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(Verso il controllo di gestione) Il monitoraggio di bilancio nella piccola e media impresa: una proposta di soluzione

La PMI, forza trainante dell’economia italiana degli ultimi cinquant’anni; deve buona parte della propria fortuna alle capacità degli imprenditori, anziché ad una gestione secondo leggi e metodi tipici della grande impresa. Gli studi di Economia Aziendale privilegiando la complessità di queste ultime hanno sviluppato per esse metodologie e strumenti di gestione; la PMI ha problematiche simili ma non gli strumenti o le possibilità economiche per un controllo adeguato e tempestivo della gestione. Con il solo impiego di dati certi, derivanti dalle scritture obbligatorie, e con valutazioni di tipo qualitativo, valorizzate tramite check-list, da compilarsi a cura della PMI o di un auditore esterno, ho ipotizzato un sistema di controllo dell’impresa semplificato ma non per questo impreciso. L’utilizzo di queste analisi potrebbe portare la PMI a un nuovo tipo di struttura aziendale, con gruppi operativi temporanei necessitanti “solo” di coordinamento, svolto a turno da chi ha la migliore competenza. Ai dirigenti resta il compito di coordinare persone, mezzi e conoscenze secondo le direttive della proprietà. Per curare adeguatamente l’azienda l’imprenditore/operaio dovrebbe limitare gli interventi diretti in attività manuali e dedicarsi al trasferimento all’Impresa delle proprie conoscenze. Questo implica l’utilizzo delle proprie capacità nel fornire obiettivi e indirizzi, curare l’innovazione, la ricerca, l’addestramento dei dipendenti e dei propri successori.

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PREMESSA Il capitalismo familiare italiano è caratterizzato sia dalla grande impresa privata sia dalla piccola impresa, contraddistinta da un azionariato unitario e stabile, con gli azionisti spesso direttamente coinvolti nella gestione. Essa ha i vantaggi dell’agilità, flessibilità e dinamicità, ma con dei limiti riferiti alla capacità di creare valore legati all’elevato costo del capitale e, spesso, alla carenza di managerialità 1 . Viene infatti preferito l’indebitamento per finanziare la crescita piuttosto che l’entrata di nuovi soggetti diversi dalla famiglia. Inoltre è tipica la mancanza di delega da parte dell’imprenditore proprietario; fatto che ostacola il formarsi di capacità direttive. Molto spesso si tratta di imprenditori particolarmente capaci e intraprendenti che, nel volgere di pochi anni, portano l’impresa ad assumere dimensioni rilevanti, senza che però questa venga modificata strutturalmente e organizzativamente in modo adeguato. Viene mantenuta una struttura di controllo di tipo familiare, mentre si avrebbe bisogno di una organizzazione più complessa per gestire le molteplicità tipiche della nuova situazione. La struttura organizzativa si verticalizza di fatto, nascono i livelli dirigenziali intermedi; il potere decisionale dovrebbe essere delegato e si dovrebbero avere centri di spesa indipendenti. I ricavi non sono ancora sufficienti per spingere a investire nella nuova organizzazione ma sono abbastanza elevati da averne bisogno, mentre il controllo di gestione rimane ancora nelle mani e nelle intuizioni dell’imprenditore. Questi preferibilmente partecipa attivamente e con passione a diverse attività aziendali, trascurando necessariamente l’alta direzione e il controllo. A questo punto si renderebbe necessario disporre di un sistema di Controllo di Gestione dettagliato per la corretta direzione delle singole attività aziendali, tramite l’utilizzo della Contabilità Analitica e Industriale, ma i costi relativi a tale implementazione possono essere eccessivi per la piccola e media impresa. Scopo di questa tesi è di fornire uno strumento di gestione e di analisi di bilancio economico e semplificato, ma preciso, in grado di permettere adeguate valutazioni sull’andamento attuale e futuro dell’azienda. Il riferimento è alla Piccola e Media Impresa (PMI) con controllo non separato dalla proprietà. 1 Anna Pistoni, Lucrezia Sondini – Reporting e valore - EGEA

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Enna
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Aziendale
  Relatore: Maria Bergamin Barbato
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 108

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