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Ragazze madri ed interventi sociali: una ricerca valutativa nella provincia di Forlì-Cesena

Oggi le attività svolte dalle cooperative sociali e dal volontariato definiscono un insieme poliedrico di interventi, da risoluzioni residenziali a soluzioni territoriali: si sono cioè fatte strada sempre più soluzione di carattere semiresidenziali, quali le comunità e i centri diurni, e si è avuto il delinearsi di interventi diretti sul territorio, l’educativa territoriale e l’assistenza domiciliare, tutte nell’ottica di considerare la “persona disagiata” come soggetto di relazioni, inserito in un nucleo familiare e in uno specifico ambiente geografico. L’attenzione non è posta più soltanto verso il “disagiato”, ma anche verso i soggetti con cui interagisce; si va oltre, perché si considerano attori dell’azione educativa l’intera comunità locale.
Le cooperative sociali e le associazioni di volontariato interagiscono anche con altri attori come gli enti pubblici con i quali oggi si rapportano con maggior frequenza per la realizzazione dei servizi.
Lo scopo di questa ricerca è l’analisi dei percorsi attraverso i quali si affronta una tipologia di disagio costituita da donne che si trovano nella condizione di “madri sole”, comunemente definite “ragazze-madri”, limitatamente a quelle che risiedono nella provincia di Forlì-Cesena. Si vuole analizzare quali sono i ruoli, gli obiettivi, gli aiuti delle forme di volontariato e delle cooperative sociali nei confronti delle ragazze-madri, e quali le funzioni e gli scopi delle madri sole all’interno dei Centri di aiuto.
Spesso una madre “in attesa” vive una situazione di disagio tale da rendere decisamente insufficienti gli interventi di assistenza domiciliari. La mancanza di un posto dove vivere, ma soprattutto l'assenza o non disponibilità del partner e della famiglia d'origine mettono queste donne in una situazione tale da non aver altra scelta se non l'aborto o la strada.
A queste mamme in estrema difficoltà, quasi sempre giovanissime, si rivolge l'attenzione di alcune cooperative sociali o forme di volontariato con progetti che prevedono la realizzazione di una vera e propria rete d'accoglienza e che, oltre alle ragazze madri, si aprirà anche al futuro dei loro figli.
Gli obiettivi comuni a tutte le forme d’intervento nei confronti delle ragazze-madri sono il sostegno e l'accoglienza della vita nascente andando incontro a tutte le situazioni di difficoltà che si oppongono allo sviluppo del bambino concepito, intervenendo sul piano economico, morale e spirituale.
Vengono proposti alle madri cammini formativi nel difficile compito educativo e viene fornita loro un’occasione di crescita personale nonché gli strumenti necessari per rispondere adeguatamente alle esigenze che la crescita dei figli suscita.

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7 INTRODUZIONE Negli ultimi venti anni si è assistito in Italia ad una generale trasformazione degli interventi sociali rivolti a minori o giovani, soprattutto per quelli riguardanti fasce di disagio e di devianza. Si è verificato in particolare una lunga e graduale evoluzione dei servizi offerti nell’area minori: dalla gestione di strutture predisposte esclusivamente a svolgere compiti assistenziali con criteri di massa, ad attività più mirate alle esigenze individuali e sociali dei minori assistiti. Questa evoluzione dei servizi ha fatto emergere uno spazio specifico occupato dalle cooperative di solidarietà sociale e dalle associazioni di volontariato che, con interventi quali le comunità alloggio o le case famiglie, hanno offerto una risposta alle necessità di deistituzionalizzazione emergenti. Oggi le attività svolte dalle cooperative sociali e dal volontariato definiscono un insieme poliedrico di interventi, da risoluzioni residenziali a soluzioni territoriali: si sono cioè fatte strada sempre più soluzione di carattere semiresidenziali, quali le comunità e i centri diurni, e si è avuto il delinearsi di interventi diretti sul territorio, l’educativa territoriale e l’assistenza domiciliare, tutte nell’ottica di considerare la “persona disagiata” come soggetto di relazioni, inserito in un nucleo familiare e in uno specifico ambiente geografico. L’attenzione non è posta più soltanto verso il “disagiato”, ma anche verso i soggetti con cui interagisce; si va oltre, perché si considerano attori dell’azione educativa l’intera comunità locale. Le cooperative sociali e le associazioni di volontariato interagiscono anche con altri attori come gli enti pubblici con i quali oggi si rapportano con maggior frequenza per la realizzazione dei servizi.

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Lugaresi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Leonardo Altieri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 175

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Parole chiave

ragazze madri
centri d'aiuto
cooperative sociali
volontariato
case famiglia

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