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Le sfide della globalizzazione e l'impatto sulle relazioni sindacali ed industriali in Italia: dalla contrattazione aziendale in deroga, al contratto nazionale di settore. Il caso atipico della Fiat Auto

L'analisi parte dalle sfide competitive indotte dalla globalizzazione dei mercati, dalle perturbazioni causate sugli scambi commerciali dalla crisi economica e finanziaria in atto, per analizzare l'aumento della pressione concorrenziale nel settore automotive e le strategie di rilancio che la Fiat Group ha posto in essere in tale contesto. Tassello fondamentale di queste strategie di rilancio, per quanto riguarda l'Italia, è costituito dalla rinegoziazione di accordi aziendali non più adeguati al contesto competitivo, che il Gruppo Fiat sta definendo.Partendo da non remoti orientamenti giurisprudenziali che confermano la legittimità degli accordi aziendali in deroga (peggiorativa) alle norme del C.c.n.l. di categoria, l'analisi si concentra sulle innovazioni che la contrattazione collettiva nazionale, confederale e di categoria, ha recentemente introdotto, superando tradizionali assetti negoziali, immutati da decenni, centrati sul principio della "subordinazione" della contrattazione aziendale alle norme contrattuali di livello superiore (divieti di rinegoziazione, a livello aziendale, delle norme già definite a livello nazionale (ne bis in idem) e sostanziale "confinamento" della contrattazione aziendale alle tematiche dell'organizzazione del lavoro e della definizione dei premi salariali "di risultato"). Partendo da un "precedente" innovativo, costituito dal C.c.n.l. 29 giugno 2007 per il settore Chimico-Farmaceutico, che introduce la possibilità di addivenire, seppur in via transitoria, ad accordi aziendali in deroga alle norme di livello superiore, vengono così analizzati, gli sviluppi ulteriori definiti dall'accordo "quadro" 22 gennaio 2009 - stipulato per la riforma degli assetti contrattuali a livello governativo e confederale, che la Cgil non ha inteso sottoscrivere - e dall'accordo interconfederale (anch'esso "separato") del 15 aprile 2009, che del primo è attuazione. Si analizza, alla luce di tutto ciò, l'accordo ("separato") 15 giugno 2010 stipulato dalla Fiat per lo stabilimento di Pomigliano d'Arco, ponendo in risalto le deroghe ivi introdotte alle norme nazionali di categoria e le implicazioni di tale "strappo" negoziale sul piano della legittimità di questo accordo e sul piano delle relazioni industriali, messe in crisi dalla successiva decisione della Fiat Group di non far aderire la costituenda newco (che gestirà gli impianti) al sistema confindustriale. Il procedere degli avvenimenti è tumultuoso: la Federmeccanica, per evitare l'insorgere di un minacciato contenzioso da parte della Cgil, firmataria del C.c.n.l metalmeccanici 20 gennaio 2008 (che tali deroghe aziendali ancora non consentiva) decide di rescindere tale C.c.n.l. e, in data 29 settembre 2010, perviene alla sottoscrizione di un accordo "separato", che introduce appunto la possibilità di stipulare accordi aziendali in deroga al C.c.n.l.. Ma, ciò nonostante, la Fiat decide di non avvalersi di tale normativa nazionale e il 23 dicembre 2010 raggiunge un ulteriore accordo aziendale (anch'esso separato") per lo stabilimxento di Mirafiori. In parallelo, si assiste ad un cambiamento di fronte, da parte della Confindustria e della Federmeccanica: si propone alle OSL nazionali dei metalmeccanici di definire un C.c.n.l. specifico per il settore auto, con l'evidente intento di recuperare il rapporto associativo con il Gruppo Fiat.
Nel frattempo, gli accordi di Pomigliano e di Mirafiori, in un acceso clima di dissenso, sono stati approvati con referendum dai lavoratori, e la Fiat, forte di tale risultato, il 29 dicembre 2010 raggiunge per lo stabilimento di Pomigliano d'Arco un secondo accordo (attuativo del primo). Ma gli scenari nazionali subiscono ulteriori evoluzioni: sotto la pressione della Cgil, non firmataria di tutte queste intese nazionali ed aziendali, il problema si sposta dalla tematica della derogabilità a quella della rappresentanza, tematica che viene esaminata sotto il profilo delle proposte di riforma legislativa e contrattuale in essere. Ma i cambiamenti di fronte non si esauriscono: Confindustra e Federmeccanica, sulla scorta dei "precedenti" già in atto in Germania sin dal 2005, propongono alle controparti di definire l'alternatività del contratto aziendale a quello nazionale, per consentire alle aziende, che intendano darsi assetti normativi più adeguati alle proprie specifiche esigenze produttive e competitive e che si trovino "strette" nella applicazione di un C.c.n.l. di categoria, valido per qualsivoglia tipologia dimensionale di azienda, di optare liberamente per la non applicazione della contrattazione nazionale di categoria a favore di un contratto aziendale del tutto alternativo (ovviamente, anche derogatorio). Gli scenari sono attualmente in piena ed appassionante evoluzione e non è dato, allo stato attuale, individuarne con certezza gli sbocchi.

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- 2 - Relazione Finale Le sfide della globalizzazione e l’impatto sulle relazioni sindacali ed industriali in Italia: dalla contrattazione aziendale in deroga, al contratto nazionale di settore? Il caso atipico della Fiat Auto. INTRODUZIONE Non è pensabile cogliere appieno gli attuali sviluppi delle relazioni industriali e sindacali in Italia ed i riassetti in atto nella contrattazione collettiva confederale, di categoria ed aziendale senza considerare, globalmente, gli scenari competitivi e di mercato che fanno da sfondo ineludibile al cambiamento. Si ritiene, infatti, che la pressione competitiva del mercato, sempre piø intensa e globale, influenzi e soprattutto determini le scelte degli attori della contrattazione in Italia, orientandole ad individuare soluzioni tese a potenziare la capacità concorrenziale delle imprese. Si intende cioè dire che le travagliate soluzioni negoziali e giuridiche, che si stanno delineando in tutta la loro portata innovativa nella contrattazione collettiva italiana, con particolare riferimento al settore metalmeccanico ed al suo sottosettore dell’auto, non possono essere lette e comprese trascurando l’analisi delle dinamiche del mercato globale che le determinano e le impongono. Queste scelte contrattuali, come potremo approfondire, sono ancora in fieri, ma comunque appaiono di grande rilevanza in un’ottica di cambiamento e sono comunque tali da travolgere i tradizionali assetti della contrattazione collettiva, centrata sulla coesistenza di tre livelli (confederale, categoriale ed aziendale). Si sta facendo strada quindi, con forza ineluttabile, la necessità di cogliere e valorizzare le specificità aziendali o di sottosettore contrattuale, non piø regolamentabili in misura indifferenziata ad opera del Contratto collettivo nazionale di lavoro della categoria. Dopo una breve analisi introduttiva degli scenari economici e di mercato che stanno determinando il cambiamento degli assetti contrattuali, si procederà, nel dettaglio, ad esaminare - con specifico riferimento alla contrattazione confederale, a quella categoriale metalmeccanica ed a quella aziendale del Gruppo Fiat in Italia - l’evoluzione cronologica e contenutistica del quadro normativo che, fra inevitabili difficoltà e contrasti fra le parti negoziali, si sta comunque progressivamente delineando.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta De Cesare
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Link Campus University - L'Università internazionale a Roma
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Giuseppe Sigillò Massara
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 40

FAQ

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Parole chiave

fiat
contrattazione collettiva
fabbrica italia
settore automotive

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