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Clopidogrel: Una moderna terapia antiaggregante nel paziente aterotrombotico con Sindrome Coronarica Acuta (SCA), Ictus ischemico o Arteriopatia Obliterante Periferica (AOP).

Ogni anno in Italia circa 120.000 individui (tra uomini e donne) sono colpiti da INFARTO e circa 200.000 da ICTUS.
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte nel nostro paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, rendendo conto del 28% di tutte le morti, mentre gli accidenti cardiovascolari sono al terzo posto con il 13%, dopo i tumori.
Considerando gli anni potenziali di vita perduti, cioè gli anni che ciascun deceduto avrebbe vissuto se fosse morto ad un’età pari a quella della sua speranza di vita, le malattie cardiovascolari tolgono ogni anno 300.000 anni di vita alle persone con meno di 65 anni, 240.000 negli uomini e 68.000 nelle donne.
I dati del Registro Nazionale degli Eventi Coronarici e Cerebrovascolari mostrano un quadro sostanzialmente omogeneo in tutta Italia, che sfata il luogo comune secondo cui di cuore ci si ammalerebbe di più al Nord che al Sud Italia. I tassi di incidenza dell’infarto, per esempio sono molto simili a Napoli e in Friuli Venezia Giulia, sia per gli uomini che per le donne.
La letalità coronarica è decisamente rilevante in tutte le aree e peggiore nelle donne, come atteso: tra i pazienti colpiti da un infarto miocardico acuto nell’età compresa fra 35 e 74 anni, 3 uomini su 10 e 4 donne su 10 muoiono entro 28 giorni dall’esordio dei sintomi, principalmente fuori dall’ospedale, prima di poter essere adeguatamente curati. Confrontando i tassi degli eventi coronarici e cerebrovascolari, emerge che negli uomini prevalgono gli eventi coronarici, nelle donne quelli cerebrovascolari. Per quanto riguarda gli accidenti cerebrovascolari si conferma che nelle aree del Sud la mortalità è superiore rispetto al Nord, dato atteso per la più elevata prevalenza di ipertensione arteriosa e abitudine al fumo sia negli uomini che nelle donne.

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4 INTRODUZIONE Ogni anno in Italia circa 120.000 individui (tra uomini e donne) sono colpiti da INFARTO e circa 200.000 da ICTUS. Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte nel nostro paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, rendendo conto del 28% di tutte le morti, mentre gli accidenti cardiovascolari sono al terzo posto con il 13%, dopo i tumori. Considerando gli anni potenziali di vita perduti, cioè gli anni che ciascun deceduto avrebbe vissuto se fosse morto ad un’età pari a quella della sua speranza di vita, le malattie cardiovascolari tolgono ogni anno 300.000 anni di vita alle persone con meno di 65 anni, 240.000 negli uomini e 68.000 nelle donne. I dati del Registro Nazionale degli Eventi Coronarici e Cerebrovascolari mostrano un quadro sostanzialmente omogeneo in tutta Italia, che sfata il luogo comune secondo cui di cuore ci si ammalerebbe di più al Nord che al Sud Italia. I tassi di incidenza dell’infarto, per esempio sono molto simili a Napoli e in Friuli Venezia Giulia, sia per gli uomini che per le donne. La letalità coronarica è decisamente rilevante in tutte le aree e peggiore nelle donne, come atteso: tra i pazienti colpiti da un infarto miocardico acuto nell’età compresa fra 35 e 74 anni, 3 uomini su 10 e 4 donne su 10 muoiono entro 28 giorni dall’esordio dei sintomi, principalmente fuori dall’ospedale, prima di poter essere adeguatamente curati. Confrontando i tassi degli eventi coronarici e cerebrovascolari, emerge che negli uomini prevalgono gli eventi coronarici, nelle donne quelli cerebrovascolari. Per quanto riguarda gli accidenti cerebrovascolari si conferma che nelle aree del Sud la mortalità è superiore rispetto al Nord, dato atteso per la più elevata prevalenza di ipertensione arteriosa e abitudine al fumo sia negli uomini che nelle donne. Per INFARTO si intende la necrosi di un tessuto per ischemia (mancanza totale o parziale di sangue), cioè per grave deficit di flusso sanguigno. Clinicamente l'infarto è una sindrome acuta provocata da una insufficiente irrorazione sanguigna ad un organo o a parte di esso, per una occlusione improvvisa o per una stenosi critica delle arterie che portano il sangue in quel distretto dell'organismo.

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Busnengo
  Tipo: Tesi di Master
Master in Management delle imprese biomediche e biotecnologiche
Anno: 2009
Docente/Relatore: Marco Oradei
Istituito da: Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 23

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