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Uomini maltrattanti ed il loro approccio in Italia e in Francia

Con la mia tesi ho voluto rendere evidente com’è affrontato il fenomeno sociale degli uomini maltrattanti in termini di paragone tra Italia il territorio francese nel dipartimento delle Alpi Marittime. La metodologia di ricerca si è basata sulla reperibilità delle informazioni recandomi personalmente agli incontri con le associazioni francesi di Antibes e alla prefettura di Nizza intervistando le responsabili.
Per quanto riguarda l’Italia sono stata a Firenze e a Roma e ho avuto un’intervita telefonica con il centro di Modena.
Dal confronto tra le associazioni italiane e francesi che si occupano di uomini maltrattanti è emerso che:
* In Italia esistono ancora società o piccole comunità con culture e tradizioni patriarcali dove si tende a colpevolizzare la donna anziché affermare la responsabilità dell’uomo che agisce violenza.
* Nel nostro Paese la sensibilità nei confronti degli uomini violenti sta emergendo negli ultimi anni così come le associazioni che si occupano di uomini maltrattanti.
* In Francia il fenomeno è stato preso in considerazione da qualche anno e le associazioni hanno già documenti, dati e informazioni da poter utilizzare nella loro rete di comunicazione.
* In Italia non c’è una rete di comunicazione che convoglia tutte le informazioni in un unico punto, mentre in Francia, in prefettura sono raccolti risultati e dati di tutte le associazioni del dipartimento.

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6 Introduzione Nel mio percorso di studi, mi sono spesso trovata di fronte a scritti su come dover sostenere donne vittime di violenza, gli approcci da utilizzare e quelli assolutamente sconsigliati. Ho provato a mettere in pratica, con le mie esperienze di volontariato nei Centri Antiviolenza, tutte le nozioni che avevo acquisito con corsi e stu- di. Ho visto da vicino donne maltrattate, bambini terrorizzati, mamme e figli che non avevano da un giorno all’altro, dopo l’ennesimo episodio di violen- za subito dal loro partner, un posto dove andare e che si adattavano, non sempre con facilità, a vivere nei Centri Antiviolenza. Posti estranei alle loro abitudini ma che costituivano dei veri e propri rifugi sicuri per queste donne. Rifugi, dove stare nell’attesa di ricostruire e ricominciare una vita “norma- le” fuori dalla violenza che le ha circondate per un periodo della loro vita. La società e le associazioni di volontariato del settore, si adoperano per aiutare chi è stato vittima di violenza spendendo così tante energie e molto denaro pubblico e privato ma non affrontando, molto spesso il pro- blema che ne è la causa: il comportamento violento di uomini maltrattanti. Gli uomini autori di violenza, a seguito di una denuncia o atti gravi sono giudicati e condannati. Ma una volta condannati? Qual è il loro percorso? Affrontano una rieducazione per rientrare in società oppure durante la loro condanna oppure sono lasciati a se stessi e con i loro pensieri? Oltre a spen- dere energie per aiutare le donne maltrattare c’è un percorso che si può fare anche con gli autori perché con o senza condanna non maltrattino più donne e bambini? «E’ acquisizione sempre più diffusa che la violenza di genere non può essere rubricata semplicemente come un “problema delle donne”. Né si può ridurre in maniera semplificata il fenomeno alla coppia oppositiva donne vittime/uomini devianti. Essa richiama una serie di questioni che afferiscono

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Informazioni tesi

  Autore: Manuela Vanin
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Claudio A. Tognonato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 200

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Parole chiave

uomini violenti
violenza coniugale
violenza in famiglia
uomini maltrattanti
violenze coniugali
abuso
violenza di genere

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