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Il Figlicidio: Cause Genetiche e Psicologiche

Casi di figlicidio sono molto frequenti in questi ultimi anni, specie in Italia. Dal caso di Cogne al caso di Loris si è discusso abbondantemente del ruolo dei genitori in questo atroce delitto. Scoprire cosa vi è alla base dell'atto omicida è lo scopo di questa tesi. Per cominciare ho voluto introdurre il concetto di maternità e quali sono i fattori psicologici e biologici che influenzano un buon decorso della maternità e del post-partum, per poi passare alla spiegazione del crimine, crimine inteso nella sua forma generale. Ci sono vari ed importanti studi che hanno approfondito il figlicidio materno più che quello paterno, in quanto le madri sono più soggette ad assorbire tutto ciò che la gravidanza comporta. Ciò che ho voluto, inoltre, sottolineare che non sempre chi compie l'omicidio soffre di un disturbo mentale (disturbi dell'umore, Sindrome di Munchausen per procura, Sindrome di Medea, disturbi di personalità, ecc.), ma alla base ci può essere anche una predisposizione all'aggressività, la quale si manifesta in maniera preponderante nei casi di figlicidio, come si evince nella classificazione di figlicidio proposta in questa tesi. In ultimo, ma non per importanza, ho voluto dare spazio alla prevenzione, a quali sono i fattori di rischio, i trattamenti indicati per questi soggetti e cosa succese a coloro che sono riusciti a sopravvivere a questo reato.

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INTRODUZIONE La cronaca insegna. Nessun crimine come l’omicidio di un figlio da parte della propria madre ci lascia così inermi. Di fronte a fatti come questi la domanda che nasce spontanea è: come può una madre riuscire ad uccidere un figlio? Quali sono i motivi che la spingono a compiere questo orribile gesto? La risposta che tranquillizza la società di fronte a queste situazioni è senza dubbio quella di attribuire alle madri una patologia mentale, giustificando il gesto come pazzia, perché non è normale che una madre abbia il desiderio di uccidere il proprio bambino. Attribuire questo gesto alla follia ha uno scopo rassicurante, sia perché funge da spiegazione, sia perché allontana da noi l’ipotesi di poterlo commettere in quanto soggetti sani. Magari fosse così facile. Scopo di questa tesi è anche questo. Cercare di individuare, e in qualche modo anche allarmare la società, che non solo i cosiddetti “malati mentali” possono commettere un omicidio, per giunta di un carico così pesante come il figlicidio. Non è solo un “raptus” che porta a compiere un gesto così estremo, ma ci sono tante variabili e fattori che influenzano la psiche di un soggetto. A volte la patologia non sta solamente nella persona, ma anche nell’ambiente familiare e nelle sue dinamiche. L’assenza di un genitore per un lungo periodo, un no detto troppo spesso e con troppa semplicità, un apprendimento costituito solo da punizioni e da scarsi e quasi assenti rinforzi, abusi o maltrattamenti fisici ma anche mentali; amicizie sbagliate, abuso di alcool e di sostanze stupefacenti; la predisposizione a un comportamento più aggressivo rispetto ad uno più calmo e sereno; un attaccamento insicuro o evitante, rispetto ad uno stabile e sicuro. Tanti sono i fattori;ovvio che in 7 casi su 10 è presente un disturbo mentale. Ma ci sono quei 3 casi che ci impediscono di generalizzare e additare il soggetto incriminato come “malato”. Questi eventi per molti anni sono stati analizzati solo dalla prospettiva psicologica, ma oggi vengono chiamati in causa anche altri fattori. Quali fattori psicodinamici, il ruolo della famiglia, oltre che all’individualità e alla suscettibilità del soggetto in questione. Nella prima parte del mio lavoro ho voluto dare largo spazio alla definizione di figlicidio, alle differenze tra figlicidio materno e quello paterno, ma anche e soprattutto alle motivazioni che sottendono questo gesto. Spiegazioni che riguardano sia il crimine (quindi 1

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Informazioni tesi

  Autore: Federica Giotta
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia Clinica e della Salute
  Relatore: Valentina Gatta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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figlicidio
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