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Il bilancio sociale come strumento di comunicazione della responsabilità sociale d'impresa nel credito cooperativo

Da oltre un decennio è in corso un mutamento significativo all’interno del sistema imprenditoriale: si va diffondendo l’idea che le aziende non possano più limitarsi a creare valore economico per i propri azionisti (shareholders) e dipendenti, ma debbano anche impegnarsi a creare valore sociale per un insieme più ampio di soggetti, quali ad esempio le comunità locali e l’ecosistema, definiti stakeholders, cioè portatori di interesse. Tale orientamento ha preso il nome di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).
Nelle imprese cooperative il nucleo della responsabilità sociale è costituito dalla loro funzione inclusiva, che trova fondamento nei principi di mutualità, democrazia, solidarietà. L’attenzione alla dimensione relazionale, racchiusa in ciascuno dei suddetti principi, è il presupposto di un modello gestionale e valoriale che, facendo perno su meccanismi di reciprocità e partecipazione, è in grado di coniugare competitività e sviluppo sostenibile. Tuttavia le cooperative sono oggi chiamate ad ampliare la propria funzione solidaristica, mantenendo sala la propria identità: ciò rende sempre più necessaria l’adozione di strumenti di gestione utili a declinare la responsabilità sociale “innata” nelle strategie e nelle pratiche d’impresa. Uno degli strumenti più rilevanti, in questo senso, è il bilancio sociale: esso arricchisce i dati del bilancio civilistico con informazioni sulla quantità e sulla qualità delle relazioni che legano l'impresa ai vari gruppi di riferimento, rappresentativi dell'intera collettività. Lo scopo dell’elaborato è valutare in che modo il bilancio sociale possa contribuire al raggiungimento di due obiettivi importanti per l’impresa cooperativa:
 diffondere, attraverso il resoconto dei progetti realizzati, i valori cooperativi fra i soci e i dipendenti, rafforzando così il senso di appartenenza identitaria, e migliorando il confronto democratico;
 comunicare in maniera trasparente le ricadute delle attività dell’impresa sulla società, stimolando il coinvolgimento degli stakeholder, fondamentale per accrescere la funzione solidaristica della cooperazione.
L’elaborato analizza in particolare come il bilancio sociale venga realizzato e comunicato nel settore del credito cooperativo. Si è deciso di concentrare lo studio su questo ambito in primo luogo perché i soci svolgono nelle banche di credito cooperativo (BCC), ancora più che in altre tipi di cooperative, un ruolo centrale di relazione fra l’azienda e la comunità di riferimento. Numerose BCC si sono trovate inoltre ad affrontare, negli ultimi dieci anni, processi di fusione i quali, pur generando consistenti opportunità economiche, hanno anche comportato difficoltà nel mantenere un rapporto stretto con la base sociale. Per verificare come il bilancio sociale possa concorrere a rinsaldare questo legame, indispensabile affinchè le BCC siano radicate nel territorio e si propongano come motori di sviluppo delle comunità locali, sono state prese in considerazione le esperienze di due banche di credito cooperativo dell’Emilia Romagna.
La prima è la BCC Romagna Centro, oggetto di uno studio di caso condotto da Michele Viviani per AICCON nel 2006. Dalla ricerca emerge come sia possibile, già nelle prime fasi di realizzazione del bilancio sociale, stimolare il coinvolgimento degli stakeholder: ad esempio mettendo a confronto gli organismi della banca e i comitati locali attorno ai criteri di sviluppo e rendicontazione della promozione sociale.
La seconda BCC presa in considerazione è Emil Banca. Da semplice brochure informativa, il bilancio di missione ricopre oggi un ruolo fondamentale nella gestione della responsabilità sociale della banca, valorizzando identità e impegno etico sia verso l’interno sia verso l’esterno dell’azienda: dalla partecipazione attiva dei soci alla vita cooperativa, al ricambio generazionale; dai criteri di concessione del credito, ai progetti di collaborazione con il terzo settore.
Dall’analisi svolta è tuttavia emerso che il documento non ha carattere partecipativo, in quanto non sono previste forme di coinvolgimento dei portatori di interesse all’interno del suo processo di realizzazione, né sono previste forme strutturate di feedback, relativamente ai suoi contenuti. L’apertura della banca verso nuove forme di comunicazione interattiva, come il blog aziendale recentemente creato, potrebbe fornire nuove occasioni di riflessione e confronto attorno ai temi della responsabilità sociale d’impresa e della rendicontazione sociale.

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10 CAPITOLO I: La Responsabilità Sociale d’Impresa come nuovo paradigma di sviluppo 1.1 I presupposti teorici della RSI Negli ultimi anni, in Italia come nel resto dei paesi industrializzati, si è assistito ad una crescita esponenziale di convegni e pubblicazioni sul tema della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) 1 . Da oggetto di attenzione di gruppi minoritari, come i docenti universitari, gli attivisti delle ONG ed alcuni imprenditori “illuminati”, la RSI è diventata argomento di dibattito pubblico ed è entrata nell’agenda delle istituzioni di governo, prima comunitarie e poi nazionali. Contemporaneamente è cresciuto il rischio che il tema sia affrontato in maniera superficiale e poco chiara, generando fraintendimenti, aspettative errate e delusioni. Ancora oggi non esiste infatti una definizione univoca di responsabilità sociale d’impresa, sia perchè il concetto assume caratteristiche diverse a seconda che sia trattato sotto il profilo sociologico, economico o giuridico sia per la varietà delle motivazioni che spingono le aziende ad adottare comportamenti socialmente responsabili. Per comprendere cosa sia la RSI si può partire da una definizione di impresa. Le imprese, in quanto organizzazioni, sono il risultato di processi di costruzione che si sviluppano nel tempo e all’interno di precisi contesti sociali. L’impresa può essere quindi considerata come un sistema sociale-tecnico aperto: “un complesso di interdipendenze tra beni e persone che operano scambiando con l'esterno conoscenza e produzione e perseguendo un comune obiettivo, consistente nella produzione di valore” 2 . L’orientamento delle imprese alla RSI cambia, in un certo senso, la geometria del valore: secondo una concezione storica, un’azienda viene considerata socialmente responsabile quando rispetta le leggi, paga le tasse e crea valore per i suoi azionisti (shareholders), i suoi dipendenti e per la stessa impresa, intesa come entità a sé stante. Oggi invece un’impresa, per essere considerata socialmente responsabile, deve creare valore sociale anche per la società civile, ovvero per una 1 In inglese, Corporate Social Responsibility (CSR) 2 Fonte: Definizione utilizzata dai curatori del sito internet www.impresaoggi.com

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Informazioni tesi

  Autore: Gabriele Brinchilin
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della comunicazione sociale e istituzionale
  Relatore: Roberto Grandi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 151

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