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Il foro delle obbligazioni nello spazio giuridico comunitario

L’intensificazione, ad ogni livello, degli scambi internazionali tra gli Stati, ha fatto sorgere l’esigenza di regolare determinati aspetti legati a tali rapporti, caratterizzati da elementi di estraneità: uno degli obiettivi è stato disciplinare la giurisdizione ed il riconoscimento delle sentenze destinate a circolare nei diversi territori nazionali, compito assolto dalla Convenzione di Bruxelles del 1968, poi recepita nell’ordinamento comunitario, non senza modifiche, attraverso l’adozione del Regolamento CE 44/2001.
Sebbene l’art. 5, n. 1 della Convenzione riguardi espressamente le obbligazioni contrattuali, la lettera della norma ha avuto più volte necessità di essere interpretata dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia, al fine di preservarne l’unità applicativa all’interno dei diversi Stati firmatari.
Un siffatto lavoro ermeneutico da parte della Corte, ha portato ad applicare la norma convenzionale solo a seguito dell’individuazione della prestazione caratteristica del rapporto dedotto in giudizio. Questa nozione autonoma non si è però rivelata adeguata a risolvere i problemi interpretativi, legati all’individuazione della prestazione caratteristica stessa con riferimento a determinate fattispecie di contratto ovvero ad identificare la prestazione da considerare caratteristica tra altre equivalenti o tra le diverse prestazioni dedotte in giudizio.
Ancora più problematico è stato cercare di ricondurre all’ambito di applicazione dell’art. 5, n. 1, fattispecie che, per loro stessa natura, non sono propriamente definibili contrattuali, ma si collocano sulla linea di confine tra responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, come nel caso della culpa in contrahendo. Azioni di accertamento negativo, obbligazioni di non fare, azioni strettamente collegate al contratto ma volte proprio a demolire il rapporto stesso cui ineriscono, come l’azione di simulazione o la revocatoria, e ancora, azioni come la surrogatoria ed il regresso, in cui si ha la modifica delle parti del rapporto sottostante, sono solo alcuni dei casi che sollevano grosse difficoltà interpretative in relazione all’art. 5, n. 1 della Convenzione.
Proprio a causa dei numerosi problemi applicativi, non solo parte della dottrina, ma anche la Corte di Lussemburgo ha sentito la necessità di una riforma, di una risistemazione della normativa che fosse in grado di rimuoverle. Il Legislatore comunitario ha recepito nel suo ordinamento la normativa convenzionale, rifondendo il suo contenuto nel Regolamento CE 44/2001, cercando così di trasformare in norma le critiche della dottrina e gli “aggiustamenti” fatti dalla giurisprudenza comunitaria alla Convenzione.
Il risultato è stato, però, una nuova norma che, se da un lato individua espressamente i criteri per stabilire la giurisdizione in relazione ai contratti di compravendita di beni e di prestazione di servizi, dall’altro sembra acuire il problema del suo riferimento ai contratti che già prima faticavano a rientrare in quest’ambito applicativo, ed anzi può sembrare così restrittiva, da escludere senza altra possibilità, tutte quelle fattispecie che non rientrano nella nuova rigida definizione normativa.
E’ chiaro, quindi, che la nuova norma non ha risolto il problema, bensì lo ha solo spostato, non risolvendo neppure la questione relativa alla frammentazione dell’applicazione del diritto, più volte sollevata dalla dottrina.
Ne consegue che, molto probabilmente, sarà ancora compito della Corte di Giustizia interpretare il nuovo art. 5, n. 1 del Regolamento e garantirne l’uniformità dell’applicazione, nei territori degli Stati Membri: essa sarà pertanto chiamata, in futuro, a far evolvere la propria interpretazione originaria, sulla base della modifica introdotta dalla normativa regolamentare.

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I n tr od u z i on e 1. B i s ogno di uni t à nor m a t i va e s pa z i o gi udi z i a r i o e ur ope o - 2. S upe r a m e nt o de l l a di s t i nz i one t r a gi ur i s di z i one e com pe t e nz a 1. B i s ogno di uni t à nor m at i v a e spaz i o gi udi z i ar i o e ur ope o La na s c i t a de l l a CE CA ne l 1951 ha da t o l ’a vvi o a d una t ra s form a z i one de l m odo di c onc e pi re i ra pporti t ra l e na z i oni ne l l o s pa z i o gi uri di c o de i pa e s i fi rm a t a ri : i nfa t t i c on l a s i gl a de l T ra t t a t o i s t i t ut i vo, pe r l a pri m a vol t a , un i m port a nt e s e t t ore de l l ’e c onomi a , t ra di z i ona l m e nt e re gol a t a da l l a norma t i va na z i ona l e , è s t a t o t ra s fe ri t o ne l l a s fe ra di c ont rol l o di un e nt e m e t a -na z i ona l e . Pe r a t t ua re la Com uni t à , si è pe rò ri ve l a t a ne c e s s a ri a un un’i nt e rpre t a z i one uni voc a de l l e e c om uni t a ri e , a l fi ne di s t a bi l i re c os a ri m a ne s s e ne l l a c om pl e t a di s poni bi l i t à de gl i S t a t i e qua l i , i nve c e , fos s e ro l e m a t e ri e c he ve ni va no a voc a t e a l c ont rol l o de l nuovo orga ni s m o. A que s t a funz i one nom ofi l a t t i c a s i è de di c a t a l ’a z i one de l l a Cort e di 1 G i us t i z i a de l l e Com uni t à Europe, c on l a s ua i nt e rpre t a z i one norma t i va , c he pe r de c e nni è st a t a di ti po e vol ut i vo, c on i l fi ne di es pa nde re le com pe t e nz e com uni t a ri e . 2 Oggi l a Com uni t à c ont a be n 25 S t a t i M e m bri e s ono i n c ors o ne goz i a t i pe r fut ure a de s i oni di a l t ri Pa e s i . E’ c hi a ro c om e , i n una re a l t à i n c ont i nua e s pa ns i one , un’i nt e rpre t a z i one uni voc a de l l e norme c om uni t a ri e , s i a a s s ol ut a m e nt e i ndi s pe ns a bi l e pe r a s s i c ura rne il ri s pe t t o non s ol o da pa rt e de gl i S t a t i M e m bri , m a anc he de i ci t t a di ni . D a l l a fi rm a de l pri m o T ra t t a t o a d oggi , c i s ono s t a t i gra ndi c a m bi a m e nt i ne l l ’a s s e t t o a t i vo e d i s t i t uz i ona l e , proprio pe r a da t t a re l e re gol e a l c re s c e nt e num e ro de gl i S t a t i 1 N a t a c om e C or t e di G i us t i z i a de l l a C om uni t à Eur ope a de C a r bone e de l l ’Ac c i a i o, è poi s t a t a c ondi vi s a da l l e t r e C om uni t à , di ve nt a ndo que l l a c he oggi è l a C or t e di G i us t i z i a de l l a C om uni t à Eur ope a : i nf a t t i , è s t a t o c hi a r o f i n da s ubi t o, c he l e t r e C om uni t à c os t i t ui va no un s i s t e m a i l c ui c e nt r o e r a l a C EE, c on due a ppe ndi c i col l a t e r a l i . 2 I P a e s i de l l a Com uni t à sono: -D a l 1951: Be l gi o, Ol a nda , L us s e m bur go, F r a nc i a , Ge r m a ni a ed It a l i a -1973: Gr a n B r e t a gna , I r l a nda , Da ni m a r c a -1979: Gr e c i a -1985: S pa gna e P or t oga l l o -1994: A us t r i a , Fi nl a ndi a e S ve z i a -2004: P ol oni a , Unghe r i a , Re pubbli c a Ce c a , Sl ova c c hi a , Sl ove ni a , E s t oni a , L e t t oni a , L i t ua ni a , Ma l t a e C i pr o. 1 normenorm

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Informazioni tesi

  Autore: Simona Dametto
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: indirizzo internazionale
  Relatore: Marino Marinelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

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Parole chiave

competenza giurisdizionale
convenzione di bruxelles del 1968
diritti di obbligazione
fori speciali
regolamento ce 44/2001

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