Skip to content

Mangiare e bere nel Medioevo: valenza sociale, economica, culturale e religiosa del cibo anche attraverso i ricettari

La storia del cibo è una storia affascinante, perché, come quella del pensiero, è ricca di scoperte e di imprese anonime, ma non per questo meno importanti e meno appassionanti: è sufficiente pensare a quel popolo che, nel 3000 a.C., scoprì che l’Oryza fatua poteva essere messa a coltura, iniziando così la prima coltivazione di riso; o all’introduzione del pomodoro e della patata in Europa, per capire come piccole scoperte abbiano più di una volta salvato il mondo dalla fame.
In questa ottica, ogni episodio della storia alimentare appare come un passo avanti dell’uomo nel suo millenario cammino per elevarsi sopra la condizione di bruto.
L’alimentazione è sempre stata studiata, almeno fino a pochi decenni fa, da tanti diversi punti di osservazione, quasi fosse composta da una congerie di aspetti disparati di cui si potevano occupare solo discipline diverse. Scegliendo l’uno o l’altro aspetto, come il solo da studiare separatamente, si arrivava a negare, di fatto, all’alimentazione, lo status di oggetto di studio valido e legittimo di per sè, evitando così anche la difficoltà che questo argomento sollecita in teorie che, implicitamente o esplicitamente, vedono opposti il materiale allo spirituale. Siccome l’alimentazione è uno di quei campi in cui tali antitesi sembrano intollerabili e che dimostra come l'atto più fisiologico e materiale è anche un momento saturo di cultura e di simbolismo, mi è apparso inane studiarne separatamente gli aspetti materiali da quelli spirituali. L’aspetto più stimolante dello studio dell’alimentazione consiste, invero, nel fatto che in questa sono riconducibili rapporti sociali ed economici, forme di pensiero e gerarchie di valori, che spesso sono evidenti solo in essa e per mezzo di essa. Considerata come un sistema, l’alimentazione, riflette allora una distribuzione degli uomini (chierici/ laici, cristiani/ musulmani, barbari/ romani), dei rapporti sociali (ricco/ povero, nobile/ borghese) e degli alimenti (carne/pesce, vino/birra, olio/burro), in quelle categorie, tanto amate dal Montanari, che hanno un valore cosmologico e sociologico. Questa categorizzazione si riflette, a sua volta, in ciò che appare naturale, psicologico e individuale: il gusto, fenomeno fisiologico, psicologico e culturale, il piacere, il disgusto e tutte le categorie sensibili che identificano i cibi e definiscono la loro gerarchia nella coscienza di ognuno.
Nel primo capitolo mi è parso necessario fare una sorta di premessa che partendo dall’alimentazione romana, confusasi verso il V secolo con quella germanica, doveva gettare un po’ di luce sulle origini di tutto il sistema alimentare medievale. Assistendo alla corale conversione del mondo mediterraneo verso la carne, ciò che più mi ha incuriosito è stato notare come gli uomini si adattino spesso e con rapidità a cambiare i loro gusti e anche le loro abitudini. Infatti non è solo il cibo che cambia, ma è anche il modo di avvicinarsi ad esso: a quel senso della misura, così tipicamente romano, si sostituiscono, nel Medioevo, l’eccesso e la sproporzione. In questo lungo periodo due sono gli ideali: l’eroe che mangia molto e quello che non mangia affatto. Tra questi ultimi sono compresi sicuramente quegli uomini di Chiesa, che per arrivare alla santità, scelgono di seguire la via della mortificazione della carne e della sottomissione a Dio piuttosto che al “ventre”. Questo e altro ancora, è contenuto nel secondo capitolo, che termina con una scoperta per me sconcertante nella sua scottante attualità: l’esistenza delle sante anoressiche. Col terzo capitolo mi sposto nel territorio dell’alimentazione tout court, con una doverosa rassegna degli alimenti principali.
Il quarto capitolo, infine, nasce dalla considerazione che l’uomo, non contento di sfamarsi con un cibo nutriente, ha voluto che questo fosse anche gradevole al palato, all’olfatto e addirittura bello a vedersi. Così ha cominciato ad accostarlo, per affinità, o meglio, nel periodo preso in esame, per contrasto, lo ha profumato con un tripudio di spezie e infine lo ha colorato. Mi limiterò al coinvolgimento di questi tre sensi, anche se, come ha osservato il Cardini, potrei spingermi fino al tatto e all’udito: che dire infatti del “pasto musicale” del terzo atto del Don Giovanni di Mozart, o di Rossini e della sua “musica per digerire”?

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Mostra/Nascondi contenuto.
PREFAZIONE Quando, più di un anno fa, ho iniziato a raccogliere il materiale per una tesi sull’alimentazione, ero convinta di dover affrontare un tema che, nonostante l’importanza, forse esulava un po’ troppo dai consueti schemi di studio. Nonostante la certezza che la storia è una disciplina viva, e che come tale rifugge dagli stereotipi e dai dogmi, mi spaventava il pensiero di dover affrontare un qualcosa di così quotidiano e materiale, che niente, secondo me, aveva a che vedere con le leggendarie orde barbare, col Carlomagno descritto da Manzoni, con le crociate, i monasteri, e tutti gli altri simboli di cui il Medioevo abbonda. La storia del cibo è una storia affascinante, perché, come quella del pensiero, è ricca di scoperte e di imprese anonime, ma non per questo meno importanti e meno appassionanti: è sufficiente pensare a quel popolo che, nel 3000 a.C., scoprì che l’Oryza fatua poteva essere messa a coltura, iniziando così la prima coltivazione di riso; o all’introduzione del pomodoro e della patata in Europa, per capire come piccole scoperte abbiano più di una volta salvato il mondo dalla fame. In questa ottica, ogni episodio della storia alimentare appare come un passo avanti dell’uomo nel suo millenario cammino per elevarsi sopra la condizione di bruto.

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista
Il miglior software antiplagio

L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.

Informazioni tesi

  Autore: Anna Francesca Pischedda
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1998-99
  Università: Università degli Studi di Cagliari
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Barbara Fois
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 244

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.

Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

alimentazione
medioevo
storia del cibo
storia dell'alimentazione

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi