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La riforma delle autonomie locali

Il ritrovato interesse, soprattutto a livello politico e di opinione pubblica, verso il settore delle autonomie locali è sfociato, nell’ultimo decennio, in una serie di interventi normativi di ingente rilevanza, che hanno apportato profonde innovazioni di carattere organizzativo e funzionale.
Il presente lavoro intende fornire un quadro generale e il più possibile aggiornato della disciplina del sistema locale conseguente a detti interventi, prendendone in considerazione i tratti salienti e dando risalto ai diversi orientamenti dottrinali e giurisprudenziali, che si sono venuti elaborando nel corso degli anni.
I primi due capitoli hanno carattere generale e preparatorio, in quanto finalizzati a delineare il contesto nel quale si muoverà la trattazione successiva.
Il capitolo I, infatti, dopo un breve escursus storico, prende in considerazione i principi costituzionali dell’autonomia, riferimento normativo necessario per ogni ulteriore disciplina positiva, tentando di fornire anche una definizione giuridica generale del concetto, avendo presenti le diverse impostazioni dottrinali e giurisprudenziali.
Il secondo capitolo fornisce, invece, una lettura unitaria della legge 8 giugno 1990, n. 142, fino ad oggi la fonte primaria principale in tema di poteri locali, delineandone le linee guida, le caratteristiche di fondo, i pregi e i difetti.
Con il terzo capitolo inizia l’esame degli aspetti specifici dell’ordinamento locale, partendo dall’analisi dei profili formali e contenutistici dell’autonomia normativa, articolata in potestà statutaria e regolamentare. Si tratta di un profilo che, nell’opinione pressochè unanime della dottrina, rappresenta “l’espressione più elevata e qualificata di quell’autonomia fondata sugli articoli 5 e 128 della Costituzione”.
Le funzioni degli enti locali infraregionali costituiscono l’oggetto del quarto capitolo, che, oltre a definire sinteticamente il complesso quadro giuridico della materia, nel quale concorrono fonti normative statali e regionali risalenti a diversi periodi, ne traccia anche le linee evolutive, sulla base della recente legge Bassanini 1 (l. 59/97). Il capitolo è completato da una trattazione sui servizi pubblici locali e sulle relative modalità di gestione.
Il capitolo V tratta degli strumenti di aggregazione degli enti locali, ivi compresa la Comunità montana, attuando un confronto tra i vari istituti ed individuando i presupposti di fatto, soprattutto di natura socio – economica, alla base della relativa disciplina.
Il sesto capitolo affronta uno dei punti più qualificanti della riforma dei poteri locali: il riordino territoriale, in quanto tale e nell’ambito dell’istituzione delle Città metropolitane, nell’ottica di una riorganizzazione su base territoriale e demografica, che conferisca agli enti locali minori un minimo di autosufficienza finanziaria, nonchè efficacia ed efficienza alla loro azione amministrativa.
Gli organi di governo locale sono l’argomento del capitolo VII, dove si fornisce un’analisi sistematica della forma di governo, posta anche a confronto con la normativa precedente, corredata da un quadro sintetico, ma completo della disciplina relativa ai singoli organi e al controllo sugli stessi.
L’ottavo capitolo si occupa del controllo sugli atti degli enti locali ed è interamente basato sulla recente legge 127/97 (la c. d. Bassanini 2), la quale ha ridimensionato decisamente l’ambito del sindacato di legittimità, modificandone anche competenze e procedure, lasciando in vigore ben poche disposizioni della previgente disciplina, disposta dalla l. 142/90.
Il capitolo IX tratta degli aspetti finanziari e contabili dell’ordinamento locale, prendendo spunto dagli innovativi principi della legge di riforma delle autonomie, integrandoli con le recenti novità normative, da un lato, miranti a garantire certezza di risorse proprie e, dall’altro, orientate sempre più verso una concezione aziendalistica dell’amministrazione locale.
Il decimo e ultimo capitolo, infine, affronta il tema, di stretta attualità, della riforma costituzionale, concentrandosi sulle disposizioni attinenti il sistema autonomistico locale, previste dal progetto di legge costituzionale elaborato dalla Commissione D’Alema, con l’avvertenza, peraltro, che non si tratta di un testo definitivo, in quanto suscettibile di eventuali modifiche in sede di dibattito parlamentare, sulla base delle procedure previste dalla legge costituzionale 1/97, istitutiva della Commissione bicamerale.

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7 Premessa. Il ritrovato interesse, soprattutto a livello politico e di opinione pubblica, verso il settore delle autonomie locali è sfociato, nell’ultimo decennio, in una serie di interventi normativi di ingente rilevanza, che hanno apportato profonde innovazioni di carattere organizzativo e funzionale. Il presente lavoro intende fornire un quadro generale e il più possibile aggiornato della disciplina del sistema locale conseguente a detti interventi, prendendone in considerazione i tratti salienti e dando risalto ai diversi orientamenti dottrinali e giurisprudenziali, che si sono venuti elaborando nel corso degli anni. I primi due capitoli hanno carattere generale e preparatorio, in quanto finalizzati a delineare il contesto nel quale si muoverà la trattazione successiva. Il capitolo I, infatti, dopo un breve escursus storico, prende in considerazione i principi costituzionali dell’autonomia, riferimento normativo necessario per ogni ulteriore disciplina positiva, tentando di fornire anche una definizione giuridica generale del concetto, avendo presenti le diverse impostazioni dottrinali e giurisprudenziali.

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Informazioni tesi

  Autore: Riccardo Barone
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1997-98
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Commercio
  Relatore: Mario Quaglia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 326

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Parole chiave

autonomie locali
riforma delle autonomie locali
riforme istituzionali
diritto pubblico

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