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Xf generazione extraflessibile. Analisi e progetti per giovani nomadi urbani

Manuale di sopravvivenza di un’era instabile e di instabili

Fattore fondamentale per sopravvivere alla società odierna è quella del rapido adattamento a tutto quello che succede attorno a noi. Ai lavoratori viene chiesto di comportarsi con maggiore versatilità, di essere pronti a cambiamenti con breve preavviso, di convincersi che non ci sono più carriere garantite a lungo termine.
Oggigiorno incappiamo in soggetti ansiosi di fare, vedere, sperimentare. La smania di fare -cercando di modellarsi al mercato instabile- la frenesia all’osservazione e all’inseguimento dei fenomeni sociali, la tendenza a buttare tutto e ricominciare da capo, spesso ci spiazza. Come dar torto ad una generazione di “ansiolitici” che spesso a trent’anni si ritrova ancora appesa alla gonna della mamma?
Se da un lato viviamo in un’era dove, grazie alla tecnologia sempre più sofisticata e a portata di “tasca”, siamo liberi di organizzarci il lavoro in modo molto più libero di prima, possiamo tranquillamente lavorare dal letto di casa nostra o dalla spiaggia di Malibù; dall’altra non facciamo a tempo a familiarizzare con una tecnologia che già è vecchia e obsoleta.
La progressiva accelerazione di cui siamo preda, ha prodotto uno sconvolgimento nei processi di produzione, di riproduzione e di mutamento. E spesso ci fa sentire inadeguati alle situazioni che viviamo.
La ricerca condotta mette in luce i controsensi con i quali la categoria degli aspiroadentrareinsocietà si trova a dover convivere.
Partendo da una panoramica degli sviluppi sociali, crisi dei mercati in corso compresa, vengono analizzate le nuove tipologie di lavoro - flessibile e atipico -, lo sviluppo di nuove famiglie - dalle coppie di fatto alle famiglie lunghe, passando per i single - realtà metropolitana sempre più in crescita - e di classificazione di nuovi target di riferimento e consumo - tra Dink, Bobos, Flexecutive, in un groviglio di tipologie in progress.
Il nomade medio è costretto ad accontentarsi di alloggi impersonali (e visti i prezzi di mercato, pure piccoli e con strane situazioni di convivenza). Non ha il tempo di intervenire sull’appartamento, non può fare grandi investimenti per mobili. La sua permanenza è vacillante come il suo contratto di lavoro, e l’acquisto di qualsiasi oggetto che superi le dimensioni di un cd o di un computer portatile è pericolosa visto che rischia di non entrare nella prossima valigia.
Dobbiamo accontentarci dei mobili che la casa già dispone e rispettare la loro rigida monofunzione. Il mercato immobiliare milanese riesce ad affittare a peso d’oro monolocali di qualsiasi metratura. In una situazione così misurata, dove tutto entra ad incastro, come possiamo pensare di riuscire a giocare con il nostro spazio, ma soprattutto con i nostri mobili?
Un occhio di riguardo è per le tendenze in atto, che condizionano i modi di consumare, avere, comportarsi o pregare, seguendo regole di mode e mercato. Una sorta di manuale di comportamento sociale per integrarsi, sentirsi parte di qualche cosa e rivestire qualsiasi gesto compiuto in un tassello di chissà quale schema di comportamento sociale.
Uno scenario dove gli oggetti sono le uniche cose ancora idolatrate. Oggetti come possessi, come comunicatori di ideologie e stili di vita, ingannatori di qualcosa che non siamo ma che vorremmo essere – riferimento alla moda.
Oggetti che ci rappresentano, ma non solo, spesso ci coccolano, ci confortare e proteggono. Cresce l’interesse per una categoria di prodotti che deve parlare con noi, sostenerci, essere mutevole in base alle nostre evoluzioni sociali e pratiche.
Il tema della personalizzazione dei prodotti, negli ultimi anni, ha subito un’impennata notevole andando a coinvolgere i prodotti della moda, del design, addirittura anche quelli del campo automobilistico.
Tutte queste premesse sfociano nell’ideazione di oggetti nomadici, trasformabili e trasportabili, sensibili ai nostri cambiamenti e ai nostri umori. Presenze discrete nelle nostre abitazioni che ci danno la possibilità di giocare con lo spazio e trovare infinite combinazioni e soluzioni di abitabilità.

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AAA cercasi giovani (20/35 anni) con una buona vocazione all’instabilità sia a livello di occupazione che di residenza, professionisti del precariato e del contratto atipico. Disponibili a cambi di lavoro repentini, lavoro in gruppo, trasferimenti frequenti. Si richiede obbligatoriamente un inglese perfetto, più altra lingua (tedesco, francese, giapponese - tutte e tre è meglio). Master, corso post-laurea, esperienze lavorative nel settore. Fondamentale non avere sogni a lunga scadenza o aspirare a progetti più lunghi dei sei mesi. Si ricercano persone altamente motivate e dinamiche, instancabili creativi, brillanti ed entusiasti, con forti interessi extra lavoro, maestri d’eclettismo e di adattabilità. Tassativo essere giovani, veloci, informati e informali. Bella presenza, (che non guasta mai). Astenersi perditempo e indecisi (o impauriti). Manuale di sopravvivenza di un’era instabile e di instabili Fattore fondamentale per sopravvivere alla società odierna è quella del rapido adattamento a tutto quello che succede attorno a noi. Ai lavoratori viene chiesto di comportarsi con maggiore versatilità, di essere pronti a cambiamenti con breve preavviso, di convincersi che non ci sono più carriere garantite a lungo termine. Oggigiorno incappiamo in soggetti ansiosi di fare, vedere, sperimentare. Oggi sono web- designer, domani consulenti aziendali e dopodomani chissà. La smania di fare -cercando di modellarsi al mercato instabile- la frenesia all’osservazione e all’inseguimento dei fenomeni sociali, la tendenza a buttare tutto e ricominciare da capo, spesso ci spiazza. Nel cambiamento e nell’inseguimento di determinate posizioni, non si conoscono i rischi a cui si va incontro e tutte le volte è un po’ come ricominciare da capo. Come dar torto ad una generazione di “ansiolitici” che spesso a trent’anni si ritrova ancora appesa alla gonna della mamma? Se da un lato viviamo in un’era dove, grazie alla tecnologia sempre più sofisticata e a portata di “tasca”, siamo liberi di organizzarci il lavoro in modo molto più libero di prima, possiamo tranquillamente lavorare dal letto di casa nostra o dalla spiaggia di Malibù, continuando ad essere “connessi” con il resto del mondo; dall’altra non facciamo a tempo a familiarizzare con una tecnologia che già è vecchia e obsoleta. Sentendoci sempre un passo indietro. La progressiva accelerazione di cui siamo preda, ha prodotto uno sconvolgimento nei processi di produzione, di riproduzione e di mutamento. Ciò che era lento ha iniziato ad accelerare ed è arrivato ad un punto in cui la velocità della trasformazione è tale da incrinare la solidità del mondo che percepiamo. E spesso ci fa sentire inadeguati alle situazioni che viviamo.

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Signori
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2001-02
  Università: Politecnico di Milano
  Facoltà: Architettura
  Corso: Disegno Industriale
  Relatore: Giovanni Cutolo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 59

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