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Analisi di un impianto cogenerativo ad olio vegetale

Con questa tesi ci si è proposto di dare visione ad un progetto realizzato, ancora in fase di collaudo, localizzato a Cassola nell’alto Vicentino.
Il suddetto impianto è alimentato da biomasse liquide costituite da materiale vegetale, da colture dedicate provenienti da “Filiera corta”, cioè che traggono origine dal territorio nazionale o comunque da coltivazioni all’interno di aree agricole della Comunità Europea.
L’olio vegetale alimenta un motore a ciclo diesel, accoppiato con un generatore sincrono a bassa tensione (400V, 50 Hz).
Assieme al recupero di calore ottenuto dal raffreddamento della camicia motore e dell’olio refrigerante, che ne costituisce la parte cogenerativa, è prevista produzione di energia elettrica.
L'omogeneità del combustibile consente di condurre il processo di recupero di energia in maniera efficiente e compatibile con l'ambiente e la salute. L'impianto è dimensionato per erogare una potenza elettrica netta pari a 480 kW interamente ceduta alla rete nazionale, per una produzione annuale in rete di 3.564.000kWh. L'energia termica recuperabile, sotto forma di acqua calda alla temperatura di 85°C, è complessivamente pari a 250 kW.
Il nuovo impianto consente la completa valorizzazione delle biomasse vegetali, per il fatto che il loro potenziale energetico non è più solo utilizzato per produrre energia termica, ma anche energia elettrica.

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1. PREMESSA Con questa tesi ci si è proposto di dare visione ad un progetto realizzato, ancora in fase di collaudo, localizzato a Cassola nell’alto Vicentino. Il suddetto impianto è alimentato da biomasse liquide costituite da materiale vegetale, da colture dedicate provenienti da “Filiera corta”, cioè che traggono origine dal territorio nazionale o comunque da coltivazioni all’interno di aree agricole della Comunità Europea. L’olio vegetale alimenta un motore a ciclo diesel, accoppiato con un generatore sincrono a bassa tensione (400V, 50 Hz). Assieme al recupero di calore ottenuto dal raffreddamento della camicia motore e dell’olio refrigerante, che ne costituisce la parte cogenerativa, è prevista produzione di energia elettrica. L'omogeneità del combustibile consente di condurre il processo di recupero di energia in maniera efficiente e compatibile con l'ambiente e la salute. L'impianto è dimensionato per erogare una potenza elettrica netta pari a 480 kW interamente ceduta alla rete nazionale, per una produzione annuale in rete di 3.564.000kWh. L'energia termica recuperabile, sotto forma di acqua calda alla temperatura di 85°C, è complessivamente pari a 250 kW. Il nuovo impianto consente la completa valorizzazione delle biomasse vegetali, per il fatto che il loro potenziale energetico non è più solo utilizzato per produrre energia termica, ma anche energia elettrica. L'energia elettrica così prodotta consente il risparmio di corrispondenti quantità di energia primaria derivante da fonti energetiche non rinnovabili, per il recupero di calore per riscaldamento e per scopi industriali, stimato pari a circa 94.000 m 3 /anno di gas metano, cioè 77 TEP. Il risparmio di combustibili primari tradizionali, rappresentati nel nostro paese generalmente da combustibili fossili di importazione, che sarebbero stati necessari per produrre, con centrali termiche tradizionali, pari quantità di energia elettrica, riduce l'emissione in atmosfera di notevoli quantità di anidride carbonica e quindi di gas serra, causa dell'ormai evidente squilibrio climatico del nostro globo. Particolarmente critica per l'ambiente è l'emissione di biossido di carbonio (C0 2 ), prodotto dalla combustione di combustibili fossili, che è il principale responsabile dell'effetto serra: si stima che circa un terzo di tutta la C0 2 prodotta dall'attività umana, provenga dagli effetti della produzione di energia elettrica. Il biossido di carbonio prodotto e immesso nell'atmosfera durante la combustione di combustibili fossili è stato assorbito e fissato nelle piante in una altra era geologica e giace" sopito ".Pertanto, la combustione dei tradizionali combustibili fossili aggiunge biossido di carbonio al contenuto attuale dell' atmosfera. Al contrario utilizzando la biomassa, prodotta nella nostra era, si può considerare che la C0 2 emessa sia praticamente zero, in quanto il processo di assorbimento da parte delle piante, fonte primaria delle biomasse, avviene quasi contestualmente alla loro trasformazione in energia. Si stima che la riduzione di emissioni di C0 2 è di 1.960 tonnellate all’anno, rispetto al quantitativo afferente un motore diesel tradizionale. In buona sostanza la produzione di energia elettrica da biocombustibili non libera C0 2 aggiuntivo nell'atmosfera, ed è quindi una tecnologia che ben si inserisce nei programmi di riduzione della 4

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Informazioni tesi

  Autore: Umberto Vantini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria industriale
  Relatore: Anna Stoppato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 47

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