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I rapporti tra sanzioni amministrative tributarie e penali tributarie - La problematica del ''Ne Bis in Idem''

Con la stesura del presente lavoro ci si pone l’obbiettivo di analizzare la problematica, sorta a seguito delle ultime pronunce della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo in ambito tributario, dell’applicazione del principio del "ne bis in idem", sancito dall’art. 4 del Prot. VII della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, e di come tale problematica, posta in rapporto con l’attuale sistema di sanzioni amministrative tributarie e penali tributarie vigenti nel nostro ordinamento, potrà essere affrontata in sede giurisdizionale.
La problematica sulla violazione del principio del "ne bis in idem" è stata di recente oggetto di valutazione da parte della Corte di Cassazione che, lo scorso 15 gennaio con ordinanza 1782 della V° Sezione penale, ha proposto alla Corte Costituzionale due diverse, ma collegate, questioni di legittimità costituzionale in merito e riconducibili alla citata sentenza Grande Stevens c. Italia; con la prima questione di legittimità si richiederebbe al Giudice delle Leggi, un giudizio di tipo manipolativo della norma che ha generato il ricorso alla CEDU – Grande Stevens c. Italia, chiedendo sostanzialmente che la stessa si adegui, prevedendo l’alternatività tra procedimento amministrativo e penale, alla previsione dell’art. 4 del protocollo VII della Convenzione EDU; con la seconda questione di legittimità viene chiesto invece alla Consulta di pronunciarsi sulla modifica dell’art. 649 del Codice di procedura penale prevedendo un nuovo caso di divieto di doppio giudizio, allorquando una precedente pronuncia amministrativa si sia conclusa con sanzione para-penale.

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8 PARTE PRIMA IL CONCETTO DI ILLECITO – LE SANZIONI E LE SANZIONI TRIBUTARIE 1. Premessa La vita dell’uomo all’interno di una collettività è caratterizzata da una serie infinita di relazioni e rapporti con altri consociati. L’infinita serie di relazioni richiede, necessariamente, una organizzazione secondo principi di ordine morale, religioso, economici e giuridici che si traducono in norme. Fondamentali per la costruzione di una società civile, in quanto ne costituiscono il diritto, sono però le norme giuridiche, che possono essere definite come regole di condotta, ovvero comandi, imposti al consociato, e necessarie a stabilire le regole dell’azione dell’uomo nei rapporti sociali. La funzione delle norme giuridiche si manifesta, quindi, in due aspetti fondamentali, l’imposizione di un obbligo negativo di rispetto dell’altrui libertà 1 , ed un secondo aspetto diretto verso l’organizzazione della vita sociale. Abbiamo appena detto, che la vita di relazione all’interno di una società necessità di una organizzazione secondo principi di ordine morale, religioso, economici e giuridici. Da una tale affermazione potrebbe quindi sembrare che, nonostante la funzione principiale delle norme giuridiche all’interno di una società, queste possano comunque essere 1 A tal proposito, risulta interessante la tesi di Kant nella descrizione che egli fa del diritto descrivendolo come: “l’insieme delle condizioni che consentono all’arbitrio di ciascuno di coesistere con l’arbitrio degli altri, secondo un principio generale di libertà.

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Informazioni tesi

  Autore: Nuccio Daniele Macri
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2015-16
  Università: UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Carla Lollio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 118

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Parole chiave

ne bis in idem
sanzioni penali tributarie
sanzioni amministrative tributarie
d.lgs. 471/97
d.lgs. 472/97
d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74
d.lgs. 24 settembre n. 158
corte edu del 4 marzo 2014

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