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Talidomide: un esempio di drug repurposing

Negli ultimi vent'anni, dopo che si è riacceso l'interesse per la talidomide, la ricerca scientifica si è occupata, e tuttora continua ad occuparsene, di scoprire nuove potenzialità terapeutiche del farmaco e di analizzarne i relativi meccanismi d'azione. Lavori svolti in laboratori sparsi in tutto il mondo hanno illustrato, in numerose pubblicazioni scientifiche, l'efficacia del farmaco in svariate patologie gravi, a partire dall'Eritema Nodoso Lepromatoso (ENL) ed altre patologie di tipo dermatologico, fino ad arrivare al Mieloma Multiplo. In questo studio, noi illustreremo i meccanismi tramite i quali la talidomide svolge la sua azione benefica in queste malattie. Tuttavia, conoscendo la storia della talidomide e la tragedia che essa ha provocato in passato, andremo anche ad analizzare i meccanismi alla base del suo più grave effetto collaterale, la teratogenicità. Dopodiché andremo a valutare quale sia il modo migliore per assumere il farmaco senza rischi. Dapprima analizzeremo, però, la sua farmacocinetica, soffermandoci sui fattori che potrebbero interferire con il suo assorbimento, e valuteremo se esistono delle tecniche per migliorare l'assorbimento stesso della nostra sostanza. Indagheremo sui meccanismi di assorbimento del farmaco, verificando se questo avviene per trasporto passivo o attivo. Andremo a verificare se, una volta somministrato il farmaco, esso ha un'emivita tale da mantenere una concentrazione ematica adeguata nel tempo. Infine, analizzeremo gli eventuali effetti collaterali che il farmaco potrebbe avere, anche in seguito alla concomitante assunzione di altri farmaci.

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6 Introduzione Storia della talidomide La talidomide è un farmaco sedativo, che fu sintetizzato per la prima volta dai chimici Kunz, Keller e Muckter, che ne descrissero le principali proprietà farmacologiche. Il farmaco si presenta come una polvere bianca cristallina e insapore, con un punto di fusione di 271°C. Kunz, Keller e Muckter, attraverso i loro studi effettuati sui topi, giunsero alla conclusione che era un farmaco privo di effetti tossici, se somministrato per via orale a dosi massicce. Essi attribuirono questa mancanza di tossicità all’assorbimento limitato, che caratterizzava la sostanza. I loro studi dimostrarono che la talidomide aveva un effetto tranquillante sul Sistema Nervoso Centrale e che essa riduceva l’attività volontaria negli animali da laboratorio e induceva il sonno. A differenza dei barbiturici, questa sostanza non provocava nei topi eccitazione iniziale, incoordinazione o narcosi. Inoltre, il farmaco potenziava l’effetto di altre sostanze ad azione depressiva sul sistema nervoso centrale, in particolare dei barbiturici. Non aveva effetti collaterali riguardanti il cuore, la respirazione o il Sistema Nervoso Autonomo 1 . Sulla base di questi studi, il farmaco fu ritenuto uno dei migliori sedativi scoperti fino ad allora. Nel 1956 la talidomide fu introdotta dalla ChemieGrunenthal, un’azienda farmaceutica della Germania Occidentale, e fu commercializzata con il nome di Contergan. La Grunenthal aveva ottenuto un brevetto per questo farmaco nel 1954. Il Contergan fu disponibile nelle farmacie dal 1957 in poi. Dal 1958 invase il mercato mondiale, ed i suoi usi si estesero dalla semplice cura contro l’insonnia. Infatti, questo farmaco veniva spesso utilizzato dalle

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Informazioni tesi

  Autore: Eleonora Giorgino
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2012-13
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Farmacia
  Corso: Farmacia
  Relatore: Paolo Puccetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 101

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Parole chiave

farmacocinetica
talidomide
stomatite aftosa
eritema nodoso lepromatoso
sindrome di behçet
pioderma gangrenoso
lichen planus
prurigo nodularis
sarcoidosi
pemfigoide cicatriziale
mieloma multiplo

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