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''Ich bin nicht am richtigen Ort''. Franz Kafka, la Giurisprudenza e la Legge in Der Prozess e altri racconti.

Es geht in dieser Arbeit darum, Kafkas Leben als das eines “Dichter - Juristen? zu rekonstruieren und um einen Zusammenhang zwischen zwei Diskursen: einem juristischen Fachdiskurs, wie ihn Kafka erlernt und angewendet hat, und einem literarischen Diskurs, der er wie kaum ein anderer Autor der Moderne mit anderen Diskursen gekreuzt hat.
Die Querverbindungen zwischen Literatur und Recht, zwischen Literaten und Juristen sind vielfältig. Die Literatur schöpft nicht selten aus dem, was das tägliche Brot des Juristen ist. Und umgekehrt gibt es Impulse, die von Literatur ausgehen und nicht nur die Rechtslehre und Rechtsprechung bestimmend beeinflussen, sondern das Gesamte öffentliche Leben und Bewusstsein. Diese Polarität kommt nicht von ungefähr, weil viele Literaten amtierende Juristen waren oder sind.
In den Jahren vor dem ersten Weltkrieg erlebte die Rechtsphilosophie ihre wohl drastischste Krise seit der Kodifiezierungskontroverse gegen Anfang des 19. Jahrhunderts. Es ist also kaum Zufall, dass dieselbe Epoche eine Reihe von literarischen Werken in Deutschland und Österreich hervorgebracht hat, in denen sich die Rechtsproblematik widerspiegelt (z. B. Franz Werfels Die Abituriententag oder Robert Musils Der Mann ohne Eigenschaften).
Die andauernde Faszination, die das Recht in Österreich auf Schriftsteller über Kraus, Werfel und Musil hinaus ausübt, spürt man noch in der Behauptung einer Figur Franz Kafkas: Es gehört ja alles zum Gericht1. Leser sind sich seit jeher der Zentralität des Gesetzes im Werk Kafkas bewusst, das nicht nur in häufigen Metaphern in seinen Tagebüchern, sondern auch in den Titeln vieler Erzählungen ersichtlich ist: Das Urteil, In der Strafkolonie, Der neue Advokat, Vor dem Gesetz, Zur Frage der Gesetze, Fürsprecher und Der Prozess.
Das “Gesetz?, wo es bei Kafka auftaucht, ist nichts als Bild für Interessen völlig anderer Art: theologisch, metaphysisch, psychologisch oder allgemein soziologisch. Erst in letzer Zeit ist es klar geworden, dass die häufigen juridischen Hinweise im Werk eines Schriftstellers, der selber Jurist war, auch noch eine spezifisch rechtliche Bedeutung haben. Laufe seines Rechtsstudiums befasste sich Kafka mit Österreichisches Zivilrecht, Staatsrecht, Handelsrecht, Strafrecht und Geschichte der Rechtsphilosophie. Wir dürfen annehmen, dass Kafka mit Großens Ideen über Kriminalpsychologie vertraut war und ihm die Rechtkontroversen, die damals in Deutschland und Österreich stattfanden, nicht unbekannt waren. Nicht nur in seinen Universitätsstudien wurde Kafka diesen neuen Ideen ausgesetzt. Von 1902 bis 1905 besuchte er die Treffen des Philosophen – Kreisen in Café Louvre, wobei er Oskar Kraus kennenlernte, einen Dozenten für Philosophie an der Universität, der vor allem auf dem Gebiet der Rechtsethik tätig war.
Schließlich können wir sagen, dass Kafkas juristische Bildung den literarischen Stil sowie die dichterische Problematik weitgehend beeinflusst hat. In manchen seiner Werke, zum Beispiel im Prozess, verrät Kafka eine prononcierte Neigung für Szenen, die um gerichtähnliche Verhöre kreisen. Auch in seinem Wortschatz spielen juristische Termini eine deutliche Rolle: vor allem Verhör, Gericht, Richter, Recht, Unrecht, Gerechtigkeit, Rechtfertigung und Urteil. Aus diesen Gründen hat man neulich erkannt, dass Der Prozess, den Kafka von August 1914 bis Januar 1915 schrieb, in einem Sinn als eine Burleske gerade der rechtlichen Prozeduren, die er selbst praktizierte, verstanden werden kann. Eine eindeutige Interpretation des Prozess ist schwierig. Darum haben sich ganz unterschiedliche Interpretationsansätze herausgebildet, die sich in verschiedenen Hauptrichtungen kategorisieren lassen: politisch oder soziologisch (das heißt antikapitalistisch beziehungsweise sozialistisch oder gesellschaftskritisch); religiös (vor allem in Bezug auf Kafkas jüdische Herkunft); psychologisch (der Prozess wird als Verdeutlichung eines inneren Prozesses gesehen), biographisch (die Verlobung und die Entlobung mit Felice Bauer); historisch-kritisch (vor dem Hintergrund der gesellschaftlichen und sozialen Spannungen und dem Beginn des Ersten Weltkrieges). Eine andere Interpretationsmöglichkeit ist die juristische beziehungsweise rechtsphilosophische und – theoretische, die bis heute im eigentlichen fehlt.
Diese Arbeit beschäftigt sich gerade mit der juristischen Auslegung zwei Kafkas Werken: Der Prozess und In der Strafkolonie. Schließlich können wir sagen, dass das Recht deutlich und eindeutig sein soll. Da das Recht schriftliches Wort ist, soll es interpretiert werden. Die Literatur, wie das Recht, bedarf der Auslegung, besonders Kafkas Werke, die keine eindeutige Deutung haben. Dieses Bedürfnis nach der Interpretation ist was das Recht mit der Literatur gemeinsam hat.

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INTRODUZIONE L’intera esistenza di Franz Kafka si svolge all’insegna di una “dislocazione” incorreggibile che lo condanna ad essere perennemente “fuori di”, “lontano da”, ma mai “nel posto giusto”. Questo “essere dislocato” risponde da un lato ad una precisa volontà dello scrittore, che spontaneamente decide di porsi fuori dalla comunità sociale e religiosa, lontano dalla famiglia e dagli affetti per dedicarsi in maniera esclusiva e totalizzante alla scrittura. Dall’altro lato, invece, tale “dislocazione” rappresenta la logica conseguenza di un mondo che scambia la natura “eccezionale” dello scrittore per “anormalità” e che, quindi, tende ad escluderlo dalla vita sociale. Ma a ben vedere, è proprio grazie a questa posizione dislocata che Kafka riesce a guardare la realtà da un osservatorio privilegiato, che gli consente di “spostare continuamente l’aspetto apparentemente normale del nostro mondo spostato per renderne visibile la follia” 1 . Questa dislocazione incorreggibile, alla quale Kafka soggiace, viene sperimentata ineluttabilmente anche dai suoi personaggi, soprattutto quando questi devono fare i conti con questioni di legge e di giustizia. Ich bin nicht am richtigen Ort 2 , dice, infatti, l’anonimo protagonista del racconto Fürsprecher , il quale afferma che se nel tribunale la difesa dell’innocente fosse realmente affidata alla maestà della legge, allora non si dovrebbe andare alla ricerca di difensori proprio nel palazzo di giustizia. Se egli, invece, continua a farlo è perché ha solo l’impressione, ma non la certezza, di trovarsi in un tribunale, il che tradisce la sua profonda sfiducia nei confronti della legge storica e dell’istituzione che la rappresenta. Di conseguenza, pur essendo innocente, il protagonista è continuamente alla ricerca di difensori, convinto che paradossalmente sia necessario difendersi anche quando non vi è alcuna accusa, in quanto gli accusatori (queste volpi astute, queste donnole leste, questi topolini invisibili 3 ), sono sempre pronti a correre verso un ipotetico tribunale e a provocare una nuova condanna, mentre i difensori sono sempre più rari ed introvabili. Di non essere nel posto giusto ne è assolutamente consapevole anche l’uomo di campagna della parabola Vor dem Gesetz , il quale trascorre tutta la vita dinanzi alla porta aperta della Legge, senza avere mai il coraggio di infrangere il divieto di un guardiano che sembra precludergli quell’ingresso e di varcare, quindi, quella soglia che in realtà è destinata solo a lui. 1 Cfr. Anders, Günther, Kafka. Pro e contro , Quodlibet, Macerata, 2006, p. 29. 2 Kafka, Franz, Gesammelte Schriften , a cura di Max Brod, Fischer, Frankfurt am Main, 1950: «Non sono nel posto giusto». Per la traduzione cfr. Kafka, Franz, Tutti i romanzi e i racconti, Newton Compton, Roma, 2006. L’aggettivo richtig , giusto, ha in sé la radice della parola Recht , diritto, che è presente anche nelle parole Gerechtigkeit , giustizia, Rechtfertigung , difesa, e Richter , giudice. Tutti questi termini e i loro rispettivi contrari, Unrecht , Ungerechtigkeit, unrichtig , ritornano quasi ossessivamente nell’opera kafkiana, testimoniando l’assoluta importanza e il ruolo di primo piano che Kafka riserva alla sfera della Legge e del diritto non solo nei suoi scritti, ma anche nella sua vita privata. 3 Kafka, Franz, Tutti i romanzi e i racconti, Newton Compton, Roma, 2006, p. 733.

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Feo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Letterature moderne comparate
  Relatore: Paola Gheri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 145

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