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Cinema e sostenibilità: industria, politiche e best practices

Negli ultimi anni, il Governo italiano ha fatto investimenti molto importanti nell’industria cinematografica. Il mercato dell’audiovisivo in Italia e nel mondo sta crescendo a dismisura e diventerà presto tra i settori più in crescita nei prossimi anni. Le misure sul tax credit, l’investimento su Cinecittà e nuove risorse hanno moltiplicato l’attrattività italiana. La Legge di Bilancio 2022 ha previsto un bando di 200 milioni di euro per l’efficientamento energetico di cinema e teatri presenti su tutto il territorio nazionale: mai come adesso diventa indispensabile ripensare il concetto di tale industria in senso sostenibile. Infatti, la dimensione industriale del cinema è la più economicamente significativa fra quelle delle fabbriche dell’intrattenimento, sia in termini di impiegati che di strumenti e tecnologie: questo porta con sé tutta una serie di conseguenze (positive e negative) di essere un’industria vera e propria, come la capacità di produrre scorie e inquinamento parimenti a comparti industriali specializzati nella produzione di beni materiali di largo consumo. Tuttavia, quante volte consideriamo l'impatto ambientale di un film o di una ripresa televisiva? In questo testo vengono esaminate le pratiche di sostenibilità all’interno dell’industria cinematografica, discutendo la possibilità di un cambiamento consistente non solo attraverso le politiche a livello nazionale e internazionale, ma anche tramite la costruzione di meccanismi e strutture industriali basate sulla sostenibilità ambientale.

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19 3. Ecosostenibilità nella filiera cinematografica La vita di un film, a partire dalla stampa del primo foglio della sceneggiatura fino a quella del biglietto da dare allo spettatore, è moltiplicatore di energie creative e consumatore di risorse, intellettuali e terrene. La struttura organizzativa della filiera cinematografica può essere definita attraverso il modello della catena del valore, individuato da Michael Porter. 49 La catena del valore scompone l’impresa nell’insieme di attività e sotto-attività che realizza e tramite le quali crea valore per il mercato 50 . Il modello elaborato da Porter evidenzia quelle che sono le singole catene del valore appartenenti alle imprese che partecipano per realizzare un prodotto finale. Se analizziamo la catena del valore di un’impresa cinematografica possiamo comprendere come tale impresa riesca a generare valore per il mercato e allo stesso tempo quali siano i bottlenecks che devono essere colmati e dove si possa implementare un processo di ecosostenibilità. La filiera cinematografica è composta da tre attività: la produzione, la distribuzione e l’esercizio. 3.1 La produzione cinematografica La produzione si occupa della realizzazione dell’opera cinematografica procurando i mezzi finanziari e coordinando l’impiego dei mezzi tecnici e dei contributi artistici 51 ; essa si divide in tre sottofasi: 1) sviluppo, quando il progetto inizia a prendere forma: si parla di sceneggiatura (spontanea o su commissione), importante nella definizione dei diritti di sfruttamento e di proprietà dell’opera. 2) preproduzione, fase in cui il produttore ha l’incarico di trovare le risorse fondamentali per realizzare il progetto: le risorse finanziarie e le risorse creative (cast e crew). 48 Trentino Film Commission, sito ufficiale, https://www.trentinofilmcommission.it/en/ 49 Porter M. (1985) The Competitive Advantage: Creating and Sustaining Superior Performance 50 Fontana F., Caroli M. (2013) Economia e gestione delle imprese 51 Definizione tratta da Enciclopedia del cinema, Treccani, https://www.treccani.it/enciclopedia/produzione_%28Enciclopedia-del-Cinema%29/

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Informazioni tesi

  Autore: Leonardo Amato
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2021-22
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Scienze Economiche e Aziendali
  Corso: Economia per le arti, la cultura e la comunicazione
  Relatore: Sabrini Pedrini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 44

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