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L'attribuzione delle opere d'arte. Dalla Connoisseurship alla filologia attributiva: Morelli, Longhi, Zeri

La tesi affronta criticamente la questione dell’attribuzione dei dipinti (pratica che gli storici dell'arte adottano per ricercare e chiarire la paternità dell'opera d'arte) con un excursus storico-artistico che parte dalla nascita di questa pratica per via intuitiva fino all'effettivo riconoscimento della sua metodologia. Una volta chiarita la funzione della pratica attributiva, delineato attentamente gli strumenti comunemente adottati dagli storici e critici d'arte e compresi gli effettivi risultati scientifici che essa ha apportato all'interno della disciplina stessa, la tesi focalizza l'attenzione su tre dei più importanti conoscitori italiani che hanno adoperato questa operazione e che hanno dato una decisiva svolta al panorama storico-artistico in generale: Morelli, Longhi, Zeri.

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Introduzione 1 INTRODUZIONE Nel corso del mio personale itinerario di studio non mi ero mai confrontata con il problema dell’attribuzione, cioè la ricerca della paternità di un’opera d’arte, concentrandomi esclusivamente sullo studio delle personalità artistiche, delle realtà storico-geografiche, di quelle culturali inerenti e delle opere d’arte nello specifico, sia singolarmente che individuate in un complesso circuito con altri manufatti artistici. Mi sono accorta più avanti che, nello studio di tali questioni, le conoscenze che acquisivo non erano assolute, né tanto meno nate dal nulla, ma che derivavano a loro volta da un vasto e complesso studio storiografico e da un processo storicistico in cui l’attribuzione svolgeva un ruolo preponderante e determinante. Questa presa di coscienza mi ha indotto a considerare ed approfondire la questione, trattandola come tema della mia tesi. L’obiettivo che mi sono prefissata è stato quello di chiarire la funzione che l’attribuzione ha e ha avuto in seno alla storia dell’arte, di delineare gli strumenti comunemente usati dagli storici e critici d’arte che la praticano, e di cercare di comprendere gli effettivi risultati scientifici che essa ha apportato all’interno della disciplina e per la disciplina stessa, fornendo quindi un excursus storico-artistico, che parte dalla nascita di questa pratica per via intuitiva fino all’effettivo riconoscimento della sua metodologia. L’attribuzione è un nodo della ricerca attorno al quale sorgono, e sono sorte nel passato, discussioni e problematiche rispettivamente affrontate da pubblicazioni e saggi, la cui importanza viene considerata nel tempo. Come già dichiarato da Gigetta Dalli Regoli (2003) 1 , non esiste una vera e propria «storia dell’attribuzione». La questione dell’attribuzione è stata in qualche modo toccata in maniera trasversale attraverso lo studio degli artisti e delle opere stesse, delle quali in genere si analizza: la conservazione, i materiali, le tecniche esecutive, la storia, l’identificazione delle persone e della mentalità soggiacente di colui che ha elaborato il programma, di chi lo ha finanziato e di chi lo ha eseguito, la responsabilità di esecuzione, le finalità sottese all’impresa, la destinazione e i passaggi di proprietà, le condizioni di conservazione e fruibilità, la registrazione 1 Cfr. G. Dalli Regoli, L’attribuzione dell’opera d’arte. Itinerari di ricerca fra dubbi e certezze, Pisa, Edizioni Plus, 2003, p. 7

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Informazioni tesi

  Autore: Daisy Triolo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze Umanistiche
  Corso: Storia dell'arte
  Relatore: Orietta Rossi Pinelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 595

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Parole chiave

restauro
attribuzione
longhi
zeri
morelli
conoscitori
connoisseurship
filologia attributiva

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