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Criminalizzazione dell'immigrazione: la Spagna

La presente tesi lascia comprendere come negli anni si sia verificata una continua e progressiva chiusura dei confini e delle mentalità verso questo fenomeno che sempre di più fa parte di un futuro non troppo lontano.L’immigrazione è una costante di non possibile estrazione dal contesto dell’attualità, se fin a un paio di decenni fa essa appariva come manovalanza più che utile per le società capitalistiche in via di sviluppo, ora appare come un problema, qualcosa da debellare e stigmatizzare, per tacciarla di ogni male possibile e rendere capro espiatorio della colpa del singolo un intera razza, sono le stesse statistiche a porci il problema di una popolazione che diventa una presenza incombente per il paese nel quale si stabilisce, destando le preoccupazioni di molti per via della densità e per l’emergenza stessa, che il loro arrivare sulle coste impone alle politiche sulla sicurezza, politiche che in Spagna si manifestano al contempo di chiusura e di apertura, da una parte impone il ricordo di quell’11 Marzo 2004 dall’altra parte ricorda a noi il 3 ottobre 2005 e l’esercito spagnolo aprire il fuoco a Ceuta e Melilla.
Le statistiche criminalizzano quei soggetti, poiché se osservassimo negli ultimi anni le stime sui detenuti nell’UE e calcolassimo quanti di loro e in quale percentuale, sono stranieri immigrati, allora i dati che avremmo sotto mano sarebbero preoccupanti.
Nella penisola iberica sulla quale tratto la presente tesi, apparirebbe quanto mai chiaro che la percentuale degli stranieri detenuti è alta rispetto al totale, non ci troviamo ad una parità del 50% ma a un 33%, che però paragonato alla popolazione iberica nelle carceri fa guardare con sgomento ad un prossimo futuro nel quale i dati del D.E.S.A. Population division, stimano un ulteriore e notevole crescita della densità di popolazione immigrata... una Spagna con 4 milioni di immigrati.
Ma non vi deve essere il timore per l'aumento di immigrati in arrivo, essi vanno ad addensare le braccia della prima manovalanza utile allo stato, rendendo spesso un favore al paese , occupando quei posti che spesso il cittadino non vuole occupare, ma quello che deve intimorire, è come questi uomini vengono trattati e cosa ad essi viene dato, e cosa invece gli spetterebbe ricevere, se loro rimembreranno sempre le condizioni peggiori nel paese di origine questo non accadrà per la seconda generazione, i loro figli, che guardando la loro situazione di lavavetri, mendicanti, e tacciati di esser criminali solo perché nati in un determinato contesto, vedranno ciò che non può offrirgli quel paese, non percepiranno il miglioramento non conoscendo il passato e saranno loro coinvolti a divenire la nuova classe di stranieri presenti nelle carceri iberiche così come nelle carceri delle altre nazioni dell’Unione Europea.
Ciò che aggrava maggiormente questa situazione è la criminalizzazione che sono gli stressi mass media ad effettuare sul soggetto, il focus continuo sulle storie che hanno come sfondo l’aggressione da parte di immigrati, la violenza alla popolazione e che con tale pubblicizzazione aumentano l’odio che viene provato verso persone per la maggior parte prive di colpa se non quella del condividere la nazionalità o solo il colore di pelle dell’aggressore.
Poche se non rare o assenti le volte nelle quali si parli non dell’abuso sull’ispanico ma della violenza sulla ragazza rom, l’immigrazione fa paura, questo è indubbio ed è impossibile paragonare la popolazione autoctona con quella straniera facendo ciò che viene definito “di tutta un erba un fascio” poiché per fare tale associazione dobbiamo mensionare una sostanziale differenza, ovvero quella della “quantità” dalla “qualità”.

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10 - federica fusco - Criminalizzazione dell'Immigrazione: Spagna Introduzione L'osservazione diretta della polizia nei luoghi di frontiera, a contatto con immigrati e professionisti, ha fatto sorgere l'incombenza di parlare del problema dell'immigrazione, a prescindere dai luoghi comuni con i quali veniamo bombardati mediaticamente ogni giorno. Vi è bisogno di analizzare senza pretese la natura multidisciplinare del fenomeno, le implicazioni e le conseguenze che quest'ultimo ha sulla società e sui suoi mutamenti a livello storico e sociale. In pratica è di elevata importanza l'analisi continua, prospettica e progressiva che periodicamente la società opera verso se stessa in vista del suo proprio futuro, prendendo in considerazione le nuove emergenze che sorgono continuamente, e preventivando in tal modo i cambiamenti a medio e lungo termine che tali emergenze comportano. Non è quindi banale ammettere che in tale prospettiva la questione dell'immigrazione si colloca senza trascendentalismi come cardine del futuro cambiamento societario dell'intera umanità . Si è utilizzata come aperta provocazione nel campo dell'analisi dell'immigrazione una variante analitica prettamente criminologica, partendo dal binomio concettuale “Criminalità e Criminalizzazione” (trovandoci a parlare del territorio ispanico prenderemo al definizione di criminalizzare dal dizionario della Real Accademia De Lingua Española: “attribuire carattere criminale a qualcuno o qualcosa”). Un obiettivo è stato trarre una conclusione operativa che permetta di definire il grado di “malattia assiomatica” che l'immigrazione ha nella percezione di “sicurezza” della popolazione natia.

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Fusco
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Silvio Lugnano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 132

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