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Over-reaction nel mercato italiano: analisi dell'euristica "vincitori e perdenti"

L’obiettivo principale del presente lavoro di ricerca è quello di approfondire lo studio sull’euristica dell’over-reaction nei mercati finanziari, ovvero la tendenza a reagire troppo o troppo poco rispetto ad un evento o ad una nuova informazione, fuoriuscendo dagli schemi della logica Bayesiana. In particolare, si farà riferimento agli articoli di De Bondt e Thaler nei quali si osserva che il legame tra comportamento di mercato e psicologia individuale conduce a delle forti evidenze concernenti il grado di prevedibilità degli andamenti del mercato, determinando l’assenza dell’efficienza (specialmente nella forma debole).

Sulla falsa riga delle ricerche effettuate sul mercato azionario americano, si procederà all’analisi di quello italiano per verificare la presenza dei due effetti collegati all’ipotesi di reazione eccessiva: l’effetto direzionale e l’effetto grandezza. Il primo postula che alle variazioni estreme dei prezzi fanno seguito movimenti di segno opposto. I titoli che in un dato periodo realizzano una performance molto positiva (winner), in quello successivo, saranno tra coloro che otterranno risultati negativi. All’opposto, le azioni che hanno ottenuto rendimenti anormalmente bassi (loser), nei periodi futuri realizzeranno andamenti positivi.
Il secondo effetto implica che quanto maggiore è la variazione del prezzo tanto più forte sarà la reazione che segue. Se, nel periodo precedente, un titolo ha ottenuto la migliore performance, in quello successivo realizzerà il risultato peggiore e viceversa.

In particolare, partendo dalle quotazioni ufficiali dei titoli, recuperate presso la Borsa italiana, si ripercorreranno gli step della ricerca esposta nel quarto capitolo, al fine di giungere a delle conclusioni circa la coerenza tra i risultati ottenuti e quelli ipotizzati dall’euristica sotto esame.

Le conclusioni formulate in seguito alla verifica non sostengono l’ipotesi di “over-reaction” per quanto riguarda il mercato azionario italiano, poiché i rendimenti dei titoli “vincitori” e “perdenti” non hanno mostrato modelli di inversione coerenti con l’effetto direzionale e grandezza. Pertanto la strategia che suggerisce di acquistare i titoli del portafoglio perdente e di vendere i titoli del portafoglio vincente, nel periodo successivo a quello di formazione, non avrebbe permesso la realizzazione di abnormal profit nel lungo periodo. Per inciso, da un lato sembra che l’assenza di over-reaction sia fortemente legata alle PMI; dall’altro, si è palesata una presenza di un effetto stagionale, non nel mese di gennaio ma in quelli fino marzo inizio aprile negli CAR, dei portafogli perdenti.

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5 INTRODUZIONE La ―finanza comportamentale‖ o ― behavioral finance‖ può definirsi come la scienza che studia il funzionamento dei mercati ed il comportamento degli investitori, utilizzando conoscenze e strumenti propri di altre discipline delle scienze umane per essere in grado di interpretare il più realisticamente possibile il complesso mondo finanziario. Questo recente approccio di ricerca segna in particolare l‘incontro della finanza con la psicologia e, più in generale, con le scienze cognitive e di decision-making. Se a prima vista sembrerebbe azzardato e forse eccessivamente accademico cercare di affiancare discipline così diverse fra loro per lo studio dei mercati finanziari, in realtà un‘analisi più attenta confermerebbe la necessità di partire dallo studio del comportamento umano per la comprensione dei mercati, poiché precisamente gli individui ne sono i protagonisti diretti ed indiscussi, con le loro emozioni ed aspetti umani. Da sempre l‘economia, alla ricerca della massima semplicità, ha risolto il problema della psicologia dell‘operatore economico inventan do il cosiddetto homo œconomicus, ovvero l‘agente economico perfettamente razionale e massimizzatore della sua funzione di utilità. L‘ipotesi di razionalità perfetta dell‘investitore ha permesso alla scienza economica, ed in particolare alla finanza, di raggiungere risultati molto brillanti in modo relativamente semplice con la formulazione di teorie quali le seguenti: valore atteso ed utilità attesa di Von Neumann e Morgerstern (1944); efficienza del mercato

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Informazioni tesi

  Autore: Pasquale Scipione
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Cassino
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia, management e finanza d'impresa
  Relatore: Vincenzo Costa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 175

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Parole chiave

finanza comportamentale
euristiche
riflessività
mercato azionario italiano
teoria dell'utilità attesa
over-reaction hypothesis
teoria del mercato efficiente

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