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La devianza giovanile di gruppo

Negli ultimi anni è andato crescendo l’allarme per la commissione di reati commessi da parte di gruppi di minorenni, attuati con modalità talvolta particolarmente efferate, tali da destare preoccupazione nella società civile. Infatti, i circuiti di comunicazione colgono, rivelano e riportano, con una certa frequenza, fenomeni di violenza che caratterizzano un malessere allarmante fatto di gruppi giovanili che hanno assunto sempre più maggiore visibilità nel tempo per l’infrazione di leggi e regole costituite. Proprio questa esplosione di violenza mi ha fornito lo spunto per un’analisi psico-sociale della condizione adolescenziale applicata allo studio della devianza.
Si tratta, dunque, di una forma di devianza urbana che, però, non può essere definita come attività criminale in quanto le violenze perpetrate sembrano scaturire da reazioni impulsive: dovute alla noia, al sospetto di una offesa, alla voglia di dare una lezione a qualcuno, o solo di mostrarsi più forti. Ciò che emerge non è l’appartenenza a famiglia disagiata, a quartiere degradato del fatiscente centro storico o della periferia urbana, a fascia sociale culturalmente ed economicamente debole, ma è l’inerzia per cui dall’idea lanciata da qualcuno si arriva all’azione di gruppo, senza un perché e senza un pensiero sulle conseguenze.
Inoltre, i mezzi di comunicazione hanno messo in evidenza come le aggressioni siano compiute non più solo dai maschi, ma sempre più anche dalle femmine. Esse sono presenti in “gruppi misti” oppure, in rari casi in cui formino un gruppo tutto femminile, commettono reati minori (piccoli furti, ingiurie, ecc.).
Allo stato attuale, poi, quelli dell’adolescenza e delle cause del disagio giovanile non sono affatto temi nuovi, ma esitono da sempre e vanno di pari passo con le trasformazioni della società. La questione pregnante diventa allora osservare e studiare attentamente quali sono le caratteristiche peculiari delle aggregazioni giovanili che tendono a commettere atti devianti e, in particolare, analizzare tanto le modalità con cui i minorenni arrivano a compiere reati di gruppo, quanto le connotazioni specifiche che questi episodi assumono rispetto agli adulti, alla società nel suo insieme e alla istituzioni.
Sono situazioni che fanno da spia di un disagio più diffuso che coinvolge le giovani generazioni e che a volte nasce o, più semplicemente, non trovano spazio di esplicazione nell’ambiente familiare e che, attraverso il gruppo dei pari, traduce il malcontento e la problematicità in forma di relazione e comunicazione non lecite.
Pertanto, rispetto a tale problematica le parole chiavi sono: adolescenza, gruppo dei pari, comunicazione, identità, famiglia, scuola, coscienza di gruppo, ambiente sociale e attività intra-gruppale.

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Capitolo 1 I GRUPPI DI ADOLESCENTI COME FENOMENO SOCIALE E COME FATTORE DI SOCIALIZZAZIONE La questione giovanile suscita sempre più attenzione da parte dei mass-media, delle forze politiche e sociali organizzate, e del governo. Anche i teorici delle scienze umane e sociali hanno, da tempo e con costanza, iniziato a formulare interrogativi, risposte, ipotesi e ricerche sui giovani, intesi come categoria sociale, soprattutto da quando questi pongono, fra l’altro, seri problemi sotto il profilo del controllo sociale e dell’ordine pubblico. Prima ancora di affrontare il problema riguardante i gruppi di adolescenti devianti e le loro azioni, andrebbe affrontato, o almeno inquadrato, lo sfondo e le ragioni della difficile comprensione della cosiddetta “età adolescenziale”. Anzitutto, ci si dimentica che si tratta di osservare un’età e delle generazioni che sono incredibilmente dinamiche, soggette a cambiamenti, per le quali non è detto che i modelli interpretativi di ieri possono funzionare anche oggi. Per questo, non è permesso dare per scontato le chiavi di lettura di fenomeni caratterizzanti il mondo adolescenziale e giovanile. La nozione di “adolescenza”, tra gli studiosi, trova dei punti controversi. Diventa sempre più difficile circoscrivere tale condizione solamente a variabili biologiche; in essa entrano in gioco anche fattori sociali e psicologici. Infatti, questa fase sembra essere, piuttosto, il risultato di valori, scelte, modi di vita, simboli che caratterizzano l’esistenza dei giovani in un particolare momento della loro crescita. A livello biologico, l’adolescenza è un’età di frontiera dai confini sempre più labili. Il suo percorso tende a iniziare con una pubertà più precoce rispetto al passato, che si 5

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Informazioni tesi

  Autore: Bernadetta Cecilia Ranieri
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2001-02
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Bruno Bertelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

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