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La Protezione Diplomatica delle società

L’allargamento dei confini in seguito alle scoperte geografiche, le migrazioni verso nuove opportunità e l’espandersi dei commerci verso destinazioni sempre più lontane, hanno portato con sé la necessità per gli Stati di tutelare i propri cittadini all’estero.
Attraverso la protezione diplomatica, infatti, uno Stato si propone di tutelare gli interessi dei propri nazionali lesi da un atto considerato internazionalmente illecito, scaturito dal comportamento di un altro Stato.Il secondo capitolo è incentrato sull’applicazione dell’istituto della protezione diplomatica alle fattispecie che vedono quale soggetto leso una società.
Si tratta di realtà più complesse rispetto a quelle che vedono coinvolti investitori individuali, poiché sovente gli shareholders delle società sono a loro volta società. Ciò ha comportato delle difficoltà per l’individuazione dello Stato nazionale legittimato ad agire in protezione diplomatica per la tutela degli interessi coinvolti.

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1 INTRODUZIONE L’allargamento dei confini in seguito alle scoperte geografiche, le migrazioni verso nuove opportunità e l’espandersi dei commerci verso destinazioni sempre più lontane, hanno portato con sé la necessità per gli Stati di tutelare i propri cittadini all’estero. Attraverso la protezione diplomatica, infatti, uno Stato si propone di tutelare gli interessi dei propri nazionali lesi da un atto considerato internazionalmente illecito, scaturito dal comportamento di un altro Stato. In attesa che venga riconosciuta agli individui piena soggettività nel diritto internazionale, in aggiunta a quella dei singoli Stati, sono solo questi ultimi i titolari dell’esercizio della protezione diplomatica per la tutela dei propri nazionali all’estero, in virtù della coincidenza degli interessi di cittadino e Stato. Nel presente lavoro è descritta l’evoluzione dell’istituto della protezione diplomatica. Di come sia passato da strumento utilizzato da Stati potenti per sfruttare le risorse locali di Stati in via di sviluppo, a mezzo per la soluzione pacifica delle controversie tra Stati. Di come sia stata criticata e osteggiata dai paesi vittime dell’abuso legato al suo cattivo utilizzo e di come sia considerata espressione della tipicità del sistema del diritto internazionale. Verranno descritte le condizioni necessarie affinché si possa esercitare la protezione diplomatica, cioè la nazionalità dei reclami, il previo esaurimento dei ricorsi interni e la regola delle Clean Hands. Si parlerà di come gli Stati sudamericani hanno cercato di impedire il ricorso alla protezione diplomatica, inserendo nei contratti con le società estere la cd. Clausola Calvo. Il secondo capitolo è incentrato sull’applicazione dell’istituto della protezione diplomatica alle fattispecie che vedono quale soggetto leso una società. Si tratta di realtà più complesse rispetto a quelle che vedono coinvolti investitori individuali, poiché sovente gli shareholders delle società sono a loro volta società. Ciò ha comportato delle difficoltà per l’individuazione dello Stato nazionale legittimato ad agire in protezione diplomatica per la tutela degli interessi coinvolti. Poiché è generalmente riconosciuto che la nazionalità di una società va individuata secondo le norme del diritto interno dei singoli Stati, si è venuto a creare un quadro non uniforme sui criteri adottati per stabilire il collegamento della nazionalità. I tre

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Informazioni tesi

  Autore: Corina Verzino
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi del Molise
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Maria Rosaria Mauro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 56

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Parole chiave

icsid
società estere
protezione diplomatica
clean hands
clausola calvo
nationality of the claim

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