un certo senso, condannato a seguire, in forma compulsiva, uno schema comportamentale che lo porta a soddisfare la propria Il1 “sete” di sostanza. Le sostanze che inducono dipendenza sono quelle i cui effetti di rinforzo risultano così potenti che alcuni individui esposti non sono in grado di resistere a lungo senza assumerle, e che incentivano il comportamento di assunzione. In altre parole, se, in una situazione particolare un comportamento è regolarmente seguito da uno stimolo appetitoso (cioè che l’organismo tende ad avvicinare), allora quel comportamento diverrà più frequente nella situazione in questione. Per ogni nostra esperienza, il cervello registra le informazioni e le emozioni ad esse correlate, per cui, ogni qual volta che si presenta una situazione simile, esso è in grado di far tesoro dell’esperienza passata per intuire la bontà o meno della situazione e prendere delle decisioni facendo leva sulle nostre emozioni, in base a quelle che ritiene più opportune. Quello a cui andremo incontro in questo percorso, sarà come il cervello diviene dipendente dalle sostanze psicoattive, cercando di capire meglio quali siano i meccanismi neurobiologici che stanno alla base della dipendenza e quali siano le aree coinvolte evidenziate tramite studi di risonanza magnetica funzionale (fRMI). Nella prima parte affronteremo la terminologia di tossicodipendenza nella prospettiva neuropsicologica e .la “teoria del marcatore somatico” 2 (Damasio 1994) che meglio spiega il fenomeno della dipendenza. Nella seconda parte invece, tratteremo i quadri clinici riguardanti le alterazioni delle funzioni cognitive quali la memoria, il linguaggio, la percezione, le emozioni. 1 Neil R. Carlson “Fisiologia del comportamento” (2001) 2 A. Verdejo-Garcìa ,A.Bechara “A Somatic Marker Theory of Addiction” Neuropharmacology (2008) 3

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Informazioni tesi

  Autore: Nadya De Marco
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Giorgia Committeri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 21

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Parole chiave

addiction
marcatore somatico
vmpc=corteccia preforntale ventro-mediale

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