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La gestione della terapia antibiotica nell'ULSS 20 di Verona: valutazione dell'appropriatezza prescrittiva e proposta di un nuovo modello razionale e multidisciplinare di gestione.

Recentemente, il problema dell’antibioticoresistenza è divenuto una questione di taratura globale, dovuto in larga parte all’uso sconsiderato e spesso inappropriato delle risorse antimicrobiche a disposizione per il trattamento delle infezioni. L’attenzione verso le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), causate da microrganismi Gram-positivi e Gram-negativi, spesso resistenti al trattamento farmacologico, rappresenta un imperativo nell’assicurazione di un’assistenza terapeutica efficace. Negli ultimi anni, per i farmaci considerati di ultima linea nel trattamento delle infezioni ospedaliere, in particolare fluorochinoloni, piperacillina/tazobactam, carbapenemi, daptomicina, linezolid e tigeciclina, si sono registrati consumi in continuo aumento. L’obiettivo di questo studio è quello di caratterizzare le Unità Operative afferenti all’ULSS 20 di Verona che in misura maggiore si rendono responsabili di questo uso spesso di importante misura, e di valutare quindi, sulla base dell’analisi delle prescrizioni e dell’isolamento dei patogeni, l’appropriatezza del percorso di scelta terapeutica, in relazione al periodo 2014-2015. Dall’analisi è emerso che 2161 pazienti nei reparti considerati hanno ricevuto un trattamento antimicrobico di ultima linea nel 2014, e che di questi il 61% hanno ricevuto una terapia anti Gram- ed il restante 39% una terapia anti Gram+. Nel 2015 il numero di pazienti trattati è sceso a 1940, con una percentuale di distribuzione del tipo di terapia simile. Tra le terapie anti Gram+, il 55% nel 2014 ed il 48% nel 2015 dei pazienti ha ricevuto il trattamento in modo empirico, e di queste circa il 70% è risultato essere una terapia di prima scelta, e per le quali in meno della metà dei casi è stata richiesta la consulenza infettivologica. Per quanto riguarda la terapia farmacologica basata sul referto microbiologico, invece, nel 2014 l’appropriatezza prescrittiva è stata valutata totale nel 56.5% dei casi nel 2015 e nel 31% nel 2015, considerando però anche una buona percentuale di appropriatezza parziale. Per le terapie anti Gram-, circa il 90% dei pazienti in entrambi i periodi ha ricevuto il trattamento previo accertamento microbiologico. Di questi, la terapia è valutata come appropriata nel 52.83% dei casi nel 2014 e nel 44.5% nel 2015. Dei pazienti che hanno ricevuto una terapia empirica, invece, il trattamento è risultato di essere del 69% nel 2014 e del 91% nel 2015, mentre la consulenza infettivologica è stata richiesta in una percentuale bassissima dei casi, nel 16% e 12% rispettivamente. Complessivamente, quindi, è stata riscontrata una bassa tendenza alla consulenza infettivologica da parte dei medici nel momento dell’impostazione della scelta terapeutica, e una propensione alla scelta di medicinali di ultima linea senza prima aver richiesto un esame microbiologico utile alla corretta formulazione della diagnosi e della prescrizione, senza tra l’altro ricorrere a trattamenti di prima linea prima di iniziare una terapia definitiva. Dall’indagine epidemiologica è inoltre emersa la necessità per le strutture ospedaliere e residenziali dell’ULSS 20, ed in generale per ogni struttura assistenziale, di strutturare un proprio programma di gestione della terapia antimicrobica che sia comprensivo di ogni aspetto, dalla scelta terapeutica, al monitoraggio dell’epidemiologia delle infezioni, alla politica di igiene e profilassi delle malattie infettive, e che coinvolga ogni attore interessato alla questione, permettendo un passaggio di informazioni che possa essere utile per un buon esito clinico.

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9 RIASSUNTO Recentemente, il problema dell’antibioticoresistenza è divenuto una questione di taratura globale, dovuto in larga parte all’uso sconsiderato e spesso inappropriato delle risorse antimicrobiche a disposizione per il trattamento delle infezioni. L’attenzione verso le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), causate da microrganismi Gram-positivi e Gram-negativi, spesso resistenti al trattamento farmacologico, rappresenta un imperativo nell’assicurazione di un’assistenza terapeutica efficace. Negli ultimi anni, per i farmaci considerati di ultima linea nel trattamento delle infezioni ospedaliere, in particolare fluorochinoloni, piperacillina/tazobactam, carbapenemi, daptomicina, linezolid e tigeciclina, si sono registrati consumi in continuo aumento. L’obiettivo di questo studio è quello di caratterizzare le Unità Operative afferenti all’ULSS 20 di Verona che in misura maggiore si rendono responsabili di questo uso spesso di importante misura, e di valutare quindi, sulla base dell’analisi delle prescrizioni e dell’isolamento dei patogeni, l’appropriatezza del percorso di scelta terapeutica, in relazione al periodo 2014-2015. I dati relativi al consumo dei farmaci ad azione antibiotica per le unità di interesse rilevate (Geriatria, Medicina Generale, Unità di terapia Intensiva, Lungodegenza, Lungodegenza con sede a Marzana e Case di Riposo) sono stati ricavati dai sistemi di gestione aziendale; tutte le informazioni sulle generalità e caratteristiche dei pazienti, nonché delle prescrizioni per essi formulate, sono stati raccolti mediante consultazione delle Schede di Dimissione Ospedaliera e dei dati delle cartelle cliniche presenti nei sistemi di gestione dell’Ufficio di Prevenzione dell’Ospedale di San Bonifacio. A conferma dei dati forniti dagli stessi, sono stati presi in considerazione anche gli isolamenti effettuati dal laboratorio di microbiologia ed i relativi antibiogrammi. Nel 2014 i reparti più attivi nel consumo degli antibiotici si sono confermati quelli verso i quali la struttura ospedaliera aveva manifestato il suo interesse nell’effettuare l’indagine. I dati, espressi come DDD/100 giornate di degenza, hanno messo in luce che nel 2014 e nel 2015 sono state consumate, rispettivamente, 141.21 e 158.55 DDD nell’Unità di Terapia Intensiva, 64.22 e 61.76 DDD in Geriatria, 50.08 e 22.90 DDD in Lungodegenza, 14.71 e 21.53 DDD nella Lungodegenza di Marzana e 65.46 e 63.68 DDD nelle Case di Riposo. Di queste, circa il 90% della quantità totale è rappresentato dai farmaci antibiotici di seconda, terza e quarta linea per il trattamento delle infezioni, con picchi dal 96% al 99% in Geriatria e nella Lungodegenza. Una percentuale che va dal 45% al 91% di questi ultimi sono in realtà rappresentati dai soli farmaci di ultima linea, dimostrando una ricorrente tendenza a preferire tali farmaci rispetto a quelli di prima linea per il trattamento delle infezioni. La Medicina Generale, invece, si pone in totale

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Informazioni tesi

  Autore: Chiara Rossi
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Farmacia
  Corso: Farmacia
  Relatore: Maria Cecilia  Giron
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 108

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Parole chiave

antibiotici
appropriatezza prescrittiva
antimicrobici
studio osservazionale
antimicrobial stewardship
terapia antibiotica
ultima linea
gestione terapia
farmacoepidemiologia
consumo farmaceutico

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