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Il gap di produttività Stati Uniti - Europa dopo il 1995

Nel presente lavoro si esplorano le ragioni del differente andamento dei tassi di crescita della produttività del lavoro di Europa e Stati Uniti dagli anni Ottanta ad oggi. Dalla contabilità della crescita emerge infatti che il tasso di crescita della produttività del lavoro, misurata come output prodotto per ore lavorate, è aumentato negli Stati Uniti e diminuito in Europa a partire dal 1995. Tale andamento rappresenta una marcata inversione di tendenza rispetto al periodo precedente, che aveva visto un progressivo processo di convergenza europeo rispetto ai livelli di produttività più elevati dell’economia statunitense.
Gran parte del divario che si manifesta a partire dalla metà degli anni Novanta è attribuibile alla differente performance della Produttività Totale dei Fattori (PTF) tra le due aree prese in esame. Come è noto tale indicatore cattura i miglioramenti di efficienza produttiva dovuti all’adozione di tecnologie superiori, la combinazione più efficiente degli input produttivi e la presenza di economie di scala, e fornisce pertanto una misura dello scostamento dei paesi dalla frontiera tecnologica.
Cercheremo quindi di ripercorrere sinteticamente la letteratura principale sull’argomento evidenziando il ruolo chiave di alcune determinanti istituzionali nell’inibizione della crescita della PTF: la regolamentazione del mercato dei prodotti e servizi e le rigidità del mercato del lavoro.
Nel farlo terremo in considerazione alcuni elementi. In primo luogo si segnaleranno le eterogeneità delle performance dei diversi settori all’interno del campione europeo. Inoltre si esamineranno gli eventuali effetti legati alle politiche suggerite dall’OECD Job Strategy del 1994 e dall’Agenda di Lisbona del 2000. In particolare il focus sarà posto sui regimi di protezione all’impiego e sulla regolamentazione del mercato dei beni e servizi dai paesi europei durante il decennio 1998-2008. Tra le ipotesi interpretative, si assumeranno gli elementi chiave del modello di crescita endogena di tipo “neo-schumpeteriano”. Secondo tale modello, la crescita della produttività totale dei fattori dipende dai fenomeni di adozione ed imitazione della tecnologica esistente o da processi radicalmente innovativi a livello tecnologico. Maggiore è la distanza dalla frontiera tecnologica maggiori saranno i processi di imitazione tecnologica dei paesi lontani da essa, mente lungo la frontiera sono le attività radicalmente innovative a spingere maggiormente in alto i tassi di crescita della PTF.
Si darà inoltre conto della letteratura econometrica che ha stimato la presenza di legami di complementarietà delle determinanti istituzionali nella spiegazione della diminuzione della crescita della PTF.
L’ultima parte del lavoro darà spazio ad un’analisi paese-settore, così da porre in evidenza in quali settori di attività le performance della PTF siano in particolare peggiorate nel corso degli anni nei paesi del vecchio continente.
In sintesi, i risultati raggiunti evidenziano come, i tassi di crescita europei della PTF rispetto a quelli statunitense siano crollati dopo il ‘95 in 3 settori d’attività ben definiti, come quello delle tecnologie delle informazione e comunicazione (ICT), della distribuzione all’ingrosso e al dettaglio, e dei servizi turistici (alberghi e ristoranti). I settori di attività dove l’Europa ha registrato invece tassi di crescita della PTF maggiori rispetto agli Stati Uniti dopo il ’95 sono stati: i) poste e telecomunicazioni; ii) attività finanziarie ed assicurative; iii) produzione di macchinari ed apparecchiature.
Emerge inoltre che le riforme adottate dai paesi europei per ridurre le rigidità del mercato del lavoro e le norme anti competitività dei servizi non manifatturieri non sembrano essere state in grado di alterare in maniera significativa il trend negativo delle perfomance della PTF nel decennio 1998-2008. Tali riforme, definite come “al margine”, hanno infatti fatto leva sugli aspetti politicamente meno controversi su cui intervenire, come i contratti di lavoro di tipo temporaneo; inoltre, le liberalizzazioni dei servizi non manifatturieri non sono state sufficientemente incisive, come nel caso dell’Italia.

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3 Introduzione Nel presente lavoro si esplorano le ragioni del differente andamento dei tassi di crescita della produttività del lavoro di Europa e Stati Uniti dagli anni Ottanta ad oggi. Dalla contabilità della crescita emerge infatti che il tasso di crescita della produttività del lavoro, misurata come output prodotto per ore lavorate, è aumentato negli Stati Uniti e diminuito in Europa a partire dal 1995. Tale andamento rappresenta una marcata inversione di tendenza rispetto al periodo precedente, che aveva visto un progressivo processo di convergenza europeo rispetto ai livelli di produttività più elevati dell‟economia statunitense. Gran parte del divario che si manifesta a partire dalla metà degli anni Novanta è attribuibile alla differente performance della Produttività Totale dei Fattori (PTF) tra le due aree prese in esame. Come è noto tale indicatore cattura i miglioramenti di efficienza produttiva dovuti all‟adozione di tecnologie superiori, la combinazione più efficiente degli input produttivi e la presenza di economie di scala, e fornisce pertanto una misura dello scostamento dei paesi dalla frontiera tecnologica. Cercheremo quindi di ripercorrere sinteticamente la letteratura principale sull‟argomento evidenziando il ruolo chiave di alcune determinanti istituzionali nell‟inibizione della crescita della PTF: la regolamentazione del mercato dei prodotti e servizi e le rigidità del mercato del lavoro. Nel farlo terremo in considerazione alcuni elementi. In primo luogo si segnaleranno le eterogeneità delle performance dei diversi settori all‟interno del campione europeo. Inoltre si esamineranno gli eventuali effetti legati alle politiche suggerite dall‟OECD Job Strategy del 1994 e dall‟Agenda di Lisbona del 2000. In particolare il focus sarà posto sui regimi di protezione all‟impiego e sulla regolamentazione del mercato dei beni e servizi dai paesi europei durante il decennio 1998-2008. Tra le ipotesi interpretative, si assumeranno gli elementi chiave del modello di crescita endogena di tipo “neo-schumpeteriano”. Secondo tale modello, la crescita della produttività totale dei fattori dipende dai fenomeni di adozione ed imitazione della tecnologica esistente o da processi radicalmente innovativi a livello tecnologico. Maggiore è la distanza dalla frontiera tecnologica maggiori saranno i processi di imitazione tecnologica dei paesi lontani da essa, mente lungo la frontiera sono le attività radicalmente innovative a spingere maggiormente in alto i tassi di crescita della PTF. Si darà inoltre conto della letteratura econometrica che ha stimato la presenza di legami di complementarietà delle determinanti istituzionali nella spiegazione della diminuzione della crescita della PTF.

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Masciotti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Mirella Damiani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 119

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Parole chiave

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stati uniti
competizione
europa
formazione professionale
nmr
crescita endogena
aghion-howitt
contabilità della crescita
produttività del lavoro
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