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Il fenomeno della dispersione scolastica: il caso Afragola

Con il concetto di “dispersione scolastica” ci riferiamo ad un prematuro allontanamento dal percorso formativo, con conseguenze spesso negative, non solo per ciò che riguarda la formazione professionale, ma per lo sviluppo della persona nella sua totalità.
L’esigenza di approfondire la conoscenza della realtà degli studenti da un punto di vista scolastico, sociologico e psicologico nasce in un primo momento dagli insegnanti, i quali, in varie occasioni di confronto, riportano la loro difficoltà nel relazionarsi quotidianamente con ragazzi che “non stanno bene” a scuola, non vivono serenamente la realtà scolastica né da un punto di vista didattico, né relazionale.
La sensazione di impotenza che ne deriva dal non riuscire a comprendere le cause di un così profondo disagio è grande. Demotivazione, difficoltà di socializzazione e di accettare le regole del vivere comune, disinteresse molto diffuso anche verso attività extrascolastiche, queste e tante altre ancora, le tematiche a cui fanno riferimento gli insegnanti ed alle quali si
rivolgono proprio per trovare insieme delle risposte a tanti dubbi e interrogativi.
Gli insegnanti palesano, in particolare, il loro bisogno di un supporto da parte di personale specializzato per poter dapprima capire e poi affrontare il disagio degli studenti con cui si trovano a convivere. Questo disagio sembra assumere proporzioni enormi nella fase di passaggio dalle scuole primarie alle scuole secondarie di primo grado. Da qui lo studio di questo fenomeno per capire come è meglio intervenire, quali sono gli strumenti messi in atto dai dirigenti degli Istituti scolastici, dalle Amministrazioni Locali, per cercare di limitare le dimensioni del fenomeno dispersione presente in modo inequivocabile nei percorsi di studio, soprattutto nel Sud Italia e in aree difficili come quella di Afragola (Na), città scelta come territorio di indagine per la mia ricerca.

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Introduzione Il Decreto 22 agosto 2007, n. 139 con il quale il Ministero della Pubblica istruzione ha innalzato a 10 anni la durata del periodo di istruzione obbligatoria, al fine di garantire il “conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età”, di fatto prevede l'obbligo scolastico fino a 16 anni a partire dal 2007/2008. Gli ambienti in cui la scuola è immersa sono i più ricchi di stimoli culturali, ma anche i più controversi. Attualmente l'apprendimento scolastico è solo una delle tante esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono, e soprattutto oggi, con l'avvento delle nuove tecnologie, per acquisire competenze specifiche, spesso non vi è bisogno solo dei contesti scolastici. Ma a maggior ragione, la scuola non può abdicare al compito di promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze. L'orizzonte territoriale della scuola si allarga. Ogni singolo, nella sua esperienza quotidiana deve tener conto di informazioni sempre più numerose ed eterogenee e confrontarsi con la molteplicità delle culture. Nel suo itinerario formativo ed esistenziale lo studente si trova a interagire con culture diverse, senza tuttavia avere strumenti adatti per comprenderle e metterle in relazione con la propria. Alla scuola spetta il compito di fornire strumenti adeguati affinché ogni persona sviluppi un'identità consapevole e aperta. Oggi l'impegno dei docenti e di tutti gli operatori della scuola è richiesto in modo ancor più attento e mirato per «la piena attuazione del riconoscimento e della garanzia della libertà e dell'uguaglianza» (articolo 2 e 3 della Costituzione), nel rispetto delle differenze di tutti e dell'identità di ciascuno, ma richiede altresì la collaborazione delle formazioni sociali, in una nuova dimensione di integrazione fra scuola e territorio, per far sì che ognuno possa «svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società» (art.4 della Costituzione). Tuttavia dobbiamo ricordare che in questa situazione di potenziale ricchezza formativa permangono vecchie forme di analfabetismo e di emarginazione 4

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Informazioni tesi

  Autore: Felicia Castaldo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Fabio Corbisiero
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

FAQ

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Parole chiave

terzo settore
scuola
dispersione scolastica
piano sociale di zona
evasione scolastica

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