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Tradimento e Menzogna in "Othello"

La tesi triennale verte sulle menzogne pronunciate dai personaggi della tragedia shakesperiana e le analizza secondo la psicologia, più specificatamente attraverso i lavori di Paul Ekman, Raimundo Panikkar e Carlo Brutti. Nel primo capitolo la menzogna viene definita come l'azione di una persona che intende trarre in inganno un destinatario in modo nascosto, e può essere compiuta tramite dissimulazione o falsificazione. Nel primo caso il soggetto cerca di nascondere la verità, nel secondo invece crea non solo una menzogna ex novo ma anche una tecnica che la renda verosimile; le emozioni provate da chi enuncia la menzogna e la sua mimica, tuttavia, possono tradire imbarazzo in modo tale da insospettire il destinatario, inoltre capita anche che la ragione si dimostri fallace, e la storia costruita attorno alla menzogna si rivela zoppicante. Chi vuole smascherare una bugia deve prestare attenzione allo stesso modo: può cadere vittima dei pregiudizi riguardo una persona e incolparla d'insincerità oppure credere alla menzogna. Il secondo capitolo esamina le menzogne contenute in Othello alla luce delle teorie psicologiche trattate in precedenza: Desdemona mente per discolparsi da un'accusa che crede fondata per un suo sentimento d'inferiorità, Emilia dissimula per difendere suo marito Iago, il quale, invece, pronuncia bugie gratuite, dai motivi incomprensibili, soprattutto a chi non condivide la sua scala di valori. L'alfiere crede, infatti, che non esista niente da guadagnare o perdere mentendo: Iago si configura altresì come mentitore atipico poichè sembra non avere sensi di colpa nè particolari ansie, arrivando perfino a provare "il piacere della beffa". Otello non è un personaggio menzognero ma confonde il pianto di Desdemona per la morte di Cassio con il pianto per la morte di un amante (l' "errore di Otello"), è già persuaso dalla colpevolezza di sua moglie prima di parlarle, e di conseguenza l'ucciderà. Tale infatti è stata la portata della menzogna di Iago, vale a dire l'infedeltà di Desdemona, la quale però assume una valenza solo nel momento in cui Otello la reputa verosimile: ad ogni modo, Iago ha dimostrato abilità nel conformarsi alla scala di valori del Moro, nell'inserire tocchi di realismo nei suoi racconti inventati e nell'estrapolare dal loro contesto frasi dette in precedenza affinchè il personaggio di turno si senta disorientato. Il terzo capitolo è incentrato sulla figura di Iago, abile a proiettare sugli altri un'immagine affidabile, onesta e quasi imbecille di sè e, contemporaneamente, a muovere le fila delle sue menzogne, le quali possono essere considerate il motore della tragedia, e perciò Iago può essere riconosciuto il vero autore di Othello.

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Introduzione Ho ritenuto interessante soffermarmi su un tema dell' Othello, cioè il tradimento e la menzogna, visti sotto la lente d'ingrandimento della psicologia: l'elaborato finale si suddivide in tre capitoli in cui verrà trattato il comportamento menzognero dapprima nella sola psicologia, poi nella tragedia shakesperiana, infine nel personaggio che incarna la bugia, vale a dire Iago. Le menzogne pronunciate nell' Othello, quindi, saranno analizzate alla luce delle teorie psicologiche, esaminando i moti interiori di chi mente e a cosa vuole arrivare, mentendo. 3

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Informazioni tesi

  Autore: Luca Zera
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Verona
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Linguistica e Didattica delle Lingue Straniere
  Relatore: Daniela Carpi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 36

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Parole chiave

psicologia
shakespeare
tragedia
inganno
falsificazione
menzogna
tradimento
otello
dissimulazione
iago

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