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Verifica della funzionalità di un impianto di trattamento di reflui urbani con rimozione biologica dei nutrienti

Negli impianti convenzionali a fanghi attivi, la presenza delle schiume biologiche è da attribuire alla presenza di batteri filamentosi foam-former in quantità eccessiva, che si caratterizzano per avere una parete cellulare altamente idrofobica. Il loro sovrannumero fa si che essi escano dai fiocchi avvolgendoli, e rendendoli idrofobici, fanno si che essi possano attaccarsi alle bolle d’aria generate dal sistema di aerazione flottando in superficie, dove accumulandosi formano una coltre di schiuma spessa e stabile.
In questa tesi di laurea vengono affrontate le maggiori problematiche che si riscontrano negli impianti a fanghi attivi.
Il lavoro svolto è stato finalizzato allo studio del processo biologico, condotto nel periodo Ottobre 2010 – Giugno 2011, nell’impianto di depurazione delle acque reflue di Carini.
Per valutare la formazione di schiume nel reattore biologico sono state svolte prove, sul campo, di sedimentabilità , di tracciamento della percentuale di ricoprimento delle schiume e di determinazione della concentrazione di ossigeno.
Il calcolo dell’età del fango, effettuato per ogni giorno di osservazione delle schiume, è stato utile per valutarne l’incidenza con la formazione delle schiume stesse. Contemporaneamente è stata valutata la potenzialità dell’impianto in termini di abitanti equivalenti, in modo tale da avere un riscontro con le varie fasi di esercizio che sono state riscontrate all’impianto.
I campioni di mixed liquor, prelevati nella sezione finale della vasca a fanghi attivi, sono stati portati in laboratorio per valutare la concentrazione di SST (solidi sospesi totali), SSV (solidi sospesi volatili) e dello SVI (indice di Mohlman).
Sempre in laboratorio, tramite colorazione chimica, è stata svolta un’indagine microscopica per il riconoscimento e la valutazione dei batteri filamentosi idrofobici.
Tale studio è stato utile per determinare se la presenza di batteri filamentosi abbia contribuito alla formazione di schiume biologiche e/o al peggioramento delle caratteristiche di sedimentabilità del fango.
In seguito , tramite i dati delle analisi di campionamento, è stato possibile tracciare gli andamenti dei principali inquinanti e della portata influente.
Con i dati, riferiti a campionamenti interni, si è valutato il rendimento e la capacità di nitrificazione. Con le analisi delle concentrazioni in ingresso e uscita, è stata calcolata l’efficienza depurativa dell’impianto, andando a determinare le percentuali di abbattimento per i vari inquinanti.
L’ultima analisi affrontata consiste nella determinazione della capacità depurativa residua con il metodo tradizionale, che tiene conto solo del carico organico relativo al BOD5.

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Introduzione 1 Introduzione Negli impianti convenzionali a fanghi attivi, la presenza delle schiume biologiche è da attribuire alla presenza di batteri filamentosi foam-former in quantità eccessiva, che si caratterizzano per avere una parete cellulare altamente idrofobica. Il loro sovrannumero fa si che essi escano dai fiocchi avvolgendoli, e rendendoli idrofobici, fanno si che essi possano attaccarsi alle bolle d’aria generate dal sistema di aerazione flottando in superficie, dove accumulandosi formano una coltre di schiuma spessa e stabile. In questa tesi di laurea vengono affrontate le maggiori problematiche che si riscontrano negli impianti a fanghi attivi. Il lavoro svolto è stato finalizzato allo studio del processo biologico, condotto nel periodo Ottobre 2010 – Giugno 2011, nell’impianto di depurazione delle acque reflue di Carini. Per valutare la formazione di schiume nel reattore biologico sono state svolte prove, sul campo, di sedimentabilità , di tracciamento della percentuale di ricoprimento delle schiume e di determinazione della concentrazione di ossigeno. Il calcolo dell’età del fango, effettuato per ogni giorno di osservazione delle schiume, è stato utile per valutarne l’incidenza con la formazione delle schiume stesse. Contemporaneamente è stata valutata la potenzialità dell’impianto in termini di abitanti equivalenti, in modo tale da avere un riscontro con le varie fasi di esercizio che sono state riscontrate all’impianto. I campioni di mixed liquor, prelevati nella sezione finale della vasca a fanghi attivi, sono stati portati in laboratorio per valutare la concentrazione di SST (solidi sospesi totali), SSV (solidi sospesi volatili) e dello SVI (indice di Mohlman). Sempre in laboratorio, tramite colorazione chimica, è stata svolta un’indagine microscopica per il riconoscimento e la valutazione dei batteri filamentosi idrofobici. Tale studio è stato utile per determinare se la presenza di batteri filamentosi abbia contribuito alla formazione di schiume biologiche e/o al peggioramento delle caratteristiche di sedimentabilità del fango. In seguito , tramite i dati delle analisi di campionamento, è stato possibile tracciare gli andamenti dei principali inquinanti e della portata influente. Con i dati, riferiti a campionamenti interni, si è valutato il rendimento e la capacità di nitrificazione. Con le analisi delle concentrazioni in ingresso e uscita, è stata calcolata

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Informazioni tesi

  Autore: Benedetto Mirko D'Antoni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria civile e ambientale
  Relatore: Michele Torregrossa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 205

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Parole chiave

acque reflue
fanghi attivi
età del fango
processo di nitrificazione
processo di denitrificazione
cinetiche di rimozione
biomassa eterotrofa
biomassa autotrofa
sostanze polimeriche
bulking
foaming
batteri filamentosi
impianto di depurazione
sst ssv svi
concentrazioni di ossigeno
carico del fango
rendimento di nitrificazione
rendimento di denitrificazione

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