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Tra le nuvole. Il Cloud Computing tra archiviazione e traduzione automatica

A partire dagli anni ’80 e ’90, con l’avvento dei dispositivi portatili e user friendly e la diffusione del Web 2.0, gli individui hanno iniziato a sentirsi legati a filo doppio con la Rete, tanto che in molti hanno iniziato ad abbandonare gli archivi e le infrastrutture in locale per “migrare” il loro lavoro su Internet. Tutto ciò è possibile grazie al cosiddetto Cloud Computing, tecnologia che ha permesso agli utilizzatori di risparmiare tempo e denaro e che favorisce l’interscambio di conoscenze ed informazioni. Sia gli utenti comuni che le organizzazioni pubbliche e private si stanno affacciando a questa nuova opportunità, e l’obiettivo del presente elaborato è proprio quello di far luce sull’universo del Cloud Computing descrivendone le caratteristiche ed il funzionamento, per poi focalizzarci prima sull’uso che ne fanno gli utenti comuni (archiviazione e condivisione di dati) e poi sull’effetto che le tecnologie cloud stanno producendo sull’attività di Traduzione Automatica ed Assistita, uno dei settori sta iniziando a cogliere i primi frutti della scelta di avvicinarsi al cloud.
La prima parte si concentra sul concetto di Cloud Computing e descrive la strada che ci ha portati alla situazione attuale, con uno sguardo alla teoria della “cultura partecipativa” di Henry Jenkins e alle infinite potenzialità del cloud (ad esempio la virtualizzazione di Hardware e Sistemi Operativi), puntando l’obiettivo sui benefici e gli svantaggi derivanti dall’adozione della nuvola. Nella seconda parte dell’elaborato ci siamo dedicati al Cloud Storage, attività preferita dagli utenti consumer, e tracceremo un confronto tra i cinque maggiori fornitori del servizio esistenti al momento (DropBox, OneDrive, Google Drive, iCloud e Box) cercando di evidenziare i punti di forza e quelli di debolezza di ognuno di questi. Nell’ultima parte il focus si sposta sulla Traduzione Automatica e, dopo un rapido excursus storico sulle origini e l’evoluzione delle tecnologie di traduzione, ci soffermeremo sulle grosse novità che il Cloud Computing sta apportando al lavoro dei traduttori, nello specifico l’abbandono del tradizionale “modello TEP” (Translation, Editing, Publishing) a favore di un metodo di lavoro collaborativo e molto meno gerarchizzato basato interamente sul crowdsourcing.

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1 INTRODUZIONE Nel mondo post-moderno in cui vivono le nostre generazioni è lecito domandarsi verso quale direzione si stia evolvendo la società. L’industrializzazione e l’urbanizzazione prima, e i computer connessi e i gadget elettronici poi, hanno profondamente contribuito a trasformare le modalità con cui gli individui affrontano quotidianamente le loro giornate ed a convertire la società in una rete di reti basata sulle connessioni personali sia offline che online. Gran parte di questa “evoluzione” è avvenuta a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso, periodo in cui i calcolatori hanno smesso di essere dei “cervelloni” utilizzati a fini scientifici e di ricerca, trasformandosi gradualmente in dispositivi portatili e user friendly dei quali ognuno di noi, oggi, difficilmente riuscirebbe a fare a meno. Il connubio tra la mobilità anywhere/anytime ed il nuovo tipo di società connessa è iniziato a diventare evidente a partire dalla metà dello scorso decennio, con la nascita dei Social Network e con il lancio sul mercato di smartphone e tablet. Da quel momento in poi gli individui si sono sentiti legati a filo doppio con il Web, tanto che alcune aziende ed organizzazioni hanno avuto la brillante idea di iniziare ad abbandonare gli archivi, le infrastrutture e i mezzi in locale per “migrare” i loro dati e le loro attività lavorative su Internet. Tutto ciò è possibile grazie al cosiddetto Cloud Computing, un termine relativamente recente ma che ingloba al suo interno numerose pratiche che caratterizzano la Grande Rete sin dagli albori. Al giorno d’oggi non soltanto le grandi aziende hanno scelto di avvicinarsi al cloud per risparmiare denaro e favorire l’interscambio di conoscenze ed informazioni tra i lavoratori ed i professionisti, ma sempre più soggetti, tra cui moltissimi utenti “casalinghi”, hanno compreso la potenzialità del calcolo remoto e sono in grado di fruire dei più disparati servizi messi a disposizione dai provider anche gratuitamente. Se gli utenti comuni preferiscono utilizzare il cloud principalmente per salvare i propri dati su un server remoto in maniera da tenerli al sicuro da eventuali rischi,

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Informazioni tesi

  Autore: Giovanni Abbatangelo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Mario Monteleone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 69

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Parole chiave

linguistica computazionale
traduzione automatica
web 2.0
cloud computing
traduzione assistita
macchina enigma
onedrive
google drive
dropbox
modello tep

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