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Fotogiornalismo e manipolazione dell'immagine. Le problematiche etiche dell'informazione

Il termine fotografia deriva da due parole greche, photos e graphis, che significano rispettivamente luce e scrittura. Riflettendo su questa definizione, il fotografo Ferdinando Scianna sostiene che all'interno di essa è presente la prima e grande ambiguità circa la natura dell'immagine fotografica: scrittura con la luce o scrittura di luce? Se riteniamo vera la prima definizione, allora la fotografia è un linguaggio e il fotografo uno “scrittore”, dunque artista; se riteniamo vera la seconda la fotografia è una semplice mediatrice tra l'uomo e la realtà, ed il ruolo del fotografo è quello di attivare questo processo chimico-fisico che permette di ottenere immagini su materiali fotosensibili, senza interferire nella sua realizzazione.
Questa tesi, prendendo in considerazione l'uso che è stato fatto della fotografia in quanto strumento d'informazione e documentazione nel corso della storia, si propone di dimostrare che l'essenza della fotografia partecipa di entrambe le definizioni, si trovi dunque ad essere, contemporaneamente, strumento di duplicazione del reale, ma anche mezzo di interpretazione della realtà. “Le fotografie, sapete, sono mezze verità”, sosteneva il grande fotografo Ansel Adams, mezze poiché se da un lato ciò che è presente nell'immagine fotografica doveva trovarsi per forza nella realtà, per sua stessa definizione, dall'altro durante questa operazione di prelievo intervengono molti elementi di soggettività, che possono interferire nella resa del reale sia prima, che durante, o dopo lo scatto.
Quando è che la manipolazione dell'immagine diviene un atto disonesto? Chi sono gli attori che entrano in gioco nella creazione del documento fotografico? Quali sono le norme da rispettare ai fini di un'informazione onesta e completa? Si cercherà di rispondere a questi quesiti, nel tentativo di individuare delle possibili soluzioni a queste problematiche attuali, il cui interesse dovrebbe essere di tutti, dato che ognuno di noi è, chi più chi meno, fruitore di immagini e dunque possibile vittima di operazioni manipolatorie.

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Introduzione Il termine fotografia deriva da due parole greche, photos e graphis , che significano rispettivamente luce e scrittura. Riflettendo su questa definizione, il fotografo Ferdinando Scianna sostiene che all'interno di essa è presente la prima e grande ambiguità circa la natura dell'immagine fotografica: scrittura con la luce o scrittura di luce? Se riteniamo vera la prima definizione, allora la fotografia è un linguaggio e il fotografo uno “scrittore”, dunque artista; se riteniamo vera la seconda la fotografia è una semplice mediatrice tra l'uomo e la realtà, ed il ruolo del fotografo è quello di attivare questo processo chimico-fisico che permette di ottenere immagini su materiali fotosensibili, senza interferire nella sua realizzazione 1 . Questa tesi, prendendo in considerazione l'uso che è stato fatto della fotografia in quanto strumento d'informazione e documentazione nel corso della storia, si propone di dimostrare che l'essenza della fotografia partecipa di entrambe le definizioni, si trovi dunque ad essere, contemporaneamente, strumento di duplicazione del reale, ma anche mezzo di interpretazione della realtà. “Le fotografie, sapete, sono mezze verità”, sosteneva il grande fotografo Ansel Adams, mezze poiché se da un lato ciò che è presente nell'immagine fotografica doveva trovarsi per forza nella realtà, per sua stessa definizione, dall'altro durante questa operazione di prelievo intervengono molti elementi di soggettività, che possono interferire nella resa del reale sia prima, che durante, o dopo lo scatto. Nel primo capitolo della tesi si analizza il ruolo del documento fotografico nel corso della storia, partendo dalla seconda metà dell'Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento, mettendo in evidenza i casi di manipolazione a cui è stata ripetutamente sottoposta l'immagine fotografica. Vengono prese in analisi alcune immagini che sono state frutto di una messa in scena, ma fatte passare come colte nel fatto, come L'ultimo riposo del cecchino ribelle di 1 http://www.divshare.com/download/14359291-c3e

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Informazioni tesi

  Autore: Lucrezia Senserini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Musica e spettacolo
  Relatore: Massimo Agus
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 104

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Parole chiave

informazione
etica
fotografia digitale
manipolazione
propaganda
post-produzione
fotoreporter
codice deontologico
fotogiornalismo
immagine fotografica
documento fotografico

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