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La lettura del paesaggio attraverso i diari di due scrittrici: Anna Jameson e Dorothy Wordsworth

Per tutto il sec. XVIII, tra le classi colte d‘Europa, il viaggio assume un valore di esperienza conoscitiva e scoperta interiore nel rapporto tra individuo e luogo circostante, ciò si manifesta nel Grand Tour, un viaggio di formazione intellettuale.
La percezione e la conoscenza del mondo, dei diversi ambienti, territori e paesaggi non avvengono solo attraverso il contatto diretto che sollecita l'intervento sensoriale ma anche con rielaborazioni mentali, emotive, analogiche e affettive fornite da rappresentazioni geografiche e letterarie di diversa forma e natura.
Nasce quindi l‘esigenza di trascrivere, in qualsiasi forma possibile, le emozioni percettive suscitate dal contatto fisico con il territorio permettendo, così, attraverso la memoire di riviverle.
La presente trattazione mostra come il genere del «travel writing» sia una fonte importante per la geografia umanistica, allora come oggi, inteso come mezzo per accrescere le conoscenze geografiche.
Il lavoro si articola principalmente in due parti: la prima si concentra sulla contestualizzazione, un excursus di carattere generale sulla geografia umanistica, segnalando le teorie, le correnti e i personaggi principali che concorrono alla sua formazione, proseguendo con un soggetto chiave di tale disciplina, ovvero, il paesaggio e la sua duplice dimensione. Successivamente si presenta l‘interconnessione tra la geografia umanistica e la letteratura, trattando in modo principale i resoconti di viaggio, ritornando al concetto di paesaggio e come esso viene costruito nel frame letterario, dando spazio, in particolar modo, alla prospettiva femminile. Tale prospettiva viene trattata nella seconda parte del lavoro, con l‘analisi specifica di due resoconti di viaggio: The Diary of an Ennuyée della scrittrice e critica d‘arte di origine irlandese, Anna Jameson, e Recollections of a Tour Made in Scotland (1803) di Dorothy Wordsworth.
Due donne che hanno saputo distinguersi dalle altre del loro tempo attraverso il viaggio, che ha permesso loro di acquisire consapevolezza di se stesse, rafforzare il proprio ruolo di scrittrici all‘interno della società e soprattutto tracciare una tradizione femminile di scrittrici e viaggiatrici.
Le due opere ci mostrano due tipi di resoconti di viaggio diversi, il primo caratterizzato anche da elementi fittizi, un diario di viaggio romanzato; l‘altro può rappresentare quei resoconti di viaggio che possono essere utili per tracciare una storia sociologica di un paese.
Analizzando le opere possiamo cogliere come le autrici percepiscano l‘ambiente circostante e come cerchino di tradurre le loro impressioni attraverso la forma letteraria del diario.

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2 INTRODUZIONE Per tutto il sec. XVIII, tra le classi colte d‘Europa, il viaggio assume un valore di esperienza conoscitiva e scoperta interiore nel rapporto tra individuo e luogo circostante, ciò si manifesta nel Grand Tour, un viaggio di formazione intellettuale. ―La percezione e la conoscenza del mondo, dei diversi ambienti, territori e paesaggi non avvengono solo attraverso il contatto diretto che sollecita l'intervento sensoriale ma anche con rielaborazioni mentali, emotive, analogiche e affettive fornite da rappresentazioni geografiche e letterarie di diversa forma e natura.‖ 1 Nasce quindi l‘esigenza di ―trascrivere‖, in qualsiasi forma possibile, le emozioni percettive suscitate dal contatto fisico con il territorio permettendo, così, attraverso la memoire di riviverle. La presente trattazione mostra come il genere del «travel writing» sia una fonte importante per la geografia umanistica, allora come oggi, inteso come mezzo per accrescere le conoscenze geografiche. Il lavoro si articola principalmente in due parti: la prima si concentra sulla contestualizzazione, un excursus di carattere generale sulla geografia umanistica, segnalando le teorie, le correnti e i personaggi principali che concorrono alla sua formazione, proseguendo con un soggetto chiave di tale disciplina, ovvero, il paesaggio e la sua duplice dimensione. Successivamente si presenta l‘interconnessione tra la geografia umanistica e la letteratura, trattando in modo principale i resoconti di viaggio, ritornando al concetto di paesaggio e come esso viene costruito nel frame letterario, dando spazio, in particolar modo, alla prospettiva femminile. Tale prospettiva viene trattata nella seconda parte del lavoro, con l‘analisi specifica di due resoconti di viaggio: The Diary of an Ennuyée della scrittrice e critica d‘arte di origine irlandese, Anna Jameson, e Recollections of a Tour Made in Scotland (1803) di Dorothy Wordsworth. Due donne che hanno saputo distinguersi dalle altre del loro tempo attraverso il viaggio, che ha permesso loro di acquisire consapevolezza di se stesse, rafforzare il proprio ruolo di scrittrici all‘interno della società e soprattutto tracciare una tradizione femminile di scrittrici e viaggiatrici. 1 GAVINELLI D. , Gli spazi della finzione letteraria e della geografia, in http://www.treccani.it/Portale/sito/scuola/in_aula/lingua_e_letteratura/letteratura_e_geografia/gavi nelli.html

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Informazioni tesi

  Autore: Arjola Hasa
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Enrica Lemmi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

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Parole chiave

letteratura
viaggio
paesaggio
dorothy wordsworth
scrittrici
resoconti di viaggio
travel writing
anna jameson
geografia umanistica

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