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Lifelong Learning nei centri d'arte contemporanea europei. Didattiche per adulti.

Secondo Nicolas Bourriaud l’opera d’arte è un interstizio sociale, ovvero uno spazio di relazioni umane che suggerisce possibilità di scambio differenti da quelle che sono in vigore nel sistema in cui viviamo.
L’arte contemporanea crea degli spazi liberi, i cui ritmi si oppongono a quelli che regolano la vita quotidiana, favorendo un contatto interumano diverso dalle “zone di comunicazione” che ci sono imposte.1 Questi luoghi - i musei, i centri d’arte, le gallerie - sono espressione della catena di relazioni che la stessa arte, oggi, propone. I musei sono territorio di scambio tra le diverse forme d’arte, tra la stessa arte ed il suo pubblico, ma soprattutto tra le persone, chiunque esse siano.
In queste pagine ho tentato un analisi del ruolo sociale ed educativo dell’arte e dei luoghi in cui essa viene ospitata, divenuti oggi spazi relazionali: forum, piazze, luoghi destinati al divertimento e
all’educazione, istituzioni, centri politici e simboli di democrazia, protagonisti della riqualificazione urbana ed immagini della nuova Europa.
L’aspetto relazionale ed educativo dei centri d’arte si sposa perfettamente con il concetto europeo di lifelong learning. I musei sono secondo numerosi studi e trattati, sedi privilegiate dell’apprendimento
informale, in grado di dotare i visitatori di empowerment, favorire l’inclusione sociale e la democrazia partecipativa dei cittadini.
I tre grandi capitoli che formano questa tesi ruotano intorno al concetto di accessibilità, di emancipazione culturale (e quindi sociale), attraverso l’arte e i luoghi in cui essa viene ospitata.

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Introduzione 4 INTRODUZIONE Secondo Nicolas Bourriaud l’opera d’arte è un interstizio sociale, ovvero uno spazio di relazioni umane che suggerisce possibilità di scambio differenti da quelle che sono in vigore nel sistema in cui viviamo. L’arte contemporanea crea degli spazi liberi, i cui ritmi si oppongono a quelli che regolano la vita quotidiana, favorendo un contatto interumano diverso dalle “zone di comunicazione” che ci sono imposte. 1 Questi luoghi - i musei, i centri d’arte, le gallerie - sono espressione della catena di relazioni che la stessa arte, oggi, propone. I musei sono territorio di scambio tra le diverse forme d’arte, tra la stessa arte ed il suo pubblico, ma soprattutto tra le persone, chiunque esse siano. In queste pagine ho tentato un analisi del ruolo sociale ed educativo dell’arte e dei luoghi in cui essa viene ospitata, divenuti oggi spazi relazionali: forum, piazze, luoghi destinati al divertimento e all’educazione, istituzioni, centri politici e simboli di democrazia, protagonisti della riqualificazione urbana ed immagini della nuova Europa. Il fenomeno europeo e mondiale di “democratizzazione culturale” non ha pressoché raggiunto il nostro paese: salvo rare eccezioni, l’arte contemporanea non sa richiamare folle oceaniche e non ha spazi adeguati dove essere ospitata. In Italia non esiste niente di lontanamente paragonabile al Beaubourg o al Palais de Tokyo e nulla che faccia parlare di “effetto Bilbao”. Anche i musei e le collezioni storiche non hanno saputo reinventarsi nell’ottica del divertimento e del centro relazionale: gli Uffizi non sono il Louvre, per tante, tantissime ragioni. Probabilmente al nostro paese mancano dei valori e degli atteggiamenti che all’estero, al contrario, sono presenti da decenni. Mancando questo tipo di sensibilità, non si da spazio nemmeno alle più basiche funzioni educative del museo. 1 Bourriaud N., Esthétique relationelle, Les Presses du réel, Parigi, 2001, p.13

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Informazioni tesi

  Autore: Elisabetta Tiddia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2005-06
  Università: Accademia di Belle Arti
  Facoltà: Accademia di Belle Arti di Bologna
  Corso: Comunicazione e Didattica dell'Arte
  Relatore: Cristina Francucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

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