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Studio del rilascio di Esosaminidasi (EC 3.2.1.52) promosso da farmaci in ''precision-cut slices'' di fegato di ratto e in cellule umane HepG2

Lo scopo del presente studio è stato quello di indagare sui meccanismi molecolari responsabili della fosfolipidosi indotta da sostanze chimiche. Lo studio è stato condotto su un modello sperimentale in vitro che permetteva di studiare sia i farmaci, che i loro metaboliti, come potenziali induttori di fosfolipidosi. Il metodo sperimentale utilizzato si basava sulle “precision-cut liver slices”. Le fettine ottenute dal fegato di ratto, venivano incubate in presenza di potenziali induttori, come: amiodarone, cimetidina e imipramina. L’amiodarone e l’imipramina erano in grado di indurre fosfolipidosi, mentre la cimetidina, sebbene abbia una struttura chimica anfifilica non è riconosciuta come induttore di fosfolipidosi ed è stato utilizzata come controllo negativo. Il problema che è stato affrontato è stato quello di trovare un marcatore biologico di fosfolipidosi adeguato. In colture cellulari, i farmaci induttori di fosfolipidosi promuovono il rilascio di un enzima lisosomiale esoaminidasi (EC 3.2.1.52). Questo enzima è presente in due isoforme: HexA e HexB. In precedenti esperimenti tuttavia, è stato dimostrato che il rilascio di Hex da parte delle “precision-cut liver slice non dipendeva dalla presenza del farmaco. A tal fine abbiamo voluto indagare il diverso comportamento utilizzando colture cellulari di epatoma umanano (HepG2) e fettine di fegato di ratto dosando l’attività enzimatica con substrati fluorigenici. I risultati preliminari mostrano che il rilascio di Hex dalle fettine era rapidamente degradato dalla varianza della coltura cellulare.

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Riassunto: Lo scopo del presente studio è stato quello di indagare sui meccanismi molecolari responsabili della fosfolipidosi indotta da sostanze chimiche. Lo studio è stato condotto su un modello sperimentale in vitro che permetteva di studiare sia i farmaci, che i loro metaboliti, come potenziali induttori di fosfolipidosi. Il metodo sperimentale utilizzato si basava sulle “precision-cut liver slices”. Le fettine ottenute dal fegato di ratto, venivano incubate in presenza di potenziali induttori, come: amiodarone, cimetidina e imipramina. L’amiodarone e l’imipramina erano in grado di indurre fosfolipidosi, mentre la cimetidina, sebbene abbia una struttura chimica anfifilica non è riconosciuta come induttore di fosfolipidosi ed è stato utilizzata come controllo negativo. Il problema che è stato affrontato è stato quello di trovare un marcatore biologico di fosfolipidosi adeguato. In colture cellulari, i farmaci induttori di fosfolipidosi promuovono il rilascio di un enzima lisosomiale esoaminidasi (EC 3.2.1.52). Questo enzima è presente in due isoforme: HexA e HexB. In precedenti esperimenti tuttavia, è stato dimostrato che il rilascio di Hex da parte delle “precision-cut liver slice non dipendeva dalla presenza del farmaco. A tal fine abbiamo voluto indagare il diverso comportamento utilizzando colture cellulari di epatoma umanano (HepG2) e fettine di fegato di ratto dosando l’attività enzimatica con substrati fluorigenici. I risultati preliminari mostrano che il rilascio di Hex dalle fettine era rapidamente degradato dalla varianza della coltura cellulare. 1

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Informazioni tesi

  Autore: Biagio Alessandrello
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: scienze biologiche
  Corso: Scienze biologiche
  Relatore: Massimo Valoti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 21

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Parole chiave

farmaci
biologia
cellule
colture cellulari
fosfolipidosi
esosaminidasi
precision-cut slices
lisosoma
fegato di ratto

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