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La cooperazione tra Unione Africana e Nazioni Unite: la missione ibrida in Darfur

Questo lavoro è incentrato sul Darfur, nello specifico sulla cooperazione nella regione tra Unione Africana e Nazioni Unite, sviluppatosi con la missione ibrida UNAMID - African Union-United Nations Hybrid Operation in Darfur, formata da unità delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana, approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU con la Risoluzione n. 1769 del 31 luglio 2007, dal momento che la situazione nella regione iniziava a costituire una minaccia per la pace e richiedeva un intervento, nel rispetto del Capitolo VII della Carta ONU.
Per comprendere meglio come sia stata determinata questa missione, è stata posta l’attenzione sull’ONU e sui rapporti tra Organizzazioni regionali e Consiglio di Sicurezza, dal momento che proprio la stessa Carta delle Nazioni Unite, pur attribuendo in materia di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale un ruolo di prevalenza al Consiglio di Sicurezza, assegna altresì un importante compito agli “accordi o organizzazioni regionali”, ai sensi del capitolo VIII. Nella prima parte dell’elaborato sono stati esaminati i rapporti tra le Nazioni Unite e le organizzazioni regionali in materia di mantenimento della pace che non si esauriscono solo sul piano delle Risoluzioni, in base alle quali il Consiglio di Sicurezza utilizza o autorizza tali organizzazioni a condurre azioni coercitive ma, al contrario, si caratterizzano, sempre di più, in strette relazioni di collaborazione operativa.
Grazie a tale collaborazione il Consiglio di Sicurezza può sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle organizzazioni regionali mantenendo, comunque, un controllo sull’operazione, lasciando, in questo modo intravedere una volontà da parte delle Nazioni Unite di delineare un ruolo delle organizzazioni regionali nel mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, rafforzando la cooperazione e il coordinamento con le Nazioni Unite stesse, in modo da rispondere adeguatamente alle odierne esigenze della comunità internazionale.
In seguito, nel secondo capitolo, si è analizzata l’Unione Africana - organizzazione sovranazionale ed intergovernativa comprendente tutti gli stati africani ad eccezione del Marocco - ed in particolare l’Atto Costitutivo, conosciuto come la Carta di Addis Abeba, che autorizza la stessa ad intervenire in conflitti interni agli Stati in situazioni quali genocidio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
Nel conflitto in Darfur, infatti, si vede anche la partecipazione di quest’ultima, che tra i suoi fini comprende la promozione della pace, della sicurezza e della stabilità politica nel continente africano anche attraverso il ricorso a sanzioni, di natura politica ed economica, che possono essere previste nei confronti di quegli Stati che manchino di uniformarsi ad obiettivi e disposizioni dell’Organizzazione stessa.
Dopo aver esplicitato, quindi, la titolarità delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana ad intervenire in Darfur, si è entrati nello specifico della genesi del conflitto, sviluppando quali siano stati i tentativi di mediazione e di soluzione fatti nel corso degli anni, le Risoluzioni che lo hanno riguardato ed il ruolo che ONU e UA hanno avuto ed hanno tuttora.

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1 INTRODUZIONE L’obbiettivo di questo lavoro è l’analisi di UNAMID - African Union – United Nations Hybrid Operation in Darfur, una missione ibrida formata da unità delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana, approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU con la Risoluzione n. 1769 del 31 luglio 2007, dal momento che la situazione nella regione del Darfur costituiva una minaccia per la pace e richiedeva necessariamente un intervento. Il Darfur 1 è una delle nove province storiche del Sudan che si trova nella parte occidentale del paese, all’interno del deserto del Sahara. Il territorio è oggi suddiviso in tre Stati 2 , il Darfur occidentale - Gharb Darfur, con capitale Al Junaynah; Nord Darfur - Chamal Darfur, con capitale Al Fashir e Sud Darfur - Djanub Darfur, con capitale Nyala. La popolazione in maggioranza musulmana è, attualmente, stimata in circa 6 milioni di abitanti, in grande prevalenza nomadi ed allevatori di lontana origine araba ed arabofoni nella parte del nord ed agricoltori stanziali neri e non arabofoni, nel sud. Storicamente la regione ha subito una fase di islamizzazione nel XV secolo, diventando un sultanato. In seguito, nel 1874, venne inglobata dall’Egitto, mantenendo comunque una certa indipendenza fino al 1916, quando dopo aver sostenuto l’Impero Ottomano, durante la Prima Guerra Mondiale, gli Inglesi deposero l’ultimo sultano 3 e lo resero un protettorato britannico come il Sudan, di cui da questo momento condividerà la storia. In questa regione, dal febbraio del 2003 è in corso un conflitto che vede contrapporsi la locale maggioranza nera della popolazione, composta da tribù sedentarie, alla minoranza nomade originaria della Penisola arabica, che però costituisce la maggioranza nella parte restante del Sudan, a causi di ragioni economiche, tribali e culturali. 1 In arabo: رو ف راد, Dār Fūr, ossia "paese dei Fur”. 2 Wilayat. 3 ʿAlī Dīnār

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Informazioni tesi

  Autore: Ebe Sgarbi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2012-13
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Relazioni internazionali
  Relatore: Maria Beatrice Deli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

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Parole chiave

cooperazione
nazioni unite
organizzazione internazionale
unione africana
darfur
conflitti internazionali
missione ibrida

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