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Dissimulare etiam sperasti, perfide (Verg. Aen, IV 305) Fides e perfidia nella poesia latina

La tesi nei primi due capitoli descrive il culto della fides e il concetto della perfidia nell'antica Roma e dei due capitoli successivi mostra esempi di fides e perfidia nella poesia latina con particolare riferimenti a Catullo per quanto riguarda la fides e al perfidus hospes (Enea, Giasone, Teseo) per ciò che riguarda la perfidia.

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6 I. FIDES 1. Le origini del culto Il termine latino fides deriva dalla radice sanscrita *bheidh– che voleva dire ‘legare’. Secondo il linguista Meillet il termine fungeva da aggettivo verbale a *çraddha- da cui ‘credere’ 1 . Il culto della fides, potrebbe derivare da quello di un dio più antico, Semo Sancus Dius Fidius, dio dei giuramenti. Questa divinità in epoca pre-romana avrebbe condiviso la regalità con Giove, prima di divenire solo un “aspetto” del dio. Secondo la tradizione romana fu Numa Pompilio, sovrano piissimo, il primo a dedicare un tempio sul Capitolino alla Fides Publica Populi Romani. Inoltre era stata ammessa l'esistenza di un altro santuario sul Palatino, sulla base di una supposizione di Agatocle, la cui consacrazione era stata fatta risalire a Rhoma, nipote di Enea subito dopo la conquista troiana della terra italica. Dunque nella ricostruzione della storia di Roma si fa preesistere un tempio alla fondazione dell'Urbe. Il tempio sul Capitolino fu ricostruito 1 A. Ernout, A. Meillet, Dictionnaire étymologique de la langue latine, Paris, Klincksieck (2001) p. 233

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Informazioni tesi

  Autore: Valentina Leonardo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2016-17
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere
  Relatore: Rosa Santoro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 90

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