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''We are what we wear''. The politics of transvestism and cross-dressing in ''The Fox'' (1923) and Orlando (1928)

The aim of my work has been that of demonstrating the relevant role that clothes have on sexual identity. Far more than being reflections of choices driven by fashion, dressing constitutes a spy of our own identities; it is an insignia of class or ethnical origins or, of course, of sexual identity.
Throughout the centuries, there have been many dressing conventions, which use allowed to distinguish at first sight the two biological sexes: male and female.
From these, consequential genders and sexual practices were meant to derive.
Genders had to be “intelligible”, as Butler writes in Gender Trouble: there is no room for “‘incoherent’ gendered beings”.
Nevertheless, as often happens, rules can be broken: if clothes are symbols for the definition of gender categories, then the same clothes can be used to upset prefixed sexual identities.
In the previous centuries, wearing a pair of trousers meant clearly to be recognizable as male, whereas wearing a skirt one was certainly female-sexed.


La citazione del titolo non è stata scelta a caso:si tratta di una frase ripresa da Orlando a mio avviso particolarmente significativa per individuare il mio personale posizionamento all'interno della problematica che ho tentato di illustrare nella tesi. Il mio obiettivo è stato quello di rappresentare, da un lato, l'effetto che travestitismo e cross-dressing hanno sulle identità di genere e sessuali; dall'altro,l'approccio diametralmente opposto alla figura del travestito e alla pratica del cross-dressing da parte dei due generi “canonici”: maschile e femminile. Di qui la scelta di interpretare due testi letterari più o meno contemporanei prodotti l'uno da una donna e l'altro da un uomo. Orlando è una biografia fantastica e fuori dal comune, nella quale si racconta la storia di un personaggio che nell'arco della sua lunghissima vita sperimenta le conseguenze che il cambiarsi d'abito comporta. Nato uomo, un giorno al suo risveglio Orlando si trova trasformato in una donna;inizia di conseguenza a vestirsi anche come tale: l'indossare abiti femminili gli/le permette una riflessione sul significato dell'essere uomo e dell'essere donna. La costrizione degli abiti femminili dell'Ottocento, con i loro corpetti asfittici e la scomodità delle gonne lunghe diventano il simbolo della costrizione/costruzione di un genere da parte della società patriarcale con il fine di mantenere inalterate le gerarchie ed i privilegi maschili. Ma grazie al cross-dressing del/la protagonista, la Woolf dipinge la flessibilità delle identità sessuali e di genere, messe in crisi dal travestirsi, che diventa metafora per la ridefinizione delle categorie. Nel caso del racconto di Lawrence la figura del cross-dresser è spogliata di tutta la sua carica eversiva e ricondotta all'interno di una cornice di pura eterosessualità. Le protagoniste, March e Banford, decidono di vivere insieme e di governare una fattoria. Ma la loro convivenza viene turbata dall'arrivo di Henry: un giovane soldato che non esiterà a circuire March per indurla a sposarlo, in modo da appropiarsi della fattoria, arrivando persino ad uccidere la sua diretta rivale, Banford. Che Lawrence sia ancora legato ai valori di una società patriarcale lo si evince dalla raffigurazione delle due donne: pur all'interno di una coppia omosessuale, i “vecchi” ruoli vengono riproposti disegnando l'una come più femminile e l'altra come più mascolina. L'arrendersi di March alla corte di Henry è affidato ad un cambio d'abito; se March era solita indossare vestiti maschili, da un certo punto della narrazione in poi inizia ad optare per abiti più adatti al suo essere donna, che inoltre la rendono più “accessibile” a quell'innato istinto da cacciatore, simbolizzato dalla volpe, che può appartenere solo ad un “fiero possessore del fallo”. A fine racconto lo spirito progressista di March viene definitivamente annullato in un matrimonio che la rende passiva ed arrendevole alla supremazia del genere maschile.
In conclusione, Orlando e “The Fox” possono essere visti come due specchi per ciò che riguarda la visione del travestitismo da parte del genere maschile e femminile:mentre il primo ha sentito, e sente tutt'ora, il bisogno di proteggersi dallo slittamento delle categorie di genere, il secondo, sente fondamentale il processo di ridefinizione delle identità per poter criticare un sistema patriarcale ormai superato, per affrontare in base ad una nuova dialettica il rapporto tra sessi.

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Preface In my work I chose to analyze the blurring of gender categories from the point of view of the practices of transvestism and cross-dressing. I took as starting point one of the chapters of Gilbert ’s and Gubar' No Man’s Land , significantly entitled “Cross-dressing and Re-dressing: Transvestism as Metaphor” 1 . Thanks to the Industrial Revolution and the development of the textile industry, people realized that clothes are not anymore fixed symbols of class or sexual identity, but they can be carefully and conscientiously selected; they can be used, as in the theatre, to impersonate a character, a role which can be very distant to one’s biological sex. Thus transvestism becomes a metaphor for the redefinition of gender identities, a process that took place starting with the feminism and still being discussed nowadays. On the one hand, I want to investigate the consequences that the act of dressing has on the concept of gender identity, while 1 Sandra M. Gilbert, Susan Gubar, No Man’s Land , vol. II “Sexchanges”, Yale University Press, 1989, p.324. 3

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Informazioni tesi

  Autore: Bianca Pindo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Laura De Michele
  Lingua: Inglese
  Num. pagine: 64

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Parole chiave

patriarchy
identity construction
gender identity
liminal subjects
feminism
david herbert lawrence
cross-dressing
virginia woolf
transvestism
sexual identity

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