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Saggia la tua mente. Allena-menti tra cognizione e metacognizione

La tesi espone e analizza il progetto didattico svolto in una classe seconda per rendere più efficace e autoregolato l'approccio ai compiti scolastici degli alunni.
Dopo una rilevazione degli stili cognitivi e delle convinzioni attribuzionali e mentalistiche dei bambini, sono state proposte diverse attività, utilizzando codici testuali di vario tipo, per insegnare gradualmente e generalizzare strategie utili per migliorare i processi cognitivi di comprensione – principalmente il processo inferenziale- e soprattutto per sviluppare alcuni processi metacognitivi di controllo- in particolare anticipazione, previsione, revisione e valutazione.
Le metodologie didattiche impiegate- prevalentemente discussioni collettive e lavoro di gruppo- sono state tali da favorire la progressiva attivazione degli alunni e la co-costruzione degli apprendimenti.
Gli alunni sono stati coinvolti in modo diretto nell'autovalutazione e nella co-valutazione dei propri prodotti, oltreché dei fattori attributivi che determinano i risultati ottenuti; i protocolli che ne sono derivati e l'osservazione sistematica hanno permesso di seguire lo sviluppo dei processi di apprendimento dei bambini per compiervi un'analisi dettagliata.
Le rilevazioni finali relative agli atteggiamenti attributivi dei alunni hanno rilevato un aumento dell'autoconsapevolezza e della capacità di autoregolazione. La creazione e realizzazione autonoma da parte dei bambini di un domino finale è stata occasione di verifica autentica del percorso svolto: i bambini hanno dimostrato di saper utilizzare le competenze cognitive, metacognitive e sociali stimolate con il progetto realizzato.

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Espressionismo e inclusione L'immagine in copertina è La Danza di Henrie Matisse, dipinto “inclusivo” del 1909. L'ho scelto perché mi sembra richiami alcuni elementi che hanno caratterizzato il mio percorso di tirocinio. Innanzitutto il dipinto rappresenta una danza e i corpi la seguono e nello stesso tempo la creano con tutta la loro plasticità, eppure leggeri, delineati con gesti spontanei: nella danza individualità e collettività -il singolo nel gruppo - coesistono e traggono l'una forza e valore dall'altra, senza che sia possibile gerarchizzarle, così come elementi teorici e contesto specifico. La danza rappresentata è un girotondo: il cerchio, figura perfetta e chiusa per eccellenza, in realtà in questo dipinto è aperta perché i due danzatori più in basso si stanno dando le mani, forse dopo che uno di loro ha preso il suo posto nella danza stessa-un'inclusione che porta già da subito il suo contributo nella danza, l'impiego di metodologie attive. Il movimento appare vorticoso, senza fine, ma è armonioso, le figure sono linee ordinate in relazione alla superficie dipinta: i profili si adattano alla composizione, ogni elemento dei corpi si dispone in una posizione relazionata a quella degli altri, l’uno concatenandosi al vicino e questo al successivo, secondo un rapporto armonioso che coinvolge l’intero quadro- la coerenza tra i diversi elementi della progettazione. Nella danza, infatti, ognuno declina nel suo modo personale uno stimolo: la musica e il movimento stesso che i cinque danzatori creano insieme, -progetto e coproduzione- che ciascuno sente pensato per lui e lo restituisce al gruppo attraverso la sua stessa danza- individuazione e personalizzazione, stili di apprendimento- determinando così un adeguamento e un nuovo armonizzarsi di movimenti - co-auto- valutazione e riprogettazione. I volti sono quasi tutti nascosti e richiamano una dimensione universale e simbolica-conoscenza paradigmatica, competenze chiave. Inoltre i colori utilizzati sono solo tre: sono quindi ridotti all'essenziale, “Il minimo per ottenere il massimo effetto” era il motto di Matisse in quel periodo – i processi logici- ma sono utilizzati in modo molto marcato, sono colori saturi, estremamente carichi- le possibili declinazioni di tali processi: le materie, gli argomenti di studio, le diverse attività... Del resto, i colori dominanti, il blu, il rosso e il verde, permettono di percepire immediatamente la composizione, orientandoci a distinguerne nettamente ogni elemento- gli indicatori dei processi, la tabella semaforica. Infine, il piede di uno dei danzatori imprime alla superficie sulla quale ballano una deformazione dovuta al suo peso: un approccio didattico che lascia il segno nella propria formazione e nella Scuola...forse... Ho scelto questo dipinto anche perchè mi ricorda un testo – La danza che crea- che esprime un legame tra conoscenza, realtà e visione della scienza rispetto a se stessa particolarmente vicino all'ottica da cui si origina il mio progetto: un “deuteroapprendimento”, un apprendimento progressivo e in continua crescita, piuttosto che un'acquisizione ed una rappresentazione data. Il cuore del problema della vita e della cognizione è la coevoluzione, la danza creatrice, di conservazione e mutamento, di invarianza e di novità, di chiusura e apertura. Il rapporto fra soggetto e oggetto, fra conoscenza e realtà, da rapporto di rappresentazione si ridefinisce come rapporto di coemergenza, di coevoluzione, appunto, di danza che crea, che “pone innanzi” un mondo, e dove la condizione richiesta è la effettività dell’azione, nel consentire la continua conservazione del sistema coinvolto. Mauro Ceruti, “La danza che crea. Evoluzione e cognizione nell’epistemologia genetica” Apprendimento = Apprendere ad apprendere. Comprensione = Richiede la comprensione della comprensione Dialogo = Vedersi attraverso gli occhi di un altro. Verità = L'invenzione di un bugiardo. H. von Foerster, in Mauro Ceruti, “La danza che crea. Evoluzione e cognizione nell’epistemologia genetica”

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Informazioni tesi

  Autore: Daniela Nebuloni
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Formazione Primaria
  Relatore: Eleonora Farina
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 314

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Parole chiave

valutazione
autonomia
documentazione
inferenze
autoregolazione
metacognizione
scuola primaria
comprensione testi
imparare a imparare
invalsi

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