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Cibo, Turismo, Montagna. Il Ladakh e l'Occidente a confronto

Questo percorso di ricerca nasce col presupposto di indagare l'impatto del fenomeno turistico nella produzione e nel consumo di cibo di una realtà locale e quindi, al suo interno, all’universo socio-culturale in cui essi si inscrivono.
Le pratiche alimentari, infatti, essendo tanto il risultato dell’adattamento culturale di una società al suo contesto, quanto l’espressione degli interscambi in cui essa è stata coinvolta nel corso della sua storia, si prestano in maniera efficace ad un’analisi di questo tipo.
Oggi, la crescente globalizzazione del sistema economico, sociale e culturale, sta intensificando l’interdipendenza di tutte le società del pianeta e i suoi effetti, sia positivi che negativi, si stanno rendendo ovunque manifesti.
Il settore alimentare allora, che nella sua attuale complessità rispecchia l’interpretazione moderna di una necessità umana primaria, diventa in questo contesto rappresentativo dei cambiamenti in atto e delle conseguenze che essi possono generare. E il fenomeno turistico, dal canto suo, è un elemento chiave per la diffusione di quelle idee, conoscenze, abitudini ed attitudini comportamentali proprie della società industriale e globalizzata, matrice di questo sistema, perché da essa prende forma.
Il turismo, dunque, è uno dei fattori che per primi hanno avuto modo di incidere sui tradizionali sistemi di produzione e consumo del cibo nelle comunità ospitanti, sia perché queste si sono trovate a dover rispondere a nuove esigenze alimentari, sia perché la ricezione turistica è spesso subentrata alle loro consuete occupazioni rurali, potendo fornire maggiori introiti economici a costi (il tempo e la fatica, ad esempio) apparentemente inferiori.
Il Ladakh, territorio indiano al confine con Cina (Tibet) e Pakistan, per ragioni ambientali, geografiche, storiche, economiche, politiche e, soprattutto, culturali, si è rivelato particolarmente adatto ad approfondire tali tematiche. Prima di affrontare la sua peculiare situazione, però, ho ritenuto opportuno soffermarmi su ciò che ha comportato l’adozione di un sistema “globale ed industrializzato” di produzione e consumo del cibo nella nostra stessa società occidentale, quella che ha assistito al suo esordio.
La situazione affrontata nel corso del XX secolo dai territori alpini, ad esempio, regione montuosa per prima inseritasi nel processo di industrializzazione, è risultata emblematica sotto questo profilo, e mi ha fornito alcune considerazioni che si sono rivelate pertinenti al contesto del Ladakh, territorio che si trova oggi a riflettere su tematiche affini.
E’ però in questa realtà apparentemente marginale, in cui il concetto occidentale di sviluppo ha fatto il suo ingresso di recente (parallelamente alla comparsa del turismo), che il cambiamento in atto si rende manifesto e che, tramite l’analisi delle pratiche alimentari e delle conoscenze tradizionali ad esse connesse, diventa ancora più percepibile.
La popolazione del Ladakh, in ogni caso, lungi dall’aver assistito passivamente all’ingresso del proprio territorio nei meccanismi della globalizzazione, si è dimostrata ospitale ma accorta e, nonostante in una prima fase si sia lasciata attrarre dalla modernità, nel bene e nel male, si è poi rivelata in grado di accogliere e reinterpretare, in suo favore, idee esterne.
E’ il caso della valorizzazione delle coltivazioni biologiche, ad esempio, del cibo locale tradizionale, delle proprie capacità di sfruttare al meglio limitate risorse ambientali e ridurre al minimo gli sprechi, oppure, di curarsi con metodi naturali in simbiosi col territorio. Anche la creazione di un circuito per incentivare alcune forme di turismo “sostenibile” o “responsabile” in Ladakh, rientra tra queste iniziative.
Tali tematiche, tuttavia, riflettono tendenze oggi particolarmente sentite in occidente e il turista stesso, oltre a contribuire alla modernizzazione in senso occidentale dei territori che visita, può dunque favorirvi la circolazione di iniziative volte alla tutela dell’ambiente, delle pratiche consuete della comunità e dei suoi saperi tradizionali.
Dal punto di vista dell’ospite, l’esperienza in Ladakh ha poi permesso anche a me di accogliere e reinterpretare alcune idee di cui sono venuta a conoscenza e, pertanto, certe osservazioni personali diventano spesso riflessioni politico-ecologiche sulle attuali pratiche alimentari, scaturite proprio dalla valutazione dell’impatto del turismo nella produzione e nel consumo di cibo di questa comunità.

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• Premessa Questo percorso di ricerca nasce dal presupposto di indagare le possibili modificazioni che il fenomeno turistico può apportare alla produzione ed al consumo di cibo in una realtà locale e quindi, al suo interno, all’universo socio-culturale in cui essi si inscrivono. Le pratiche alimentari, infatti, sono tanto il risultato dell’adattamento culturale di una società al suo contesto, quanto l’espressione degli interscambi in cui essa è stata coinvolta nel corso della sua storia e, pertanto, si prestano in maniera efficace ad un’analisi di questo tipo. Oggi, la crescente globalizzazione del sistema economico, sociale e culturale, sta intensificando l’interdipendenza di tutte le società del pianeta e i suoi effetti, sia in termini positivi che negativi, si stanno rendendo ovunque manifesti. Il settore alimentare allora, che nella sua attuale complessità rispecchia l’interpretazione moderna di una necessità umana primaria, diventa in questo contesto rappresentativo dei cambiamenti in atto e delle conseguenze che essi possono generare. E il fenomeno turistico, dal canto suo, è un elemento chiave per la diffusione di quelle idee, conoscenze, abitudini ed attitudini comportamentali proprie della società industriale e globalizzata, matrice di questo sistema, perché da essa prende forma. Il turismo, dunque, è uno dei fattori che per primi hanno avuto modo di incidere sui tradizionali sistemi di produzione e consumo del cibo nelle comunità ospitanti, sia perché queste si sono trovate a dover rispondere a nuove esigenze alimentari, sia perché la ricezione turistica è spesso subentrata alle loro consuete occupazioni rurali, potendo fornire maggiori introiti economici a costi (il tempo e la fatica, ad esempio) apparentemente inferiori. Il Ladakh, territorio indiano al confine con Cina (Tibet) e Pakistan, per ragioni ambientali, geografiche, storiche, economiche, politiche e soprattutto, dunque, culturali, si è rivelato particolarmente adatto ad approfondire tali tematiche. Prima di affrontare la sua peculiare situazione, però, ho ritenuto opportuno soffermarmi su ciò che ha comportato l’adozione di un sistema “globale ed industrializzato” di produzione e consumo del cibo nella nostra stessa società occidentale, quella che ha assistito al suo esordio. Qui, infatti, il crescente distacco tra la produzione ed il consumo di alimenti ha indotto conseguenze rilevanti nella dieta e nella salute dei singoli individui, come pure nell’ambiente nel quale essi risiedono, conseguenze alle quali si è tentato di rispondere attraverso molteplici iniziative. La situazione affrontata nel corso del XX secolo dai territori alpini, ad esempio, la regione montuosa che per prima si è inserita nel processo di industrializzazione, è risultata emblematica sotto questo profilo, e mi ha fornito di alcune considerazioni che si sono poi III

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Informazioni tesi

  Autore: Arianna Colliard
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Antropologia culturale ed etnologia
  Relatore: Adriano Favole
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 224

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Parole chiave

antropologia
globalizzazione
turismo
agricoltura biologica
alimentazione
etnologia
sostenibile
alpi
montagna
india
nomadi
turismo responsabile
medicina naturale
storia dell'alimentazione
buddhismo
tibet
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