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Indicatori comulativi del carico di lavoro in sedute specifiche di Rugby Union

Il rugby è uno sport situazionale di combattimento e cooperazione contraddistinto da un elevato numero di partecipanti (giocatori) e da contatti fisici intensi e continui. Dal punto di vista fisiologico – biologico, è classificato come una disciplina a impegno aerobico – anaerobico alternato, e come in qualsiasi attività sportiva, l’obiettivo è il raggiungimento del massimo risultato possibile. Questo si raggiunge portando l’atleta al livello più alto di performance possibile attraverso la somministrazione di adeguati programmi di lavoro. Lo scopo della tesi è di indagare e confrontare due metodologie oggettive (attraverso l’utilizzo della FC) di monitoraggio della quantificazione dell’intensità dell’allenamento, non essendoci ancora studi che valutano questo aspetto. Queste due metodologie sono il Summated Heart Zone Score e il Lucia’s TRIMP che entrambi si basano sulla FC ma rispettivamente la prima considerando 5 zone di intensità al di sopra del 50% della FCmax suddivise ogni dieci percentili, mentre l’altra di basa su 3 zone di intensità in corrispondenza delle soglie ventilatorie dei singoli atleti. Lo studio è stato effettuato durante la stagione 2009/2010, nei mesi di gennaio e febbraio in 15 giocatori della società “Venezia Mestre Rugby 1986” che partecipa al campionato Italiano di rugby in categoria super 10, ossia Eccellenza. Questi atleti hanno un’età media di 24,8 ± 3,8 anni, un peso medio di 99,8 ± 12,7 kg e un’altezza media di 184,7 ± 4,2 cm, suddivisi per reparti: 8 FW (avanti) e 7 BW (tre quarti). Il protocollo dello studio prevedeva una batteria al fine di tracciare una fotografia di ogni singolo atleta. Testi in laboratorio: test antropometrici dove abbiamo ricavato peso, altezza e pliche cutanee; un test fisiologico incrementale su treadmill nel quale abbiamo registrato la frequenza cardiaca attraverso un cardiofrequenzimetro Polar e i parametri respiratori respiro per respiro utilizzando il metabolimetro Cosmed b2 Quark. Test su campo: prima della seduta di allenamento è stata fatta indossare una fascia SUUNTO Memory Belt per la rilevazione e la registrazione della frequenza cardiaca che permette poi il trasferimento e l'analisi di questi in un secondo momento. Su un apposito modulo venivano indicati gli orari, la durata e le caratteristiche delle diverse fasi dell'allenamento specifico al fine di definire in termini qualitativi la sessione. Le sessioni erano suddivise principalmente in due tipologie: 6 sedute collettive, 6 sedute a reparti (mischie, touch e moul) e 2 sedute di fitness svolte in palestra. L’analisi dei dati e la relativa discussione viene effettuata calcolando la FCmax, il VO2max, la relazione FC/VO2 e le soglie ventilatorie dei singoli soggetti, successivamente poi le %FCmax e le FCmedie dei singoli soggetti, delle sedute e suddivisi per reparti e di tutti questi valori le loro deviazioni standard. Sono stati quindi calcolati gli indicatori cumulativi di carico SHRZ e Lucia’s TRIMP. Analizzando i dati rilevati nelle sedute collettive non ci sono differenze significative per quanto riguarda l’intensità tra avanti e tre quarti, mentre nelle sedute a reparti il lavoro svolto dai tre quarti è più intenso rispetto a quello svolto dagli avanti. Confrontando SHRZ con il TRIMP, la correlazione è molto simile soprattutto quando utilizziamo i dati medi delle sedute. Utilizzando invece i dati individuali notiamo anche qui una piccola divergenza nella parte bassa del grafico che sta a indicare il lavoro a bassa intensità. Tenendo presente tutti i dati ottenuti e confrontati, si può giungere alla conclusione che è importante tenere sotto controllo l’intensità degli allenamenti e che possiamo utilizzare indistintamente i due metodi di monitoraggio (SHRZ e TRIMP) se utilizziamo i dati medi delle sedute. Mentre se andiamo a valutare il lavoro dei singoli atleti risulta più accurato l’utilizzo del Lucia’s TRIMP perché lavora su dati oggettivi basati sulle soglie ventilatorie individuali.

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1. Rugby Union 5 1. RUGBY UNION 1.1 CARATTERISTICHE TECNICHE DEL GIOCO Il rugby è uno sport situazionale di combattimento e cooperazione contraddistinto da un elevato numero di partecipanti (giocatori) e da contatti fisici intensi e continui. Dal punto di vista fisiologico – biologico è classificato come una disciplina ad impegno aerobico – anaerobico alternato. Gli atleti sono infatti impegnati in attività ad alta intensità (sprinting, talking, mauling, rucking, cruising...) alternate a fasi a bassa intensità (standing, jogging, walking...). Il gioco si sviluppa in costante opposizione con gli avversari (disciplina di contatto) e di cooperazione con i propri compagni. La molteplicità delle situazioni presuppone la loro corretta lettura ed interpretazione da parte dei giocatori che partecipano con efficacia, intervenendo sulla palla o presidiando lo spazio nel rispetto del regolamento. Le regole fondamentali del gioco sono la segnatura della meta, il placcaggio, utilizzato per fermare un avversario lanciato verso la linea di meta o per tentare di sottrargli la palla; il tenuto ed il passaggio non in avanti se effettuato con le mani, mentre se calciato con i piedi, questo può essere anche lanciato in avanti. Il rispetto scrupoloso delle regole determina diritti e doveri dei giocatori in campo, pertanto il portatore di palla può/deve avanzare, può passare o calciare. Il compagno del portatore può/deve avanzare, può/deve aiutare il compagno ad avanzare e può ricevere il pallone. Il difensore può/deve avanzare per bloccare correttamente il portatore, recuperare la palla per contrattaccare. Ogni squadra è composta di 15 giocatori (più le rispettive riserve), suddivisi nei seguenti ruoli: · 8 avanti: · 2 piloni, uno destro e uno sinistro; · 1 tallonatore; · 2 seconde linee, una di desta e una di sinistra; · 3 terze linee: ala destra, ala sinistra e centro; · 7 tre quarti: · 2 mediani, uno di mischia e uno di apertura; · 2 ali, una destra e una sinistra; · 2 centri;

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Zambello
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze e tecnica dello sport
  Relatore: Silvia Pogliaghi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 79

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Parole chiave

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carico di lavoro
intensità esercizio
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rugby

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