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Un'analisi del disturbo pragmatico del linguaggio tra teoria e pratica

Lo scopo di questo elaborato è presentare il disturbo pragmatico del linguaggio: un disturbo che, a partire dagli anni Ottanta, ha interessato molti studiosi e che ancora oggi è un interessante oggetto di ricerca.
Grazie alla pragmatica i partecipanti ad una conversazione risolvono le ambiguità e interpretano il linguaggio verbale e non verbale, all'interno del contesto.
Il disturbo qui analizzato compromette la capacità del soggetto di usare il linguaggio in modo efficace, in funzione del contesto sociale e dei diversi interlocutori.
Riguarda persone che possiedono un linguaggio fluente, finalizzato non all'interazione sociale, ma a scopi legati alla soddisfazione dei propri bisogni.
In questo percorso sono partita da una visione generale del linguaggio, che cos'è, di cosa si compone, le sue funzioni e come si sviluppa nel bambino, dalla nascita all'età prescolare. Sono poi passata a parlare dei disturbi del linguaggio, quindi in particolare di cosa significa avere un disturbo pragmatico.
Durante le ricerche ho notato che c'è una correlazione tra questo disturbo e la sindrome di Asperger, in quanto presentano caratteristiche simili. Infatti, anche questa sindrome è caratterizzata da un'assenza di ritardi nel linguaggio e nello sviluppo cognitivo, accompagnata dalla difficoltà di comprendere le basilari regole di interazione, dall'incapacità di capire il significato e lo scopo delle azioni degli altri e dalla difficoltà di riconoscere il punto di vista altrui.
Infine, ho esaminato le possibili strategie di intervento educativo finalizzate al recupero e al potenziamento del linguaggio, elencando anche alcune linee guida da utilizzare come esempio per attività che possano aiutare i bambini con questo tipo di problema, tenendo conto dell'età e delle competenze specifiche di ognuno.
Purtroppo non ho avuto l'occasione di fare esperienze sul campo quindi ho basato le mie ricerche sui punti di vista di alcuni esperti, tra cui Firth e Venkatesh, terapiste del linguaggio che si sono occupate del disturbo pragmatico e la psichiatra Lorna Wing, che ha dedicato la sua vita agli studi sui disturbi dello sviluppo, in particolare quelli che rientrano nella gamma dell'autismo.
Nella stesura dell'elaborato ho voluto usare un linguaggio semplice, non scientifico, perché penso che questa lettura possa essere utile sia ai professionisti, come medici, educatori e insegnanti, ma anche ai genitori e alle famiglie dei soggetti interessati, che ogni giorno vivono quest'esperienza sulla propria pelle.

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4 Introduzione Lo scopo di questo elaborato è presentare il disturbo pragmatico del linguaggio: un disturbo che, a partire dagli anni Ottanta, ha interessato molti studiosi e che ancora oggi è un interessante oggetto di ricerca. Grazie alla pragmatica i partecipanti ad una conversazione risolvono le ambiguità e interpretano il linguaggio verbale e non verbale, all’interno del contesto. Il disturbo qui analizzato compromette la capacità del soggetto di usare il linguaggio in modo efficace, in funzione del contesto sociale e dei diversi interlocutori. Riguarda persone che possiedono un linguaggio fluente, finalizzato non all’interazione sociale, ma a scopi legati alla soddisfazione dei propri bisogni. In questo percorso sono partita da una visione generale del linguaggio: che cos’è, di cosa si compone, le sue funzioni e come si sviluppa nel bambino, dalla nascita all’età prescolare. Sono poi passata a parlare dei disturbi del linguaggio, quindi in particolare di cosa significa avere un disturbo pragmatico. Durante le ricerche ho notato che c’è una correlazione tra questo disturbo e la sindrome di Asperger, in quanto presentano caratteristiche simili. Infatti, anche questa sindrome è caratterizzata da un’assenza di ritardi nel linguaggio e nello sviluppo cognitivo, accompagnata dalla difficoltà di comprendere le basilari regole di interazione, dall’incapacità di capire il significato e lo scopo delle azioni degli altri e dalla difficoltà di riconoscere il punto di vista altrui. Infine, ho esaminato le possibili strategie di intervento educativo finalizzate al recupero e al potenziamento del linguaggio, elencando anche alcune linee guida da utilizzare come esempio per attività che possano aiutare i bambini con questo tipo di problema, tenendo conto dell’età e delle competenze specifiche di ognuno. Purtroppo non ho avuto l’occasione di fare esperienze sul campo quindi ho basato le mie ricerche sui punti di vista di alcuni esperti, tra cui Firth e Venkatesh, terapiste del linguaggio che si sono occupate del disturbo pragmatico e la psichiatra Lorna Wing, che ha dedicato la sua vita agli studi sui disturbi dello sviluppo, in particolare quelli che rientrano nella gamma dell’autismo.

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Informazioni tesi

  Autore: Marta Zanoletti
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Giorgio Francesco Arcodia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 41

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