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La scrittura narrativa di Alessandro Baricco

Questo studio si propone di esaminare la struttura narrativa, le tematiche, il linguaggio e l’idea di letteratura nei romanzi di Alessandro Baricco.
Il corpus analizzato comprende quattro romanzi, tutti pubblicati negli anni Novanta.
L’esordio è con Castelli di rabbia nel 1991, segue Oceano mare nel 1993, Seta nel 1996 e ultimo City nel 1999.
La mancanza di una giudizio critico definito su una produzione narrativa così recente, ha comportato un lavoro approfondito di ricerca direttamente sui testi presi in esame.
L’assenza di studi bibliografici precedenti sull’argomento, ha imposto la ricomposizione di un puzzle costituito prevalentemente da recensioni.
Il metodo di studio applicato nell’analisi della produzione narrativa di Alessandro Baricco, concede un ampio spazio all’aspetto linguistico.
Una simile scelta è in qualche modo imposta dal fatto che lo scrittore investe moltissimo sul potere affabulatorio del significante.
In questi romanzi, la rinuncia a una definizione univoca della realtà, si traduce nell’apertura alle tematiche e ai moduli più svariati, in cui lo strumento linguistico svolge un ruolo di fondamentale importanza.
La parola narrativa accoglie la polifonia del mondo reale, utilizza l’iterazione per creare suggestivi giochi di risonanze, piega sintassi e lessico ad esigenze ritmiche.
Complessivamente il presente studio si articola in quattro capitoli, ognuno dei quali prende in esame un romanzo.
Ogni capitolo prevede l’applicazione di una griglia interpretativa che si ripete con poche varianti e che si articola in sei parti, ciascuna delle quali definisce un livello di ricerca.
L’esame di ogni testo si conclude con un’analisi linguistica, condotta a livello sintattico e lessicale, che mette in luce le strategie stilistiche della narrazione.
Il primo capitolo è uno studio del romanzo d’esordio: Castelli di rabbia.
L’analisi della trama rivela un’idea di romanzo come gioco combinatorio che si apre all’infinità del narrabile.
La pluralità dei percorsi narrativi e la polifonia di voci e di intenti stilistici, definiscono la ricchezza affabulatoria della scrittura.
La tensione fantastica trova espressione nei personaggi, caratterizzati da una percezione innocente e vitale dell’esistenza.
Lo scatto immaginativo di queste figure bizzarre, in cui vibra il fascino della bellezza ferita, costituisce uno degli aspetti più interessanti del libro.
L’analisi prosegue indagando il ruolo del narratore nel racconto e la funzione che l’idea del destino svolge nella costruzione dell’intreccio.
Segue lo studio delle epifanie disseminate nella narrazione.
L’impulso fantastico con cui i protagonisti percepiscono l’esistente è spesso all’origine del tessuto epifanico del romanzo.
Si passa all’individuazione delle metafore della scrittura e della lettura presenti in Castelli di rabbia: tutte riconducono a un’idea di letteratura come strategia di difesa dalla complessità dell’esistente, in cui le facoltà dell’immaginario definiscono uno spazio evasivo.
Il primo capitolo si chiude con un’analisi linguistica che ha la finalità di svelare gli strumenti tecnici, le strategie stilistiche di una scrittura centrifuga, anarchica, dominata dal senso dell’assurdo.
Si evidenzia l’eterogeneità dei registri stilistici utilizzati, la presenza di figure retoriche, i richiami all’oralità del lessico e della sintassi, l’utilizzo oculato dell’elemento grafico.
Sono esaminate le modalità con cui la scrittura si apre a suggestioni provenienti dal mondo della musica e del cinema.
L’uso dell’iterazione è individuato come strumento principale di manipolazione linguistica, in grado di creare risonanze suggestive e dare sonorità alla prosa.
Il capitolo successivo è l’analisi di Oceano mare, il secondo romanzo di Alessandro Baricco.
La prima parte esamina le singole trame contenute all’interno della cornice narrativa della locanda Almayer.
Spazio atopico sospeso tra terra e mare, la locanda si carica di un notevole potenziale allusivo e fantastico.
Al suo interno i sette personaggi del romanzo si relazionano con l’universo mitico del mare e con il proprio destino, di cui il mare è metafora.
Sono analizzati i protagonisti e le loro storie, la fitta rete di relazioni che li lega, e il viaggio che ciascuno di loro compie nella propria coscienza.
Figure evanescenti ma profondamente umane, questi condividono la bizzarria dei personaggi di Castelli di rabbia e al contempo vibrano di una dimensione lirica che li rende parte di una realtà altra.
Segue l’analisi delle diverse epifanie del mare contenute nella narrazione.

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1 Introduzione Questo studio si propone di esaminare la struttura narrativa, le tematiche, il linguaggio e l’idea di letteratura nei romanzi di Alessandro Baricco. Il corpus analizzato comprende quattro romanzi, tutti pubblicati negli anni Novanta. L’esordio è con Castelli di rabbia nel 1991, segue Oceano mare nel 1993, Seta nel 1996 e ultimo City nel 1999. La mancanza di una giudizio critico definito su una produzione narrativa così recente, ha comportato un lavoro approfondito di ricerca direttamente sui testi presi in esame. L’assenza di studi bibliografici precedenti sull’argomento, ha imposto la ricomposizione di un puzzle costituito prevalentemente da recensioni. Il metodo di studio applicato nell’analisi della produzione narrativa di Alessandro Baricco, concede un ampio spazio all’aspetto linguistico.

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Informazioni tesi

  Autore: Cinzia Mescolini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lettere
  Relatore: Elisabetta Mondello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 157

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Parole chiave

city
linguistica
narrativa
seta
letteratura italiana
alessandro baricco
castelli di rabbia
oceano mare

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